13/10/2025 – In queste settimane le comunità cristiane sul territorio, siano esse di tradizione cattolica, o protestante piuttosto che ortodosse, sono largamente impegnate a intraprendere percorsi di catechesi e formativi con i giovanissimi e le loro famiglie.
C’è molto fermento e tutti iniziano, secondo le loro specifiche, il loro ‘cammino con Gesù’.
Questo fa molto bene soprattutto se consideriamo il periodo socio culturale nel quale ci troviamo a livello globale (ma anche locale) con i continui rimandi a immagini, fatti, informazioni – attraverso molti canali mediatici – inerenti a guerre, violenza, paure, fatti di cronaca a tinte scure. Una certa polarizzazione verso le drammaticità rischia di ‘avvelenare’, appesantiscono l’anima.
Questo territorio ha molti centri di culto cristiani che sono al servizio della società; qui ciascuno, a secondo della proprio sensibilità, può trovare sacerdoti, pastori, pope ma anche volontari pronti ad accogliere e trasmettere un’altra ‘informazione’, appunto quella cristiana ed evidenziare e ricordare insieme quella vita straordinaria di Gesù e dei suoi discepoli e apostoli, gli eroi cristiani, santi uomini.
Di contro alle 1000 narrazioni e interpretazioni geo politiche, per così dire, i cristiani si affidano alla sola narrazione che è verità. Il Vangelo di Gesù.
In questi giorni fa piacere apprendere che nell’entroterra del X Municipio di Roma, GLI AMICI DEL RE (collegati alla chiesa cristiana evangelica ‘Hesed’) hanno incontrato nei parchetti pubblici tante famiglie e bambini, coinvolgendo quelli che già fanno parte della comunità cristiana, per giocare imparando la storia che nella sacra scrittura ci parla di cose che ancora oggi possiamo sperimentare.
“Diversi ma Uguali – scrive Miriam G. – Diversi, perché siamo unici e speciali così come siamo con le nostre differenze. Uguali perché siamo tutti creature di Dio, amati da Lui allo stesso modo. La diversità non ci deve allontanare! Dio ci chiama ad andare oltre le differenze, vedendo gli altri come Lui li vede e amando gli altri come Lui ha amato noi.
Anche è molto edificante, pacificante, conoscere che le comunità parrocchiali cristiane cattoliche, stanno operando sempre più in rete, sul territorio di Ostia, delle loro chiese, per un percorso comune benedetto proprio dal parroco prefetto delle chiese di Ostia don Giovanni Patané e dal diacono don Generoso responsabile dei giovani del territorio ecclesiale cattolico.
Insieme lanciano un messaggio importante che Gesù stesso rivolse ai suoi discepoli nel momento della preoccupazione: “ABBIATE CORAGGIO: IO HO VINTO IL MONDO”.
L”appuntamento il 18 Ottobre presso la chiesetta del Borghetto dei Pescatori alle 20 (via delle Quinqueremi – Ostia) anche per apprendere il tema annuale del percorso cristiano cattolico giovanile.
Un messaggio cristiano, insomma, che sebbene da diverse tradizioni ha come denominatore comune Gesù e non soltanto; anche il territorio, la cittadina di Ostia, sempre più come ‘una piccola Gerusalemme’ o una “Città di Dio” come lo scrisse e come forse l’avrebbe chiamata sant’Agostino, patrono della città di Ostia.
Ostia sempre di più sembra essere visitata dallo Spirito cristiano, anche tra quei giovani e quelle famiglie che sperano in un viatico di valori, di esempi, di vissuti alternativi a certi modelli globalisti, più vicini alla cultura delle famiglie, del trapasso delle esperienze, della propria storia, delle radici. Si, perché un fusto ha una chioma ampia se le radici sono solide.
Se è vero che in queste settimane abbiamo visto giovani e giovanissimi, anche famiglie, donne e uomini, sfilare nei cortei e gridare alla libertà dei popoli, alla giustizia sociale e civile, ad un mondo di pace e dialogo sollecitati dagli eventi globali, dal main stream, dai mass media di ogni ordine e grado, quasi in una dimensione collettiva di coscienza, è pur vero che c’è anche chi si sta occupando e preoccupando di porre all’attenzione di giovani e giovanissimi e famiglie un’altra dimensione di libertà, di giustizia, di pace e dialogo radicati nei valori esistenziali della nostra cultura cristiana, in una dimensione di relazione personale e inter personale.
Non c’è concorrenza tra queste diverse espressioni; forse c’è un diverso focus, poiché se la prima tende a contestualizzare sui fatti nel mondo in tempo reale, la seconda allarga l’orizzonte nel tempo e nello spazio e punta più alla persona piuttosto che alla ‘massa critica’.
E ancora una volta la cultura cristiana cerca Gesù, il Cristo di Dio, come via da seguire quando il mondo è in subbuglio; la vita più vera è quella che Lui ha mostrato, in ogni suo aspetto, quando ha fisicamente calpestato questa terra e in particolare proprio quei luoghi dove oggi ancora c’è tribolazione, guerra, odio, mancanza di equilibrio sociale e personale.
Seguire Gesù significa anche aprirsi alla relazione spirituale con Lui e poi aiutando l’edificazione della comunità di prossimità; la vita dello Spirito Santo e dello spirito umano entrano in dialogo e ci fanno sentire meglio.
Uno spirito che via via riacquisisce pace effonde pace intorno a lui; anche senza gridare o combattere.
Sdt



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