15/12/2015 – “Nella giornata di ieri siamo stati contattati ed abbiamo incontrato le famiglie del Centro di Assistenza Alloggiativa Temporanea di via Valle Porcina ad Acilia dove sono iniziati degli sgomberi forzati senza alcun preavviso”. Lo dichiara in una nota CasaPound Italia litorale romano che dal pomeriggio di ieri ha iniziato un presidio insieme ai residenti per chiedere che siano fermati gli sgomberi e sia concesso agli inquilini di “dialogare con le istituzioni al fine di chiarire la propria posizione poiché le procedure di sgombero sono state avviate in base a dichiarazioni dei redditi degli anni scorsi ed in molti casi le situazioni sono cambiate notevolmente. Già stamattina – continua la nota – accompagneremo una delegazione delle famiglie presso il Dipartimento delle Politiche Abitative del Comune di Roma ed al X Municipio per chiedere al commissario prefettizio Vulpiani di fare da mediatore. Tramite legali, i residenti chiederanno inoltre se il provvedimento di sgombero nei prossimi mesi riguarderà tutti i nuclei del residence e quali saranno eventualmente le soluzioni alloggiative alternative. In un momento così delicato per la città di Roma che oggi si trova senza un sindaco ed una giunta, sconvolta dagli scandali di Mafia Capitale che hanno riguardato anche l’emergenza abitativa, durante le festività natalizie ed il Giubileo che ha come tema centrale la misericordia, è inaccettabile l’uso della forza da parte di istituzioni che non si fanno scrupoli nel mandare in mezzo ad una strada famiglie italiane in difficoltà nelle periferie romane. Chiediamo di bloccare gli sgomberi di questi giorni ad Acilia e di trovare soluzioni alternative insieme ai residenti che chiedono l’assegnazione degli alloggi pagando un affitto in base al reddito e le utenze oggi in carico al Comune di Roma. E’ impensabile spostare interi nuclei familiari con bambini che vanno a scuola e anziani con problemi di salute dal loro contesto e dal loro quartiere proponendo soluzioni alternative inadeguate e assurde, con il rischio che finiscano a dormire in macchina – conclude CasaPound – con il freddo alle porte”.