Esplosione di Dragoncello, Aurora e la sua mamma sono morte


28/12/2016 – Non ce l’hanno fatta Aurora e la sua mamma Debora. Pochi minuti fa – alle 20,30 circa, sono stati individuati i cadaveri delle due. Lunghi i lavori che hanno portato al recupero. I vigili del fuoco, quando ormai dai cani molecolari era arrivata la conferma che non c’era più nessuna persona in vita, hanno dovuto rimuovere il solaio dell’edificio crollato sulle due. Il primo corpo ad essere estratto, che si trova accanto a quello della figlia, è stato intorno alle 20,45 quello della 45enne che non dava più segni di vita ormai da ore, e che ha distrutto le ultime flebili speranze che potessero ancora essere vive. Pochi minuti dopo la mamma anche la bambina è stata estratta dalle macerie. Aurora, 8 anni, e la sua mamma Debora, insegnante di italiano alla Marco Ulpio Traiano di Dragona che frequentava anche la figlia, sono rimaste coinvolte nel crollo della palazzina in via Giacomo della Marca a Dragoncello dove vivevano. Poco dopo le 14 di oggi, mercoledì 28 dicembre, l’edificio al civico 44 è stato completamente devastato da quella che al momento sembra essere un’esplosione provocata da una fuga di gas. Per tutto il pomeriggio i vigili del fuoco intervenuti con circa 40 uomini hanno scavato tra le travi della palazzina ormai ridotta ad un cumulo di macerie estraendo, fortunatamente ancora in vita gli zii della bambina. Sono stati proprio loro – il fratello della donna e la moglie -, ricoverati al Grassi di Ostia e al policlinico Gemelli, a fornire indicazioni sul luogo dove si trovavano Aurora e la sua mamma. Secondo quanto raccontato infatti le due si trovavano in cucina vicino al divano. Ed è proprio nei pressi della seduta che in serata i vigili sono arrivati scavando tra le macerie trovando i due cadaveri.
«Ho appena appreso che Debora e Aurora non ce l’hanno fatta. Le parole non riescono a descrivere questo immenso dolore. Roma oggi piange e si stringe attorno a Massimiliano e Lorenzo». Lo dice su facebook il sindaco di Roma Virginia Raggi che nel pomeriggio si era recata a Dragoncello sul luogo dell’esplosione.

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