
26/03/2025 – Un messaggio profondo quello del direttore della moschea di Ostia Yousef Almoghazi, espresso in occasione della festa islamica di qualche giorno fa presso il Centro di Via del Sommergibile, nuova Ostia e che potrete seguire in video in fondo all’articolo. Più di quindici anni ormai di un lungo percorso storico di integrazione, ancora però non finalizzato in alcun strumento istituzionale. Questo è purtroppo il segno della debolezza della nostra politica e della nostra cultura. Chi sarà capace di trasformare Ostia in un modello per Roma, per l’Italia, l’Europa e il mondo intero? Ancora attendiamo, con speranza.

Un appello, quello di Yousef Almoghazi (nel video in fondo), che ci parla dell’importanza che la cultura delle radici familiari possa essere una garanzia di socialità, integrazione, crescita anzitutto dai ‘giovani musulmani’ tanto spesso agitati da diversi media e da non poche istituzioni come motivo di pericolo, di violenza e di disgregazione dei tessuti minorili, giovanili e in genere sociali.
“I nostri giovani al centro del nostro cuore e della nostra forza”.
Si perchè, da quello che vediamo accadere, è chiaro che l’approccio attuale (che ci parla da un lato di controllo di polizia e dall’altro di assistenzialismo sociale e mediazione culturale – approccio laicista – non funziona).

Oltre questo la richiesta, l’ennesima volta, di garantire la costituzione italiana lì dove sottolinea l’importanza di concedere pari opportunità, il che si traduce anche nell’aiutare ad avere un luogo ufficiale, istituzionalmente garantito, per pregare e incontrarsi, non solo tra musulmani, ma anche con gli altri cittadini, laici o religiosi che siano, senza doversi ‘nascondere’.
E’ sempre più chiaro infatti, che per storia millenaria e per sensibilità e identità stratrificata nella storia, Ostia possa essere una piccola ‘nuova Gerusalemme’, un luogo ad esempio per Roma, l’Italia, l’Europa, il mondo.
Sono decine di migliaia i cittadini lidensi e italiani di fede musulmana che vivono ogni giorno accanto a noi; li vediamo nelle scuole, li incontriamo nelle strade, nei parchetti, sono attivi nel tessuto commerciale del territorio.

Ancora una volta hanno voluto dare un segno molto forte della loro volontà al dialogo, oltre che nei contesti sociali e civici, anche nei luoghi della loro cultura profonda e ‘la giornata dell’amicizia’, come viene intesa, (Ramadan-Iftar) che intercorre nel festività islamica, è stata nuovamente, come ormai tradizione ogni anno, l’occasione per invitare tutti i cittadini, laici e di altre fedi, a passare del tempo con loro perché ciò che ci unisce è molto molto di più di quello che alcuni sottolineano per separare.

Una società civile, un’istituzione, che intende le culture separate dalla loro profonda radice, che è nella preghiera e nella storia dei culti, non considerandole, toglie l’anima delle comunità; un certo pensiero laicista rischia di tradurre in ateismo pubblico le relazioni tra la gente, le famiglie, perdendo così l’opportunità fondamentale di riconnettere gli esseri umani con un’identità fondativa delle coscienze e una consapevolezza di convivenza civile ricca e rispettosa che ha la sua origine nella notte dei tempi.

Però, non si può sottointendere, c’è un problema e non da poco che gli amici musulmani devono poterci aiutare a risolvere inter mediando con i loro paesi di origine per poi avere qui da noi un appoggio chiaro e concreto:
“reciprocità”: anche nei paesi di cultura religiosa islamica deve poter essere accolto il culto alle altre fedi e in maniera pacifica e a con pari dignità.

La millenaria storia di Ostia porta nel nostro DNA, nell’eredità della nostra particolare identità cittadina, che ci racconta sempre di incontro, ascolto, dialogo e per questo il nostro Territorio può essere un esempio non solo per Roma, ma per la nazione e per l’Europa.
Appiattire, annacquare, cancellare i culti, le culture a chi gioverebbe? Forse solo a un pensiero unico o a una cultura che voglia essere di fatto l’unica.
Ostia questo non può renderlo possibile. Mettetevi l’anima in pace.

Come per l’attenzione per i culti cristiani, oggi non solo cattolici, ma ortodossi, protestanti, come per la possibilità data già da almeno venti anni alla comunità ebraica lidense, che su Ostia ha avuto in concessione uno spazio per coltivare le loro tradizioni, ancora una volta si rinnova il desiderio per le decine di migliaia di musulmani lidensi, di avere un luogo ufficiale e con l’appoggio istituzionale per la loro cultura e per traghettare quindi, famiglie, gruppi di diversa filiera inter nazionale verso luoghi comuni, dove non disperdersi ciascuno nei propri ‘ghetti’, perché la separazione e l’isolamento sono pericolosi.
[QUI IN ALTO IL VIDEO DI LANCIO DELLA ‘CENA DEL RADUNO’ DOVE I REFERENTI DEI CENTRI DI CULTO SUL TERRITORIO SI SONO INCONTRATI ALLA SCUOLA SEGURANA (OGNI 30 GENNAIO fino all’anno 2019 dove venne firmato insieme un documento d’intenti) RICORDANDO IL GIORNO NEL QUALE IL MUNICIPIO X HA ISTITUITO L’UFFICIO DELLA PACE (MAI AVVIATO) APPUNTO IL 30 GENNAIO 2015]
Quanto sarebbe infatti importante soprattutto per i giovani e giovanissimi italiani musulmani anzitutto incontrarsi con le famiglie in posti di cultura dove agganciare la loro personalità in formazione e in prospettiva sociale con i valori e gli insegnamenti.
Si ringrazia il prof. Guido Antiochia e la prof.sa De Meo Concetta (Titti) per le immagini e i video (commissione cultura prefettura XXVI, Ostia-diocesi di Roma / messaggio nella bottiglia – comunicazione e interparrocchialità). Si ringraziano Pino Rampolla e Carla dell’Aversana.
Sdt