13/9/2024 – Bentornato a Roma Mirò. L’artista catalano mancava da decenni dalla Capitale e finalmente fino al prossimo 23 febbraio sarà possibile ammirare 154 sue opere all’interno di una esposizione che racconta l’arte di un personaggio unico per inventiva e per vena artistica.
È il Museo storico della Fanteria ad ospitare la rassegna prodotta da Navigare, patrocinata dall’Ambasciata di Spagna in Italia, dall’Istituto Cervantes di Roma, Regione Lazio e Città di Roma.
Una mostra curata da Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo.
“Il costruttore di sogni”, questo il titolo dell’esposizione, è un percorso lungo circa 60 anni con opere realizzate tra il 1924 e il 1981, quindi fino a due anni prima della sua scomparsa.
Il linguaggio artistico di Joan Mirò è a dir poco rivoluzionario, ricco di sperimentazioni ed influenzato da eventi storici (Guerra civile in Spagna) e conoscenze e frequentazioni con altri artisti quali Picasso e Dalì.
Le sue pennellate dai vivi colori sono solo apparentemente casuali. Le “macchie” sono invece scientificamente poste sulle sue composizioni. Sta all’osservatore identificare il giallo del sole, il blu del cielo, il nero del dolore.
L’anima dell’artista va incontro all’anima di chi osserva le sue opere per completarsi.
Poco conosciute al grande pubblico, poiché appartenenti a collezionisti privati italiani e francesi, le opere in esposizione sono presentate in un percorso diviso in 8 aree tematiche: Litografie; Manifesti; Poesia; Ceramiche; Derrière le Miroir; Pittura; Musica; Miró e i suoi amici, ognuna delle quali riferita alle passioni e agli attraversamenti dell’arte di Miró.
In particolare, tra le opere che saranno esposte, spiccano numerose litografie curate da stampatori e incisori di eccellenza come Fernand Mourlot, al quale si deve la perfetta e ineguagliabile resa di colore nel procedimento di stampa delle preziose opere grafiche. Sono presenti, inoltre, anche alcuni esemplari di ceramiche dipinte a mano e le tavole litografiche disegnate per accompagnare i versi di Parler Seul del poeta dadaista Tristan Tzara (1950), oltre ai bellissimi bozzetti per la messa in scena di L’Uccello Luce (1981) di Silvano Bussotti, realizzati in occasione della Biennale di Venezia. L’esposizione è arricchita anche da una piccola sezione intitolata Miró e i suoi amici comprendente una decina di opere di Man Ray, Picasso, Dalí, e fotografie di Cohen e Bertrand, oltre che libri e documenti dei poeti Breton, Éluard, Chair, Tzara per evidenziare le diverse connessioni di Miró con il mondo dell’arte e della cultura del tempo.
Due parole sul Museo storico della Fanteria a due passi da Santa Croce in Gerusalemme. Uno spazio che si sta rivelando particolarmente interessante e che ospiterà nei prossimi mesi mostre dedicate a Ligabue (28 settembre/12 gennaio), Salvador Dalì (16 febbraio/29 giugno), Utrillo (28 marzo/27 luglio).