19/02/2025 – Per difendere qualcuno ci vuole testa ma anche una ‘Luce’ sul cuore.
“Ci sono persone che nonostante respirino non sono vive. Noi no, noi siamo qui, per loro.”
A parlarci è l’avvocato Rita Mautone, da decenni al servizio dei più fragili con le armi della legge e della giurisprudenza. Professionista attiva non soltanto nelle aule di giustizia, ma soprattutto disponibile tra la gente, a difesa del territorio, spesso delle organizzazioni a loro volta coinvolte nella giustizia sociale, nel concedere a tutti pari opportunità, nella silenziosa battaglia contro la criminalità psicologica strisciante tra le case e le comunità cittadine, tra quel male e malessere sempre in agguato che mina la cellula della nostra società civile, la famiglia, la persona.
Spesso, nelle nostre metropoli apparentemente ultra civilizzate e tecnologiche, nel bel Paese grande tra i grandi del mondo, nel pianeta dell’intelligenza artificiale e delle meraviglie multimediali sempre nuove, che si prepara a sbarcare nuovamente nello spazio con mezzi sempre più sofisticati, ci sono persone che fanno fatica a rimanere in piedi su questa terra, dentro casa loro.
“Iustitia ad invincem”: giustizia gli uni verso gli altri, la traduzione letterale, è un motto, un’idea forza, una strategia. Ma è anche l’organizzazione, un pool di professionisti della legge che via via ha fatto quadrato intorno all’avvocato Mautone.
“Iustitia ad invincem” è il ‘documento progettuale’ che piano piano si è costituito attraverso il lavoro e la specifica identità territoriale acquisita nei decenni; “associazione contro ogni tipo di violenza fisica e psicologica che opera sul territorio dal 1999 ed ha come obiettivo quello di dare una guida legale e psicologica a tutte le vittime di tali crimini”.
Accanto all’Avvocato Mautone si stanno affiancando anche altre professionalità in una logica di rete multidisciplinare; a breve infatti verrà pubblicato l’aggiornamento dell’ organico sempre più copioso di professionisti eccellenti e “dal grande cuore”, tiene a specificare Mautone.
La prassi di rete sul territorio è fondamentale; il fatto che il municipio X di Roma si sia munito recentemente di un OSSERVATORIO ALLA LEGALITA’ è certamente nella giusta direzione anche per associazioni come questa.
Si perché, molte sono state le battaglie nella città, tante le realtà supportate, storiche le personalità che l’associazione ha affiancato nella lotta per equità e giustizia sociale; una tra tutte: associazione AFFABULAZIONE doc. rendendola con la competenza legale baluardo di una periferia fisica ed esistenziale, difendendola da attacchi di ogni tipo quando essa si ergeva a difesa del sociale e della cultura.
Come testimonia l’immagine di “iustitia ad invincem” qui accanto. “Questa infatti è un’opera di immenso valore che ci rappresenta, il cui autore è il grande attore e regista e artista a 360° Massimo Bologna, marito della parimenti talentuosa attrice, Giorgia Jorio; figlia del grande pittoscultore e poeta Giorgio Jorio.”
Tante volte le vittime del crimine sono solo l’anello debole lì dove si abbatte la ‘violenza’ di una società fuori controllo ma anche, forse soprattutto, l’assenza delle strutture che dovrebbero tutelare; “riportiamo equilibrio in un mondo squilibrato, giustizia dove non c’è, armonia e gioia dove non c’è mai stata”. Conclude l’avvocato.
A questo punto l’ ufficio di un legale, l’associazione anti crimine, può essere non soltanto l’arma contro il criminale, ma il raccordo forte che smuove le istituzioni con assoluta autorevolezza, alla collaborazione ‘con imperio’, con determinazione.
Si perché, sebbene le varie agenzie educative socio culturali, le organizzazioni debbano aiutarsi ‘le une con le altre’ senza cadere nel campo minato del conflitto di autorità e della polemica occorre a volte che la palude di alcune situazioni stagnanti e immobili venga sbloccate.
Questa riflessione l’apprendiamo purtroppo con un caso seguito sui social dall’avvocato Mautone e che ci racconta una storia agghiacciante che vogliamo riportare:
“Mattia si è tolto la vita a 15 anni in un parco della provincia di Cagliari.
La sua mamma Emanuela scrive un messaggio che strazia il cuore, in cui si immerge nel buio che lentamente ha chiamato a sé Mattia fino a rapirlo.
“Mattia era il nostro bambino, aveva 15 anni ed era estremamente intelligente e, come tutte le persone particolarmente intelligenti, era tremendamente sensibile. Una sensibilità che lo faceva sentire diverso e non compreso.
Gentile e affettuoso, vivace, allegro… Ma si sentiva anche incompreso, spesso con poca autostima causata da quegli adulti che sin da piccolo lo hanno tormentato, umiliato, bullizzato solo perché non si uniformava ai suoi compagnetti, perché amava abbracciare gli amici o perché per lui stare seduto per 6 ore era difficile.
Mattia ci ha scritto: “Sono morto a 6 anni” per farci capire che il suo tormento ha origini lontane.
In seconda media, nell’animo sensibile del nostro bambino qualcosa si spezza; non sappiamo cosa sia stato, forse l’esclusione dalla gita scolastica o forse il fatto di essersi sentito per l’ennesima volta tradito da quegli adulti che avrebbero dovuto comprenderlo e guidarlo.
Qualunque cosa sia stato, Mattia ci ha detto che quell’anno ha capito quanto dolore avesse dentro, e quanto questo lo logorasse.
Si sentiva tanto solo, aveva tolto Whatsapp perché nessuno dei suoi amici lo chiamava per chiedergli: “Come stai”? e poi è arrivato il buio a riempire la sua stanza e i pianti tutte le notti.
La scuola non lo comprendeva, e per Mattia era solo un posto in cui si sentiva etichettato.
Mattia in tutto questo tempo ci ha nascosto il suo disagio; solo tra gennaio e febbraio siamo riusciti a percepire che non stava bene. Abbiamo informato la scuola, contattato un consulente psicologico, cercato di prenotare una visita in neuro psichiatria infantile. Abbiamo cercato di chiedere aiuto e purtroppo, per Mattia e per noi, ci siamo scontrati con l’indifferenza della scuola, con un consulente psicologico che lo ha abbandonato quando il suo supporto si rendeva ancora più necessario, e per finire un reparto di neuropsichiatria che mi ha contattata solo il giorno dopo la scomparsa di mio figlio a causa della pessima gestione della mia richiesta di aiuto.
Perché ho raccontato tutto questo? Perché io e mio marito siamo stanchi di sentire che la morte del nostro bambino viene trattata dai nostri concittadini come un pettegolezzo da bar.
Mio figlio era un bambino di 15 anni, era deluso dagli adulti, dalle istituzioni, le stesse che non hanno reputato neanche di dover proclamare il lutto cittadino, nonostante il mio bambino abbia scelto un parco diventato luogo degradato, per porre fine alla sua vita, e la sua non è stata una scelta casuale.
Nostro figlio sarebbe potuto essere uno dei vostri figli, il figlio del sindaco, dello psicologo e di chi risponde al maledetto telefono di un reparto di neuropsichiatria infantile. I suoi pensieri sono i pensieri dei vostri figli, e chiunque potrebbe ritrovarsi come me e Christian, disperati per non essere riusciti a salvare il proprio figlio.
Sono trascorsi mesi da quel maledetto giorno, mesi in cui noi non ci diamo pace, in cui nostro figlio ci manca come il respiro; sono trascorsi mesi e ne passeranno tanti, tanti altri in cui noi continueremo a soffrire. Ma sono passati anche mesi che avrebbero dovuto far riflettere tutti quegli adulti che, in un modo o nell’altro, hanno tradito nostro figlio e tradiscono ogni giorno i figli di qualcun altro.
Mattia ci ha detto che ci amava, e soltanto di questo purtroppo noi ci potremo nutrire. Concludo chiedendovi di condividere, nella speranza che qualcuno comprenda quanto sia necessario tacere se non si sa o non si conosce, ma soprattutto portare rispetto ad un bambino di 15 anni che non è riuscito a sopportare il male del mondo.”
Lo studio Legale Mautone cerca praticanti avvocati abilitati che vogliano imparare davvero la professione forense, motivati, disposti al sacrificio e che siano disposti a viaggiare.
Se veramente si vuole intraprendere una guerra a difesa degli indifesi, con la forza della legge e con la nobiltà del cuore allora l’associazione ti sta aspettando.
E’ possibile entrare in contatto attraverso la pagina social:
https://www.facebook.com/share/1KubjWsdpq/
sdt