30/1/2016 – Raramente il nome di una rassegna è così azzeccato: Santa Cecilia al volo. Addirittura triplice il senso. Intanto il più ovvio: mini-concerti estemporanei dell’Accademia di Santa Cecilia all’aeroporto. Ma, appunto, estemporanei: musica classica – suonata bene da talenti in erba – in confezione easy, da ascoltare in attesa dell’imbarco, col bagaglio a mano accanto: dunque “al volo”. E c’è anche un terzo senso possibile: Santa Cecilia che dedica “al volo” alate sequenze di arpeggi e terzine. Come dire: un crescendo è in fondo una cabrata e un diminuendo un abbassamento di quota, prima di atterrare sulla cadenza finale…
E ci si è messo il capo-pilota a far staccare il carrello ai concerti “al volo” a Fiumicino: giovedì 16, al terminal 1, c’era Antonio Pappano in persona al pianoforte con il primo violino di Santa Cecilia, Carlo Maria Parazzoli. Insieme hanno eseguito Brahms e laCsárdás di Vittorio Monti. E per venti minuti il terminal s’è librato in aria come un aliante, senza interrompere il suo affaccendato tran-tran di zaini e chiamate dagli altoparlanti.
Dopo il blasonato esordio Santa Cecilia al volo si ripete all’aeroporto Leonardo Da Vinci ogni giovedì, agli imbarchi B e D. Suonano giovani pianisti dei corsi di alta formazione dell’Accademia, allievi della JuniOrchestra, coristi e cantori ceciliani. Venti momenti musicali fino a maggio 2016, un repertorio a tutto campo che va dal Barocco al jazz passando per Haydn, Mozart, i romantici, Chopin, Rossini, Verdi, il Novecento, la canzone napoletana…
E con questa rassegna arrivano a Fiumicino ben quattro pianoforti a coda, suonabili anche dai passeggeri che possono registrare le loro performance e – se vogliono – mandarle online sui profili social di Aeroporti di Roma.
Un’indovinata operazione di marketing culturale. E un bel modo di dare il benvenuto ai turisti e ai pellegrini del Giubileo. Il programma dei venti concerti “al volo” è sul sito dell’Accademia di Santa Cecilia.