21/01/2024 – “Non perdete questa occasione: venite a vedere quella Luce che squarcia un buio e un silenzio durato millenni”.
Si terrà mercoledì 24 Gennaio alle 14.15 presso il parco archeologico di Ostia Antica la preghiera per l’unità dei cristiani del Territorio in occasione della settimana ecumenica universale. Da quest’anno l’appuntamento storico si terrà nei luoghi delle radici cristiane lidensi, il cuore della prima domus, la chiesa domestica, la famiglia che accolse il Vangelo di Cristo Gesù per trasmetterlo e contribuendo a testimoniarlo fino ad oggi da tantissimi cristiani.
Sarà presente il vescovo Dario Gervasi e con lui pastori, sacerdoti; cristiani, ortodossi, cattolici, evangelici protestanti. Per il primo anno da mercoledì anche i cristiani copti. Saranno in preghiera insieme nella casa della famiglia Tigriniani, sulla via del Decumano in direzione Porta Marina.
Un momento storico per chiunque potrà partecipare, oggi un’occasione per celebrare una ‘festa di unità ecumenica’; ma il cristianesimo di Ostia scrisse le sue prime pagine con il sangue degli innocenti martiri. A questo la preghiera non potrà non fare Memoria in Cristo da mercoledì prossimo in poi.
In effetti la commissione cultura presideduta da don Leonardo Bartolomucci ha voluto fissare qui la sede della preghiera ecumenica.
La strage cristiana, fatta di uomini, donne, bambini, anziani, sotto i colpi del pensiero unico imperiale del tempo, con la connivenza di culti e culture spesso compromesse con il potere, avvenne nei decenni e nei secoli successivi.
Un’abominio soppresso e represso nel silenzio molto spesso, poiché i cristiani non si oppenavano con la guerriglia o con la partigianeria, né con la lotta politica nei luoghi del potere, né con eccessive lamentazioni, ma contrapponevano la fede nella resurrezione e si lasciavano ‘scannare’. Lo si faceva spesso contrapponendoli anzitutto agli dei romani e greci, presenze immobili e statuarie che certamente non avrebbero potuto replicare imbottiti dell’arroganza e tracotanza di chi si sentiva forte.
A cadere sotto il gladio del potere costituito, solo perché cristiani, persone che proclamavano una nuova vita nella completa non violenza e senza vendetta; questi avvenimenti sono conservati nelle pagine della storia e l’eco di quell’eccidio divenne così importante per il cristianesimo che la chiesa ortodossa conserva la memoria liturgia dell’eccidio dei martiri di Ostia nel proprio calendario, il 30 Gennaio.
Abbiamo recuperato nei documenti un frammento, quasi dimenticato, il racconto del drammatico massacro che si fece di un vescovo, Ciriaco, proprio a poche decine di metri dalla Domus cristiana dei Tigriniani; con lui vennero giustiziati in pubblica piazza una quindicina di neo battezzati, un diacono Archelao, e un presbitero Massimo.
“(…) Ulpio Romolo ordinò che Vescovo Ciriaco, Massimo il presbitero e Archelao il diacono venissero condotti di fronte a lui, ed a loro disse: “Attraverso voi e i vostri insegnamenti sono bestemmiati i nomi degli dei ed ingannate le genti, di modo che non credono secondo le antiche consuetudini”. Massimo il presbitero rispose e disse: “Non noi fuorviamo la gente, ma quanto la grazia di Dio permette per lo stesso (Dio) nostro Gesù Cristo, che la liberiamo dagli errori terreni e la acquistiamo nel suo nome santo”. Allora Romolo disse: “Questi uomini meritano la morte”. Ed ordinò che Ciriaco il vescovo, Massimo il santo presbitero, Archelao il diacono e tutti i soldati fossero decapitati vicino all’arco (di Caracalla) davanti al teatro. Ordinò che i loro corpi fossero gettati in mare. Il beato Eusebio raccolse i corpi, nascondendoli vicino alla spiaggia, nei campi e li seppellì vicino a Roma in luogo sotterraneodella via Ostiense. Nascose Taurino ed anche Ercolano a Porto Romano. Depose il beato Teodoro il tribuno nel suo sepolcro e raccolse tutti gli altri e li mise vicino ai corpi dei santi Ciriaco vescovo e Massimo il presbitero, Dopo cinque giorni Romolo ordinò che la benedetta Aurea fosse portata di fronte a lui (…)” [“Acta martyrum ad Ostia Tiberina”, traduzione della versione latina di un antico manoscritto greco che era conservato in Vaticano, pubblicato da Simone De Magistris nel 1795.]
Oggi è importante che dalla terra di Ostia non riemergano solo le pietre delle antiche chiese, ma qualcosa che va più in profondità, le pietre vive del cristianesimo di Ostia: le memorie che ricollegano gli antichi cristiani con quelli di oggi.
E poi è importante accendere la Luce sul sangue sparso degli innocenti sotto il prepotente strapotere soverchiante di un pensiero che vuole schiacciare l’altro più debole e fragile senza garantirgli l’umanità di un’esistenza.
Oggi nei pressi della Domus Cristiana dei Tigriniani rimane il sarcofago del Vescovo Ciriaco a testimonanza del massacro dei cristiani di Ostia; nelle immagini scolpite dei riferimenti nascosti al cristianesimo camuffati da figure romane del tempo per nascondere e nascondersi ancora da una violenza che ancora non era terminata. Come si vede l’agnello della figura centrale, simbolo di Gesù ‘Agnello di Dio sacrificato‘ è sotto un musico generico.
L’appuntamento allora è Mercoledì alle 14.15 all’ingresso del parco archeologico in viale dei romagnoli (puntuali) per recarci tutti insieme dietro un altro Vescovo, Dario, a pregare nell’unità desiderata da Cristo e dai primi cristiani che si sacrificarono anche per noi e per la nostra libertà vera.
Sdt