8/5/2025 – La fumata bianca arriva a sorpresa, inaspettata alle 18.08. Densa, inequivocabile.
La folla che attende si precipita sotto la loggia elevando un urlo liberatorio.
Poco più di un’ora dopo, alle 19.12, l’annuncio “Habemus Papam” da parte del protodiacono Dominique Mamberti. Il nome: Robert Francis Prevost.
Poco prima il cardinale eletto dal collegio cardinalizio ha scelto il nome papale: Leone XIV. Il suo non è un saluto estemporaneo come i suoi più recenti predecessori, segno evidente che ha voluto ponderare, scrivendole, le prime parole rivolte a Roma e al mondo.
“La pace sia con tutti voi e con tutta la terra. Una pace disarmata e disarmante..”. Poi il ricordo di Papa Francesco che “benediva Roma e il mondo intero”.
È il suo primo discorso ed è in un italiano quasi perfetto. D’altra parte in questi ultimi anni Prevost ha soggiornato nel nostro Paese dove Bergoglio lo ha nominato cardinale nel 2023.
Afferma che “il male non prevarrà”, che bisogna “essere uniti, mano nella mano a formare un solo popolo”.
Ci tiene, a dichiararsi “figlio di Sant’Agostino”.
Una elezione veloce quella del nuovo Pontefice, il 267° vescovo di Roma, giunta al termine della terza votazione. A ribadire l’unità dei 133 cardinali riuniti nella Cappella Sistina, chiamati ad un compito difficile, considerando il tragico periodo storico che il mondo intero sta vivendo attanagliato da quella che Francesco aveva definito “guerra mondiale a pezzetti”.
L’elezione arriva in un giorno particolare per la chiesa che celebrala Madonna di Pompei. E Prevost lo ricorda.
Non è un caso la sua elezione. Piuttosto un messaggio, una esortazione ai “potenti della terra” a deporre le armi. Un messaggio che attraversa l’oceano e giunge anche negli Stati Uniti, dove è nato.
Lui, il primo Papa statunitense invita a costruire ponti e sembra seguire le orme del suo predecessore.
Ha scelto un nome inaspettato come la sua veloce elezione. Un nome antico: Leone XIII era diventato Papa nel 1878.
Inizia così un nuovo percorso per la Chiesa cattolica e l’elezione di Prevost sembra essere un chiaro segnale politico.
Il tempo, la storia diranno se l’appello invocato da tutti i Pontefici dell’era moderna, sarà ascoltato.
Il tempo, la storia, diranno se il percorso appena iniziato seguirà i passi di Papa Bergoglio che fino ala fine ha invocato la pace.