3/12/2015 – Un provvedimento “spropositato”. Così mercoledì il gip Alessandro Arturi ha definito il sequestro effettuato lo scorso 20 novembre dello stabilimento Shilling – La Rotonda per abusi edilizi. I controlli erano stati disposti dalla commissione straordinaria presieduta dal prefetto Vulpiani e interessano tutti i 71 stabilimenti del Litorale romano. Durante il blitz effettuato dall’ufficio edilizia della polizia locale del X Gruppo agli ordini del comandante Antonio Di Maggio, dagli uomini del gruppo Spe con il supporto della Capitaneria di porto e dell’Agenzia del demanio, era emerso come lo stabilimento balneare noto anche per la sua frequentata discoteca, come concessione iniziale, avesse una superficie di 300 metri quadrati. Nel corso dell’intervento effettuato dagli agenti di via Capo delle Armi era stata però riscontrata un’estensione della cubatura dell’edificio principale di circa il doppio. Inoltre i vigili avevano riscontrato la realizzazione di ulteriori strutture che per gli investigatori erano abusive. Si tratta di un bar di 24 metri quadrati sovrastato da una tettoia, attivo; un altro chiosco-bar di 120 metri quadrati, con una pedana in legno con salottini ed un’area privé per circa 750 metri quadrati posto a 8 metri dalla battigia. A questo si aggiungevano poi altre strutture in legno per una estensione di 80 metri quadrati. Da quando verificato dai vigili urbani nella struttura gestita da Fabio Balini, cugino di Mauro, presidente del porto turistico di Ostia, era stata realizzata anche una estesa pavimentazione in travertino che, invece di essere poggiata su sabbia come previsto dalla concessione era invece sistemata su un massetto in cemento. Una serie di violazioni che avevano spinto gli agenti a stabilire l’apposizione dei sigilli all’intera struttura. Una disposizione che però il magistrato ha ritenuto eccessivo e spropositato rispetto all’ampiezza delle violazioni.