Ostia, la proposta, trasformare Tor San Michele in un’area museale


15/5/2016 – Rivalutare Tor San Michele ad Ostia per farne un’area museale per riscoprire un tesoro del Litorale romano dimenticato. È la proposta che prende il via dal gruppo facebook “Rinnovare Ostia” e che mira a valorizzare quelle bellezze presenti sul territorio ma da tempo lasciate in abbandono. Tra loro c’è proprio la Torre Michelangiolesca che è entrata a far parte della lista delle strutture candidata ad essere riqualificata. Per determinare quali luoghi saranno oggetto delle risorse messe in campo, circa 150milioni di euro, il Governo ha attivato l’email bellezza@governo.it a cui i cittadini potranno segnalare, fino al 31 maggio, un luogo pubblico da recuperare o un progetto culturale da finanziare. Successivamente una commissione ad hoc stabilirà a quali progetti assegnare le risorse. Il decreto con lo stanziamento sarà emanato il 10 agosto.
LA STORIA – Tor San Michele, il maschio dell’Idroscalo, faceva parte del sistema difensivo litoraneo realizzato da Pio IV e Pio V per garantire la sicurezza della navigazione. La Torre progettata da Michelangelo, venne terminata durante il pontificato di Pio V sotto la direzione di Giovanni Lippi che sostituì Michelangelo dopo la sua morte. La costruzione è articolata su tre piani ciascuno con otto vani coperti con volta a crociera. Particolarità della torre è la terrazza che ha il pavimento obliquo per facilitare lo scorrimento dei proiettili incendiari e una apertura circolare del diametro di otto metri. Nel 1892 entrò a far parte degli immobili artistici su incarico della Soprintendenza Archeologica di Ostia Antica. Dal 1994 è passata in consegna alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Roma.


4 COMMENTI

  1. Il gruppo Facebook di riferimento era: “RIVALUTARE OSTIA” e questo sogno, che vedremo realizzato il 28 maggio 2017, è solo una parte delle proposte di riprogettazione del territorio proposte e consultabili oltre che modificabili con il supporto di tutti noi. Grazie a Marta Aloisi per l’articolo…

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