30/1/2025 – Il mare di Roma? È la località balneare peggiore d’Europa. Lo afferma il giornalista Tim Jepson in un suo articolo pubblicato qualche giorno fa sul quotidiano inglese The Telegraph.
Jepson rincara la dose quando afferma: “sabbia accettabile”, ma con un’acqua che “è meglio evitare”.
Un’affermazione che fa discutere e che sta suscitando indignazione e levata di scudi da parte di amministratori e cittadini.
Il giornalista, scrittore e appassionato viaggiatore, afferma anche di aver frequentato il Lido di Roma “da giovane” nel periodo in cui ha vissuto nella Capitale e dice di aver visto “Come sfondo, file di palazzi moderni senza quasi traccia di verde. Forse l’acqua è migliorata negli anni, ma non ho mai avuto il coraggio di tornarci”.
Al di là di tutte le considerazioni, c’è da dire che per fortuna negli anni il mare di Ostia è più pulito e lo si deve ad una serie di provvedimenti presi dal Comune di Roma negli anni ’90 a cominciare dalla costruzione di tre depuratori, uno dei quali interamente a disposizione del territorio lidense.
L’occasione è ghiotta per fare il punto sulle condizioni attuali del Lido e chi meglio di Fausto Testaguzza? Laurea in ingegneria, ex consigliere Verde nell’allora Circoscrizione XIII dal 1987 al 1991, nato ad Ostia e promotore di tante battaglie per la tutela dell’ambiente.
Un commento su quanto scritto da Jepson.
Ovviamente non è così. Ma dobbiamo in un certo senso ringraziare il quotidiano inglese The Telegrafh che ha definito brutte le spiagge di Ostia e Fiumicino, perché ci ha fatto prendere di nuovo coscienza di quanto sia lontano l’obiettivo di vedere questo territorio finalmente valorizzato all’insegna di un turismo sostenibile che crei benessere economico e sociale utile a migliorare la vita dei suoi abitanti. Questi i motivi che 30 anni fa ci hanno spinto a far nascere l’Associazione Culturale Civiltà Nova.
Cosa manca per far decollare il mare di Roma?
In primo luogo un’Amministrazione composta di persone che conoscano e amino questo territorio che non ha solo la più grande Riserva Naturale d’Italia, ma anche un’area abitata da circa 300.000 abitanti (tra i più giovani di Roma) e che si trova a due passi dall’aeroporto di Fiumicino. Ed ancora, il patrimonio storico, la nautica da diporto lungo le foci del Tevere per le circa 10.000 imbarcazioni che ne fanno ormai da decenni il più importante porto del Mediterraneo per il diporto. Roma è una città di mare da sempre e ce lo dice l’Antica Roma che seppe sfruttare il Tevere e il lido come fonte di commercio e cultura. Questo è un territorio certamente non povero di residenti e di valori materiali e ambientali di grande pregio, ma che da sempre soffre di una gestione di politica e amministrativa inadeguata che non ha finora valorizzato questo grande patrimonio civile e culturale che è racchiuso nel Litorale Romano. Una Roma straordinaria e universale che ha finora sempre fagocitato e narcotizzato sul nascere ogni tentativo di valorizzare, ad esempio, il turismo balneare a Ostia e quello nautico a Fiumicino, basta solo ragionare un attimo sui numeri disponibili e le qualità dei luoghi. Noi di Civiltà Nova lo diciamo dal 1994.
Torniamo al mare, all’erosione della costa.
Sicuramente tra i fattori ci sono i cambiamenti climatici e il conseguente innalzamento delle acque. Dal punto di vista tecnico le numerose dighe costruite negli anni contribuiscono ad accumulare i detriti importanti. Insomma c’è il pro e il contro come in tutte le cose e bisognerebbe tenerne conto per nuovi progetti che possano servire a limitare i danni. Ecco perché auspico, come dicevo, un cambio di passo che deve passare inevitabilmente da amministratori del territorio competenti in politica e in campo ambientale. Serve un fervore intellettuale. Le faccio un esempio. Quando mi sono messo al lavoro per la Riserva del Litorale romano con Italia Nostra, abbiamo coinvolto le scuole e quindi le nuove generazioni che devono poter conoscere l’ambito in cui vivono, amarlo e rispettarlo.