Autismo, a scuola di social: “Così ho vinto l’isolamento da Covid”

La storia di Davide e di 'Progetto Ribelle' ideato dalla Fondazione ISC Roma Litorale con l’aiuto della Fondazione Unicredit che aiuta i ragazzi con disabilità intellettiva e del neurosviluppo a utilizzare in maniera consapevole internet e i social network


16/07/2021 – “TikTok, Houseparty, Instagram, Facebook e whatsapp. Li ho tutti, non me ne manca nessuno”. Sorride Davide. I suoi 15 anni sono tutti nei suoi occhi. La spensieratezza di un adolescente, la consapevolezza di chi da quando è piccolissimo, insieme ai suoi genitori, affronta una sfida che si chiama ‘sindrome dello spettro autistico’.

“Faccio videochiamate e invio messaggi agli amici del nuoto e degli scout. Ho imparato a utilizzare ‘google meet’ per la scuola” spiega orgoglioso.

“I social sono ormai parte della vita di ogni ragazzo – spiega il Direttore Sanitario della Fondazione ISC Roma Litorale Francesco Cesarino, che segue Davide da quando è piccolissimo -. Soprattutto durante i mesi difficili della pandemia i social network sono stati fondamentali per rimanere in contatto con gli amici e superare un isolamento che poteva essere devastante azzerando i risultati terapeutici e clinici faticosamente raggiunti. Ma come tutti, anche gli adolescenti con una disabilità intellettiva e del neurosviluppo, hanno bisogno di approcciarsi in modo consapevole a questi strumenti per evitare trappole e situazioni spiacevoli che sono purtroppo sempre dietro l’angolo”

“Progetto Ribelle – sottolinea Stefano Galloni direttore generale della Fondazione e Vicepresidente nazionale di Confassociazioni per il Terzo Settore – nasce nel 2015 per accompagnare i ragazzi con disabilità intellettiva e del neurosviluppo nel periodo dell’adolescenza, affrontando le problematiche più comuni e quelle maggiormente sentite dai ragazzi. I social sono una di queste. Oggi è un punto fermo del nostro percorso clinico, grazie alla collaborazione con la Fondazione Unicredit che lo ha co-finanziato. Nel corso degli anni abbiamo aggiornato il progetto, ampliandolo a un numero sempre maggiori di ragazzi. Un’opportunità che rompe gli schemi e si affianca ai percorsi terapeutici tradizionali, grazie ad una rete istituzionale sempre più forte e che si inserisce nel solco della riforma del Terzo Settore”

“Davide – afferma il dottor Francesco Anfuso, psicologo e referente di Progetto Ribelle – oggi è uno dei ragazzi più attivi ed è lui ormai a insegnare agli altri il mondo dei social. Ha fatto passi da gigante sotto tutti i punti di vista grazie anche all’aiuto di una splendida famiglia che lo supporta costantemente. Siamo davvero soddisfatti dei risultati raggiunti. È lui a inviarmi messaggi vocali per concordare giorni e orari delle terapie”.

“Mio figlio – spiega mamma Laura – usa social e smartphone con la scioltezza di un adolescente. C’è sempre molta preoccupazione ma cerchiamo di non farle prendere il sopravvento. Per lui sono stati strumenti vitali in questo periodo. Per i ragazzi con sindrome dello spettro autistico c’è sempre il rischio dell’isolamento e dello scollamento dalla quotidianità. Davide è molto migliorato in questo senso. Ci ha insegnato a prendere il bello da qualsiasi cosa”.


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