Manifestazione per Capocotta: “Il futuro di Capocotta non si garantisce con i sequestri”


17/4/2016 – Sono più di duemila le persone che hanno aderito alla pagina facebook “I Love Capocotta”, tantissime delle quali si sono date appuntamento questa mattina sulla spiaggia di Capocotta per una manifestazione spontanea che ha voluto ribadire il dissenso a sequestri ritenuti ingiusti ed iniqui. Alla manifestazione hanno aderito anche i gestori riuniti nel Consorzio ‘Cinque Spiagge’ che, forti di un sostegno così partecipato, hanno voluto testimoniare, partecipando a #ilgrandeabbraccio, l’amore per questo luogo che ha sempre animato la propria attività ricettiva. Il desiderio è di poter continuare a vivere nel magico equilibrio tra la possibilità di frequentarlo in libertà e la necessità di trattarlo con la cura e l’attenzione dovute, in un ambiente aperto a tutti, ma presidiato e sicuro, ricordando anche gli oltre 6.000 cittadini e frequentatori della spiaggia che la scorsa estate hanno apposto la loro firma in calce alla petizione promossa proprio dai gestori “Capocotta: una spiaggia libera!”.
“I love Capocotta” testimonia anche la preoccupazione per cosa accadrebbe qui in conseguenza di scelte sbagliate o peggio, di un abbandono ed è quindi la migliore occasione per dire la nostra su quanto avvenuto nelle ultime settimane.
A fronte della collaborazione instaurata con il X Municipio, – spiegano i gestori – abbiamo stabilito che, in assenza di un progetto alternativo, l’unica strada percorribile, seppure illogica, sia quella di intervenire sulle unità di servizio della spiaggia di Capocotta, per riportarle alle loro forme e dimensioni originarie. In questi giorni sono iniziati i lavori in tre delle cinque strutture presenti sulla spiaggia. Un ridimensionamento che non rappresenta una sottomessa accettazione della versione secondo la quale gli ampliamenti, realizzati in questi anni, rappresentano un abuso, ma che servirà per far uscire il “progetto Capocotta” dalle sabbie mobili in cui è stato confinato da burocrazia, incapacità e conflitti di competenze e per ricominciare a ragionare sul futuro di quest’area, che non può essere abbandonata a se stessa”.
Non a caso, sulla questione degli ampliamenti realizzati, gli ex gestori hanno presentato al X municipio ed alla Magistratura un’ampia documentazione che dimostra, inequivocabilmente, una serie di punti tra cui la totale incongruenza tra gli obblighi previsti dal Bando del Comune di Roma, svolto nel 1996, e le caratteristiche delle strutture che venivano consegnate in affidamento e che si dimostrarono immediatamente inadeguate, sia dal punto di vista normativo che funzionale, perché erano prive di tutti quegli spazi indispensabili per lo svolgimento dei  servizi elencati nel capitolato d’appalto e non risultavano rispondenti alle più elementari norme di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, sicurezza degli utenti, abbattimento delle barriere architettoniche e per altri requisiti imposti dalle disposizioni di legge vigenti. Tali gravi carenze, evidenziate anche dai controlli degli enti preposti (in particolare ASL e SPreSAL), sono state immediatamente rappresentate all’Amministrazione comunale, che riconoscendo l’esigenza  di porvi rimedio, avviò, già nel  1999, l’iter per approvare un progetto di riqualificazione delle strutture, che comprendesse tutti gli adeguamenti necessari. Il  progetto, più volte modificato ed aggiornato (anche sulla base delle indicazioni ricevute dall’ufficio VIA della Regione Lazio e delle obiezioni della Commissione di Riserva), pur se reiterato dagli assessori e dai direttori di dipartimento che si sono susseguiti nel corso di ben quattro consiliature, non ha mai concluso il suo iter, rimanendo impantanato nei grovigli e nei conflitti di competenze che gravano sull’area di Capocotta. I gestori, obbligati dal contratto a fornire i servizi e dagli enti di controllo a garantire igiene e sicurezza, hanno provveduto, sempre in accordo con l’Amministrazione, a realizzare, in via provvisoria, le integrazioni e gli ampliamenti indispensabili per lo svolgimento dei servizi, utilizzando, per ogni intervento, materiali leggeri (legno, teli, cannucce), assemblati secondo criteri di assoluta amovibilità e precarietà. Caratteristica, quest’ultima, resa oggettiva anche dal fatto che era in corso l’approvazione del nuovo progetto, che ne prevedeva  lo smontaggio e la ricostruzione con modalità definite.

La trasparenza e la legittimità delle scelte operate dalle imprese concessionarie, sono state confermate anche dai giudici del Tribunale che, in diversi processi in cui è stato affrontato il tema degli ampliamenti, hanno assolto i gestori dalle imputazioni di abusivismo, con formula piena.

Grazie all’impegno e alla correttezza degli ex gestori, in questi anni la spiaggia di Capocotta è stata accessibile 365 giorni all’anno in modo assolutamente libero e senza alcun costo per l’Amministrazione comunale.

In quest’area, la pratica del “lettino selvaggio” non è mai stata adottata. I servizi alla balneazione sono stati forniti garantendo livelli di qualità in precedenza mai raggiunti nella gestione delle spiagge libere, senza tuttavia cedere alla tentazione, da altri seguita, di trasformarle in stabilimenti mascherati. Chiunque ha potuto accedere liberamente all’arenile, anche con proprie attrezzature, potendo comunque usufruire gratuitamente di docce, servizi igienici e di una spiaggia pulita e sicura. La mobilitazione di questa mattina lo dimostra.

Tutti i cittadini sono stati accolti senza limitazioni, se non quelle derivanti dalla legalità, dalla tutela del bene comune e dalla pubblica decenza e, soprattutto senza discriminazioni di alcun genere. Nonostante la vastità dell’area ed il carattere di libero accesso,  Capocotta, in questi anni, è stato un luogo sicuro grazie all’attività di sorveglianza costante degli ex gestori ed alla collaborazione da questi instaurata con le forze dell’ordineCon l’attività di servizio svolta, inoltre, le imprese assegnatarie hanno creato importanti opportunità di occupazione arrivando ad impiegare, nel corso della stagione estiva, circa centocinquanta persone, regolarmente assunte e distribuite sui vari lotti. Persone che oggi sono tornate ad infoltire le fila dei disoccupati e che aspettano tempi migliori usufruendo del sussidio di disoccupazione e dunque gravando sulla spesa pubblica.

Ma, soprattutto, la gestione di questi quindici anni ha fatto di Capocotta un modello da imitare e riproporre, ovunque si intenda conciliare la libera fruizione dei cittadini con la tutela di un ambiente di grande pregio, come quello delle dune litoranee: pur in presenza di un’elevata frequentazione della spiaggia, le dune hanno visto crescere la vegetazione che le ricopre di oltre il 35%, raggiungendo un livello di rigogliosità ed integrità dei cordoni dunali che non si vedeva da oltre quarant’anni. Un percorso virtuoso a cui, oggi, dovrebbe essere garantita continuità, non bruschi arretramenti.


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