Mucha a Palazzo Bonaparte: i volti della bellezza veicolo di pace


8/10/2025 – Il suo nome è legato ai suoi poster. Manifesti che hanno segnato un’epoca, la sua arte e anche la sua esistenza.

Ad Alphonse Mucha (Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939) è dedicata la mostra che apre i battenti domani a Palazzo Bonaparte (fino all’8 marzo).

Una rassegna particolare e per la presenza di alcune tra le opere più significative dell’artista e per l’allestimento di Arthemisia che, con eccellente intuito, ha predisposto unendo il filone artistico di Mucha al periodo da lui vissuto. Ed ecco allora gli arredi e gli oggetti della Belle Epoque a completare la mostra.

Ma c’è di più, molto di più. Mucha, con i suoi manifesti ha raccontato la bellezza femminile ed ha avuto modo di apprezzare l’arte italiana, quella del primo Rinascimento e di Botticelli in particolare.

Ed ecco l’intuito, l’idea geniale che è anche un’occasione unica per il visitatore. Accanto alle opere dell’artista, in qualità di ospite d’onore, a Palazzo Bonaparte è esposta la Venere di Botticelli. Un prestito eccezionale da parte dei Musei Reali- Galleria Sabauda di Torino. Il capolavoro è esposto nella sezione Parigi a ricordare come la capitale francese sia stata un punto di svolta per Mucha.

Nella primavera del 1899 riceve infatti una commissione assai complessa dal governo austro-ungarico, che lo incaricò della decorazione del padiglione della Bosnia Erzegovina all’Exposition Universelle.

Cambia tutto ed arrivano anche i manifesti pubblicitari (birre, sigarette, cioccolata). Una vera rivoluzione e l’artista sarà per sempre legato alle sue creazioni che hanno sempre avuto come ispirazione la figura femminile, l’universo femminile, quello della dolcezza oltre la bellezza, oltre gli stereotipi. Bellezza come veicolo di pace per elevare lo spirito e quindi non fine a se stessa.

Ed ecco il legame con Botticelli e con Giovanni Boldini e Cesare Saccaggi. Nell’esposizione romana sono infatti presenti anche loro con alcuni dipinti.

Non poteva mancare Sarah Bernhardt che cambiò la vita di Mucha che effigiò nel 1894 in un poster pubblicitario per il dramma “Gismonda” di Victorien Sardou. La finezza del disegno convinse la divina Sarah a stipulare con Mucha un contratto della durata di sei anni (dal 1895 al 1901), durante i quali egli disegnò manifesti, scenografie teatrali, costumi e gioielli, lavorando occasionalmente anche come consulente artistico.

Per tornare alla mostra, sette le sezioni ed oltre 150 le opere esposte a celebrare il 25° anniversario di Arthemisia.

Esposta la preziosa serie “Pietre preziose”, “Le stagioni”, “Le arti” (ed in proposito questa sezione è anche profumata in quanto sono stati riprodotte apposite fragranze). E come non citare “Job” e “Primrose”.

All’anteprima della stampa era presente anche il pronipote di Mucha del quale ci ha colpito una affermazione: “Lui desiderava che chiunque vedesse le sue opere fosse felice”.

E c’è bisogno di arte e di bellezza in questi momenti bui.


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