Nuovo fine settimana in compagnia del Cea


Nuovo fine settimana ricco di appuntamento per il Cea. Il Centro di Educazione Ambientale della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano propone infatti per sabato 25 Ottobre, con appuntamento alle 14.50, la visita al Monte dei Cocci a Testaccio, inizio visita ore 15, mentre domenica saranno due gli eventi in programma tra cui scegliere. La mattina, alle ore 10.15, l’appuntamento è per visitare le splendide Vasche di Maccarese, inizio visita ore 10.30 mentre alle ore 10.00, si potranno visitare i Porti di Claudio e Traiano a Fiumicino.

La prenotazione per tutte le visite è obbligatoria al n. 06 50917817 (lun.-merc.- ven. e sabato ore 9.30-12.30) oppure ai cellulari: 347 8238652 o 327 4564966.

La prenotazione sarà valida al ricevimento della conferma.

Sabato 25/10/2014
Monte Testaccio
Monte dei Cocci, la discarica di epoca romana
Appuntamento: Ore 14.50 via Zabaglia 24, angolo via Galvani
Costo: 10€ adulti, 5€ over 65, (comprensivi di biglietto d’ingresso), gratuito under 18

Il Monte dei Cocci, noto come Monte Testaccio, potrebbe essere definito una discarica di epoca romana.. Infatti si è formato nei secoli con strati ordinatamente disposti di frammenti di anfore olearie (in latino testae, da cui il nome del monte) che venivano scaricate nel porto fluviale, l’Emporium, posto nelle vicinanze, lungo il Tevere.

L’altura, alta circa 30 mt., con un diametro massimo di 1 km. ed una superficie di 20.000 mq. era situata all’esterno del circuito delle Mura Aureliane, nei pressi del fiume, nella zona meridionale della città. Si è formata con anfore in gran parte databili dalla tarda età repubblicana fino al III sec d.c.. Una rampa, probabilmente antica, doveva essere percorsa dai carri che salivano sulla sommità del colle per scaricare le anfore.
Gli scavi, che hanno interessato solo la sommità del colle, perciò gli strati più recenti, hanno restituito frammenti di anfore per la maggior parte provenienti dalla Betica e dall’Africa, con corpo sferico (Dressel 20) e marchio di fabbrica su una delle anse. La visita ci consentirà non solo di conoscere uno dei luoghi più caratteristici di Roma, ma anche di comprendere i complessi traffici commerciali di cui la città era il centro, traffici che vedevano le rotte commerciali del Mediterraneo avere come punto di arrivo in un primo momento il sistema portuale ostiense e successivamente i numerosi scali posti lungo il Tevere, come l’Emporium.

Domenica 26/10/2014
Vasche di Maccarese
Ampia zona umida di grande rilevanza ambientale
Appuntamento: ore 10.15 Via di Campo Salino, ingresso Vasche
Costo: 4€ residenti comune Fiumicino, 10€ adulti (comprensivi di guida e biglietto ingresso)
Le Vasche furono realizzate per fini venatori nel 1970 e sono un esempio di come una zona umida seppure artificiale, possa divenire un importante sito di svernamento e di nidificazione per gli uccelli. Oggi sono gestite dal WWF Italia.

La vasca più grande, colonizzata da un canneto molto fitto ha un habitat diversificato che rende possibile la nidificazione di molte specie di uccelli tra queste il tarabusino, il tuffetto ed il raro cavaliere d’Italia. Le vasche che ricoprono un’area di circa 33 ettari, di proprietà della Maccarese S.p.A., le 5 vasche sono state interdette all’attività venatoria dal 1979, da allora sono frequentate da moltissimi uccelli acquatici. Le vasche, alimentate con un sistema di pozzi e condutture per permettere il ricambio e il mantenimento del livello dell’acqua, hanno una profondità variabile da 1,5 a 2,5 metri e sono tuttora molto ricche di pesce.
L’avifauna è estremamente abbondante, quantomeno dal punto di vista qualitativo, specialmente nel periodo invernale e migratorio, non mancano comunque interessanti presenze di mammiferi, rettili e anfibi. Dall’autunno le anatre fanno la loro comparsa con il fischione che fa sicuramente la parte del leone con l’alzavola e il germano reale ma sono spesso presenti anche il mestolone, il codone e il raro fistione turco.
Un cenno a parte, perchè svernanti ogni anno, meritano il moriglione, la canapiglia e la rarissima moretta tabaccata. Solo primaverile è la comparsa della marzaiola, mentre rara è quella della moretta, della volpoca e occasionale quella di esemplari di oche. Molto comuni sono gli aironi cenerini e la garzetta, a volte presenti con alcuni esemplari anche nel periodo estivo, mentre solo invernale è quella dell’airone bianco maggiore. Durante i passi appaiono anche la sgarza ciuffetto, la nitticora, l’airone rosso e occasionalmente il tarabuso. Il tarabusino arriva invece in primavera per mettere su famiglia nel folto del canneto, da dove ripartirà alla volta dell’Africa in autunno.
Nidificanti e stanziali, anche se con rinforzi durante il periodo invernale sono i rallidi, nello specifico la folaga, la gallinella d’acqua e il porciglione Costante anche la presenza del tuffetto, invernale quella di svasso maggiore e svasso piccolo.

Domenica 26/10/2014
I Porti di Claudio e Traiano
La storia dei Porti Imperiali
Appuntamento: Ore 10.00 Museo delle navi, Via Guidoni (Fiumicino)
Costo: 5€ adulti

Il complesso dei porti di Claudio (42-54 d.C.) e di Traiano (102-112 d.C.) rappresenta una delle meraviglie dell’ingegneria antica, il massimo esempio del genio portuale romano. Il primo porto fu fatto costruire per ovviare alle grandi difficoltà di accesso della foce naturale del Tevere, attuale Fiumara Grande, a causa di grandi banchi di sabbia formati dalle correnti. A questa esigenza se ne accompagnava probabilmente un’altra, liberando la foce si riusciva meglio a controllare i flussi di piena del fiume per salvaguardare Roma dalle inondazioni. Il bacino era esteso 90 ettari utili all’ormeggio di circa 250 navi.
L’enorme bacino di Claudio presentò presto dei problemi di insabbiamento e di scarsa sicurezza per le navi, perciò Traiano lo ristrutturò facendo costruire un nuovo porto dotato di ampia darsena e di grandi magazzini. Il bacino di forma esagonale, ampio 32 ettari, si è perfettamente conservato. Il Porto fu dotato di numerosissime strutture adibite a magazzino e destinate al deposito delle derrate alimentari provenienti da tutte le province dell’Impero.


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