MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA – I mussulmani di Ostia festeggiano il fine digiuno invitando i cristiani

Uno storico scatto dalla sala d'armi del Castello Giulio II poco prima dell'affissione della 'pergamena' PACIS che si intravede slla sinistra davanti alla folta barba di Yousef Al Moghazy

01/05/2022 – I mussulmani di Ostia hanno festeggiato il termine del digiuno per il Ramadan invitando i cristiani a partecipare nella fattispecie la segreteria della commissione cultura della prefettura di Ostia (diocesi di Roma) con il consiglio ecumenismo e dialogo religioso in stretto contatto con l’ausiliare Roma Sud Ostia e Ostia Antica Vescovo Dario Gervasi.

Hanno partecipato anche il Presidente del X Municipio Dott. Falconi e rappresentanti della Grande Moschea di Roma; l’evento della folta comunità islamica locale è stato organizzato per l’occasione al centro anziani di via del Sommergibile non avendo ancora (o più correttamente non più) un luogo abbastanza ampio.

Yousef Al Moghazy, direttore della moschea lidense ‘Servi di Dio’, l’associazione ItaliArabi e l’Istituto Culturale Islamico di Ostia si sono incontrati con il prof. Guido Antiochia, il reverendo don Franco Nardin, Salvatore de Stefano della rete Pacis, hanno dunque seguito i festeggiamenti in rappresentanza del mondo cristiano territoriale.

Prossimità e quotidianità permettono conoscenza reciproca e relazioni significative garantendo a cittadinanza e istituzioni quella sicurezza e collaborazione, nel segno dell’identità culturale, capace di fare consapevolezza e coscienza civica. In questo modo il Territorio viene vissuto insieme nel rispetto anziché usato e a volte ahi noi abusato per finalità egoistiche dagli speculatori.

L’incontro riattiva ufficialmente un percorso di ascolto, interrotto in questi anni, ma che è iniziato da almeno un decennio grazie anche al Progetto e la Rete Pacis. 

Negli ultimi anni i rapporti si erano congelati a causa di bruschi interventi. Questo è stato davvero un colpo duro anche per chi con l’Islam locale operava per l’integrazione in senso identitario e non spersonalizzante, tecnico e operativo e non populistico ideologico; la perdita di fiducia verso politici e amministratori fu forte.

Nel corso di questi lunghi anni passati erano stati attivati incontri tra la comunità e il mondo della scuola, dell’associazionismo oltre che attività in relazione con altri centri di culto. L’apertura, rimasta sulla carta, dell’ufficio del dialogo del X Municipio di Roma aveva fatto ben sperare, salvo poi rimanere un ufficio fantasma, una scatola vuota.

Infatti oggi il progressivo dialogo riprende e procede con attenzione e serietà coinvolgendo peculiarmente sedi religiose e centri di culto, dopo che negli anni scorsi purtroppo la moschea lidense venne chiusa d’autorità delle istituzioni politico amministrative a causa di una “discussa” accusa di morosità (sembra abbiano avuto un comodato d’uso gratuito) che è ancora al vaglio della magistratura e che sembra sia frutto più di uno scontro tra politici di partito che di fatti reali. Sta di fatto che la situazione ha costretto migliaia di mussulmani da un lato a chiudersi in loro stessi, dall’altro a vagare senza avere la possibilità di riunirsi se non ospitati dapprima da associazioni amiche e poi con la collaborazione di qualche politico lungimirante nel parco Pallotta per le adunate straordinarie di preghiera, quindi finalmente e tutt’ora in uno spazio pubblico.

La speranza è che il dialogo religioso di prossimità e quotidiano accompagni i fedeli, i credenti di ogni comunità e centro di culto a conoscersi e riconoscersi nel tessuto cittadino anche come custodi di valori comuni necessari sempre più ad edificare una società nuova che si regga sul Cuore anziché sull’ideologia e sul mercato, sui soldi come traino di tutto, meccanismo che ha portato sempre più la speculazione globale a un atteggiamento materialista anche locale che non ha remore nell’usare e abusare anche di religioni e religiosi.

Sdt

 

 


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