30/10/2025 – Visionario. Mai aggettivo è stato più appropriato per descrivere Pier Paolo Pasolini se è vero che è riferito a “chi mostra una grande lungimiranza, che dà la sensazione di essere quasi profetico nel suo guardare al futuro; in senso attenuato, detto di persona, che, chi è fuori della norma per spirito d’iniziativa, vivacità e originalità”.
Sicuramente poeta, scrittore, regista, intellettuale, profondamente analitico nei riguardi dell’attualità del suo tempo.
Sono passati 50 anni da quella maledetta domenica 2 novembre del 1975 quando il suo corpo martoriato fu rinvenuto all’Idroscalo, un’area del Litorale romano legata per sempre al suo efferato omicidio.
E quest’anno sarà ancora domenica, una giornata anzi, un week end interamente dedicato a Pasolini con una serie di iniziative ad Ostia e nell’intera Capitale per fare un viaggio a ritroso attraversando la figura di un personaggio certamente scomodo forse ancora oggi.
Un assassinio il suo definito “giallo”, “omicidio di Stato” e c’è chi ha ipotizzato che la morte di Pasolini fosse strettamente legata alle sue “amicizie particolari”.
Il tempo, la storia, delineeranno, e in parte lo hanno già fatto, i contorni di una tragica vicenda che ha segnato e continua a segnare un’epoca.
Un intellettuale scomodo certo perché proprio la sua lungimiranza e la sua sensibilità di poeta, lo avevano portato a guardare lontano, oltre la quotidianità degli anni definiti “del boom economico”. Gli stessi anni che lo hanno visto partecipare agli antesignani “salotti televisivi” dove denunciava la pericolosa china intrapresa dalla politica e dalla popolazione mondiale di quegli anni. Ci aveva visto giusto Pasolini prevedendo le catastrofiche conseguenze di oggi.
Chissà cosa avrebbe potuto ancora dare alla cultura, alla poesia. La stessa con la quale più volte si è messo a nudo (Supplica a mia madre).
È tempo di rileggere, di riascoltare le parole di Pier Paolo Pasolini. Perché i suoi scritti, molti gli articoli pubblicati fino alla sua morte, sembrano redatti oggi (Lettere luterane ad esempio).
È tempo di riavvolgere il nastro della storia. Di approfondire l’animo del letterato e dello studioso di tutte le arti.
LE INIZIATIVE
Numerose, a partire da quelle che avranno luogo ad Ostia. Un programma che si snoda fino alla fine dell’anno (www.cultureroma.it).
L’Associazione Sportiva Dilettantistica Ostia Calcio 1884 e Ali d’acqua Onlus, venerdì 31 ottobre, organizza ad Ostia una partita di calcio (una grande passione di Pasolini) tra la Nazionale poeti che sfiderà quella dei giornalisti. Ma ci sarà spazio per dibattiti, incontri e testimonianze a cominciare dalla giornalista Lucia Visca, la prima ad accorrere sul luogo della tragedia e poi, Antonio Padellaro. Sabato 1° novembre sarà dedicato allo svolgimento del Torneo di calcio giovanile “Podema P.P.P.”, aperto a tutti i bambini e ragazzi (categorie 6-10 e 11-17 anni). Da segnalare, il 1° novembre nell’Auditorium del MACRO, è in scena la performance Una disperata vitalità del coreografo Enzo Cosimi, mentre il 2 novembre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone si terrà Pasolini da cambiare di e con Ascanio Celestini e Marco Damilano. L’8 novembre il Teatro India ospiterà una Maratona Pasoliniana di letture e performance.
SUPPLICA A MIA MADRE
È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
P.P. Pasolini



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