29/09/2022 – “Charitas Christi Urget Nos” non è soltanto la frase contenuta nel suo stemma araldico ma è un vero e proprio appello accorato che S.E.R. mons Dario Gervasi, Vescovo ‘di Ostia’ e Roma Sud, ha rivolto verso la periferia della periferia di Roma, la cosiddetta nuova Ostia di fronte ad una escalation di violenza registrata in queste settimane.
L’occasione si è presentata alla festa parrocchiale della chiesa ‘dietro le serrande’ San Vincenzo de Paoli in Via Baffigo. Qui il Parroco Padre Ismah ha preparato una bella iniziativa anche allo scopo di avvicinare le persone del quartiere. Alla preghiera è susseguita la musica addirittura con una cantante lirica.
Tuttavia, in questi ultimi giorni un’aggressione del “branco” in stile malavitoso da parte di giovanissimi di fronte alla scuola del quartiere Carlo Urbani e in queste ultime ore l’ indiscrezione di uno stupro nei confronti di una ragazzina, sempre da parte di un gruppetto di bulli lidensi, non potevano non attirare l’attenzione del Territorio, di Ostia e di Roma e accendere i riflettori anche della chiesa ai più alti livelli e indicare la rotta di una risposta cristiana coerente con la testimonianza verace del Vangelo di Gesù;
Don Dario ha citato una frase famosa di San Vincenzo de Paoli che non da alibi a dubbi:
“Se lasciate l’orazione per assistere un povero, sappiate che far questo è servire Dio. La carità è superiore a tutte le regole, e tutto deve riferirsi ad essa.”
In poche parole, smettere temporaneamente di pregare per svolgere atti di di carità, di Bene, è preghiera, ci riferisce una parrocchiana.
(Tutta la riflessione al vangelo potrete seguirla integrale nel video che prontamente sarà online grazie al servizio del gruppo ‘messaggeri nella bottiglia’ della commissione cultura prefettura di Ostia, diocesi di Roma – ndr https://www.youtube.com/channel/UC0fz5r7XE-5ycMTYYFwzU4w)
Una dichiarazione fortissima non solo ricordata dal Vescovo, che esorta con forza straordinaria all’azione soprattutto in questo periodo in Nuova Ostia, ma una frase identitaria per la parrocchia san Vincenzo de Paoli perché è proprio stata pronunciata dal Santo che oggi stesso sembra rivolgere i suoi occhi su di noi e metterci in guardia.
Ed è anche, senza dubbio, un’espressione scomoda perché ci toglie la comodità di quella cosiddetta ‘carità pelosa’, come la definisce il popolo, quella di chi è chiuso nel suo romitorio in preghiera nel momento in cui la realtà ci interpella da fuori e ci grida aiuto.
E Ostia, la sua periferia, la periferia di Roma grida aiuto, insieme ai suoi giovanissimi, e bisogna che vi sia chi sappia ascoltare ancor prima che incredibilmente conoscitore di scritture sacre o liturgie.
Se in questi ultimi anni la chiesa si è “ristretta” perdendo anche l’attrattiva dei disegni evangelici e coloratissimi dipinti sulle sue serrande, va ricordato che essa è stata un polo sociale importantissimo per il quartiere per decenni e decenni, punto di riferimento per giovani e famiglie.
Anche le realtà laiche che ultimamente si sono attivate, come la palestra sociale, il centro soico culturale e le associazioni, lo skatepark etc, il potenziamento dei servizi di prossimità del mercato appagliatore, il mercato rionale in zona, hanno bisogno di un collante culturale,valoriale, capace di raggiungere le famiglie e i giovani aldilà dello specifico servizio-struttura: una rete relazionale che raggiunge le strade, le piazze, i condomini, e si pone anzitutto in ascolto ancor prima di fornire soluzioni.”
“Porgere l’orecchio del cuore” ripete continuamente Papa Francesco, esperto di relazioni e di periferie fisiche ed esistenziali, prima di proporre cammini e avvicinare coloro che riescono a percorrerli.
L’immagine di San Vincenzo de Paoli che troneggia appena entrati nella chiesetta di Via Baffigo mostra immediatamente la via da seguire, quelle pecorelle fragili e spesso smarrite che Egli incontra fuori dal tempio, accoglie con dolcezza, tiene accanto a sé indicando la via della testimonianza che Lui segue dal Cielo verso il quartiere.
Sdt