12/08/2020 – Negativa la dipendente di Michelino Fish risultata inizialmente positiva al tampone per il Covid-19. A farlo sapere è l’avvocato Vittorio Scano, legale rappresentante dell’attività commerciale dell’Infernetto. Un primo tampone, risultato positivo, aveva portato lo scorso 22 luglio l’Asl Rm 3 a disporre la sospensione dell’attività “a scopo cautelativo e precauzionale”, proprio per la positività della donna. Risultato diffuso tramite il bollettino giornaliero della Regione Lazio e che era stato ripreso dalle testate giornalistiche, Ostia NewsGo compresa.
Parallelamente era scattato l’isolamento e la sorveglianza sanitaria di tutto il personale in servizio e l’invito a ripetere il tampone decorso il periodo di “quarantena” previsto. Tutti negativi intanto erano risultati i test che nel frattempo erano stati effettuati al restante personale nonché ai familiari della dipendente presunta positiva. “La società mia assistita – spiega l’avvocato Scano – ottemperava all’ordinanza immediatamente e correttamente, e forniva altresì tutte le liste dei clienti con nominativi e recapiti”.
Due giorni dopo, il 24 luglio, “la dipendente – spiega l’avvocato – effettuava apposito test molecolare per Covid 19 presso il Policlinico Universitario Campus Bio Medico – Centro Covid di Roma, risultando negativa non essendo stato rilevato alcun gene Covid 19. Anche in data 27.07.2020 il successivo test effettuato presso la medesima struttura confermava l’esito totalmente negativo. Ne è conseguito regolare certificato di guarigione ed immediata possibilità di riammissione al lavoro. Infine ed ancora, in data 04.08.20 la dipendente in questione ha ottenuto il risultato del test sierologico svolto, dal quale si conferma la totale negatività e si evince che la stessa non ha mai avuto alcun contatto con il virus COVID 19″.
“Il 5 agosto la Società mia assistita, mio tramite, ha ufficialmente richiesto una nota ufficiale di rettifica e integrazione, alla Regione Lazio ed a tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte. Ciò nell’interesse della società mia assistita, ma a ben vedere anche e forse soprattutto, in quello della collettività che ha diritto a ricevere una corretta informazione ed a comprendere le reali dinamiche delle pubbliche autorità, ed a percepire, laddove necessario, la capacità delle stesse di rivedere le posizioni prese. Il periodo di emergenza che oramai si protrae da mesi, non può e non deve annullare totalmente i sacrosanti principi costituzionali, quali ad esempio il diritto al lavoro ed alla tutela delle attività economiche ed il diritto alla privacy, talvolta forse anche abusato, ed in questo caso invece totalmente annullato in violazione della normativa vigente, che pure non risulta essere stata modificata o sospesa neppure in questo stato di emergenza”.