Tor Paterno, capitaneria e famiglia ricordano a un anno dalla morte il sub Andrea Gregori


8/7/2016 – L’8 luglio 2015, nei pressi delle secche di Tor Paterno, perdeva la vita il giovane Andrea Gregori durante una battuta di pesca in apnea, sua grande passione di sempre.
Oggi, a distanza di un anno da quel tragico giorno, la famiglia Gregori e la famiglia delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, si sono volute idealmente stringere in un commosso abbraccio in ricordo di Andrea, con una toccante cerimonia in mare con i mezzi della Guardia Costiera e dei numerosi diving ed associazioni locali che hanno raggiunto il luogo dell’incidente, dove si è proceduto ad una commossa benedizione a cura di Padre Rinaldi.
In circostanze come quella di oggi, nella ricorrenza di un triste anniversario, la Guardia Costiera sottolinea come siano ancora tanti gli incidenti in mare, e soprattutto subacquei, che spezzano giovani vite, a volte anche giovanissime come quella di Andrea.

Un appello alla prudenza ed alla consapevolezza, rivolto a tutti coloro che vogliono affrontare le varie discipline nautico-balneari, anche in immersione, è quindi doveroso, e da sempre le Capitanerie di porto sono impegnate in prima linea in dedicate campagne, anche con la diffusione di mirati “decaloghi dei subacquei”, per garantire la sicurezza e serenità di chi con passione si dedica a tali attività.

A tale proposito, si riportano, di seguito, alcune fondamentali regole per l’esercizio in sicurezza dell’attività subacquea:

  • prima di effettuare immersioni, prepararsi adeguatamente iscrivendosi ad un corso che preveda lezioni teoriche e pratiche;
  • mantenersi in buona forma fisica e sottoporsi periodicamente a visita medica;
  • segnalare sempre la propria posizione con apposita boa e bandierina di segnalazione;
  • effettuare le immersioni in compagnia, possibilmente accompagnati da un professionista;
  • prima di effettuare un’immersione, consultare sempre le previsioni meteo-marine, con particolare riguardo alle correnti presenti in zona;
  • prestare attenzione alle situazioni di panico, evitando di riemergere velocemente e rispettando le tappe di decompressione;
  • se si visitano grotte o relitti, farsi sempre accompagnare da un esperto ed utilizzare il “filo di Arianna” per non perdere l’orientamento;
  • evitare gli sforzi quando si esce dall’acqua e, nelle ore successive all’immersione, non prendere aerei né recarsi in montagna, a causa degli sbalzi di pressione.

Si ricorda, infine, il numero blu 1530 per le emergenze in mare, valido su tutto il territorio nazionale 24 ore al giorno e utilizzabile gratuitamente sia da telefonia fissa che mobile. Attraverso quest’ultima, è possibile mettersi in contatto diretto con la Capitaneria di Porto in cui ricade la cella più vicina, riducendo ulteriormente i tempi di intervento.


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