Campidoglio, incendio EcoX di Pomezia, api utilizzate come “sentinelle”


6/7/2017 ­– Con riferimento all’imponente incendio divampato il 5 maggio scorso presso il sito industriale EcoX di Via Pontina Vecchia a Pomezia, l’Osservatorio Ambiente e Salute di Roma Capitale, voluto dall’Assessorato alla Sostenibilità Ambientale, ha recepito la proposta del Prof. Roberto Ronchetti, Presidente Laziale dei “Medici per l’Ambiente–ISDE”, di condurre immediatamente un’indagine conoscitiva sul territorio che fosse in grado di dimensionare l’entità della contaminazione eventualmente verificatasi. I primi risultati, assolutamente rassicuranti, sono stati presentati oggi durante il periodico incontro dell’Osservatorio alla presenza di molte associazioni ambientaliste.

Grazie all’apporto sostanziale di numerosi soci di “Medici per l’Ambiente-ISDE”, scelti per competenza sul territorio nazionale e con l’autorevole e fattivo appoggio degli Assessorati all’Ambiente di Roma Capitale e di Aprilia, si è pianificata un’indagine con l’obiettivo di dimostrare se e quanto l’incidente alla EcoX fosse stato in grado di provocare contaminazioni. Lo studio ha utilizzato materiali apiferi della zona ipoteticamente contaminata raccolti in un tempo precedente all’incidente e nei 10-20 giorni successivi.

“Le api, attraverso fenomeni di bio-accumulo, scomparsa e mortalità, consentono di effettuare valutazioni sulla qualità dell’ambiente in cui vivono. Sono uno strumento utilissimo, vere e proprie sentinelle dell’ambiente per monitorare l’inquinamento da pesticidi, metalli pesanti, radioattività eccetera, attraverso l’esame di miele, cera, api e polline. L’impiego dell’ape quale sistema di controllo ambientale è ormai una pratica consolidata nel tempo, spiega Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità Ambientale di Roma Capitale. – Poiché ci si poteva attendere che a seguito dell’incidente Eco X si liberassero soprattutto metalli pesanti e diossine e queste sono particolarmente solubili nella cera, il progetto finale è stato quello di raccogliere, da vari apifici situati in un’area di circa 10 km quadri dal luogo dell’incidente, due campioni di cera: uno prodotto dalle api nel 2016 e uno prodotto 10-20 giorni dopo l’incidente. I campioni di cere dei vari alveari sono stati accuratamente mescolati così da ottenere due soli campioni finali, uno precedente ed uno successivo all’incidente Eco X.

“I primi risultati dimostrano che non c’è nessuna differenza in aumento dei contaminanti tra il campione raccolto nel 2016 e quello raccolto successivamente all’incidente EcoX; in entrambi i campioni pre o post incidente c’è una concentrazione di alcuni metalli pesanti maggiore di quella rilevata in altre indagini simili e in entrambi i campioni pre o post incidente è presente una certa quantità di diossina, ma si può dire che si tratta di quantità molto basse”, informa il professor Ronchetti.

“Questa straordinaria iniziativa ha consentito a un’organizzazione ambientalista internazionale come l’ISDE di cercare e trovare nella comunità civile di Aprilia e Pomezia, soprattutto tra gli apicoltori, una partecipazione che ha reso possibile l’esecuzione di un’indagine che ha fornito elementi importantissimi sul piano sanitario, ambientalista e sociale. Si tratta in tutti i casi di un modello in grado di fornire elementi di altissimo valore sociale, oltre che che sanitario e ambientale, non solo nella zona indagata ma a livello dell’intera città di Roma, della Regione o dell’intero territorio nazionale”, conclude l’Assessora Pinuccia Montanari.


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