LA VITA DELLO SPIRITO – “Ama Dio: ama ‘il prossimo’”, alla parrocchia santa Monica gli indumenti per i bisognosi. Quella ‘Gaza’ dietro casa.

06/10/2025 –La parrocchia santa Monica, in Ostia Lido (da poche settimane sotto la guida pastorale del Parroco don Paolo Pizzuti) sta riattivando il servizio per la raccolta degli indumenti per i più bisognosi anche grazie all’impegno del nuovo responsabile di prefettura di Ostia – per il Volontariato e Caritas – il diacono Mauro; già la comunità di sant’Egidio si occupa da anni in questa attività ogni sabato mattina, nei locali interni al complesso della Colonia Vittorio Emanuele, adiacenti all’ufficio tecnico.

“Gli abiti in Santa Monica- ci riferisce Elena S. del gruppo Messaggio nella Bottiglia (comunicazione – inter parrocchialità) – si possono portare tutti i giorni. Entrando dal cancello dopo il salone si scende ai locali della Caritas ma sulla ringhiera c’è una botola che si apre e lascia cadere direttamente nei locali. Se sono tanti occorre andare giù di persona. Per ritirarli il giovedì pomeriggio.”

E’ importante attivarsi per i più sofferenti, soprattutto ora che inizia il freddo.

Si perché è come se avessimo, dietro casa nostra, una ‘piccola Gaza’ che rischia di rimanere trasparente quasi invisibili, che i media del mondo non curano, che le proteste delle società non rivendicano.

La grande manifestazione in Ostia per la solidarietà nei confronti di Gaza, apprezzabile e coraggiosa, può avere un seguito nell’amore verso chi, nella nostra cittadina, vive l’emarginazione, la continua deportazione da questo a quel luogo, il disprezzo manifesto o velati di alcuni. Aiutando loro in qualche modo stiamo aiutando chi è a migliaia di km.

La ‘vita dello Spirito’ non conosce confini materiali e ciò che capita a 2000 km capita anche a 2 metri nel nostro cuore; poi però la differenza c’è quando a 2000 km non possiamo che urlare ma a 2 metri possiamo risolvere e non servono migliaia e migliaia in corteo, puoi farlo veramente anche solo tu.

L’ingiustizia sociale ci fa male. Le immagini poi che vengono rimpallate di mass media in mass media, di dolore, di morte, di paura, di estrema povertà ci colpiscono nel profondo e suscitano un dolore impotente che si trasforma spesso in rabbia, voglia di reagire, di distruggere anche questo scenario di connivenza.

Ma Dio non vuole la distruzione, non vuole la rabbia eppure vuole la giustizia. Vuole la pace, la Sua Pace che è la nostra diffusa intorno a chi ne ha bisogno.

Vorremmo salvare questo mondo, ma chi salva una vita è come salvasse tutto il mondo. Dolore e violenza la vediamo in luoghi del mondo irraggiungibili, ma dolore e violenza la abbiamo dietro casa: allora iniziamo da ciò che è alla nostra portata.

E la pace può scendere nel nostro cuore.

Allora Dio ci mette l’opportunità vicina, prossima a noi.

A che serve infatti gridare di voler salvare il mondo se dietro alle nostre spalle non ci chiniamo verso il sofferente che è vicino?

Allora se l’ingiustizia che vediamo ci addolora veramente trasformiamo la rabbia in azione, la marea di protesta in interventi specifici e sapremo che ciò che facciamo per ciascuno lo facciamo anche per loro.

Sdt

 

 

 


LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here