15/01/2015 – Allarme bomba a Fiumicino ieri intorno alle 20. Mentre nello scalo romano Leonardo Da Vinci, il più grande in Europa, stava per decollare un volo della compagnia “Niki” diretto a Vienna, a bordo dello stesso una coppia italiana ha notato lo strano atteggiamento di un passeggero di origine slovena. L’uomo teneva in mano, secondo una prima ricostruzione, un congegno elettronico simile a un contapassi. Quando la coppia gli ha chiesto cosa fosse, il cittadino sloveno ha risposto lasciando credere che fosse un congegno per far esplodere gli aerei. La coppia ha immediatamente allertato il comandante e di lì è scattata la lunga procedura antiterrorismo.
Gli agenti della Polaria hanno subito circondato il velivolo insieme a Vigili del Fuoco e artificieri isolandolo alla testata della pista 2, sono saliti a bordo e hanno individuato l’uomo. Bloccato, lo sloveno non ha opposto resistenza ed è stato preso in consegna affinché fosse portato negli uffici di Polizia giudiziaria per ricostruire l’accaduto e stilare così un verbale.
Dal momento della diramazione dell’allarme bomba, per due ore il Leonardo da Vinci è rimasto paralizzato. Immediato il divieto di partenza per tutti i voli in programma dalle 20 in poi. Per quelli in arrivo istruzioni chiare e perentorie: atterrare su una sola pista, la più lontana possibile dall’hangar in cui era stato isolato il velivolo della “Niki”. Tre dei voli diretti a Fiumicino, inoltre, sono stati fatti atterrare per precauzione a Ciampino.
L’aereo, con 82 passeggeri a bordo e 6 membri dell’equipaggio, nel momento in cui è scattata l’allerta era già in rullaggio e pronto al decollo. Mentre la macchina antiterrorismo entrava in azione, i passeggeri (esclusi naturalmente i diretti interessati) sono stati lasciati all’oscuro della situazione per evitare che si diffondesse il panico e la situazione precipitasse nel caos con la scusa che il volo sarebbe partito in ritardo a causa di un piccolo problema tecnico. Non appena le forze di polizia hanno ottenuto il controllo della situazione a terra, il comandante ha dato l’ordine ai passeggeri di lasciare con calma l’aereo. Una volta messi al sicuro tutti i passeggeri, lo sloveno è stato ammanettato e arrestato.
Sul posto occupato dall’uomo è stato effettivamente ritrovato il congegno elettronico che aveva dato l’avvio all’intera vicenda. La minuziosa perquisizione dell’aereo, sopratutto della stiva in cui sono custoditi i bagagli, ha dato – però – riscontro negativo. Nonostante siano state utilizzate modernissime attrezzature in grado di rilevare esplosivi nella pancia del velivolo, fortunatamente non sono stati trovati ordigni né pacchi o bagagli di dubbia provenienza.
Interrogato dalla Polizia, lo sloveno ha dichiarato che gli italiani avrebbero capito male le sue parole. Questo però non gli è stato sufficiente, comunque, a evitare l’arresto per procurato allarme.
Nello scalo romano, intanto, le normali attività di volo sono riprese solo verso le 22.30, mentre l’allarme bomba è rientrato completamente solo alle 23 circa, quando sono stati terminati gli ultimi controlli sull’aereo.