“La richiesta avanzata martedì 14 ottobre dai legali di Maurizio Falcioni, il 35enne che picchiò la fidanzata, Chiara Insidioso Monda, fino a ridurla in coma, riaccende i riflettori sulle norme legate all’incapacità di intendere e di volere. Chi uccide o usa violenza in un modo così grottesco ha indubbiamente perso ogni equilibrio psichico, ma può questo continuare a rappresentare un’attenuante così decisiva da ribaltare, spesso, una condanna per un reato così grave? Ritengo che in Italia non ci sia, su questo punto in particolare, una legislatura idonea a gestire l’escalation di violenza che rimbalza quotidianamente “al disonore” della cronaca nera. Gli articoli 85, 88, 89 e 90 del codice penale, che riguardano proprio l’incapacità di intendere e volere, sono vaghi e pleonastici. La linea di demarcazione tra “capacità” e “incapacità” non ha una base oggettiva, ma dipende da un punto di osservazione che, pur collocato in ambito scientifico, è pur sempre da considerarsi soggettivo. Si tratta di situazioni che vanno ponderate con alto senso di responsabilità e per questo è auspicabile predisporre leggi più chiare e oggettive, meno contraddittorie, che mettano i cittadini su di un piano di reale uguaglianza davanti alla legge e che garantiscano Giustizia, per quanto possibile, alle vittime di violenza e ai loro familiari”. Lo dichiara Cinzia Pellegrino, referente per Roma Capitale del Dipartimento di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale dedicato alla tutela delle Vittime di violenza.