LA VITA DELLO SPIRITO – “L’unità tra i cristiani è una manifestazione soprannaturale”: Pastore ap. Mario Basile spiega la Sacra Scrittura dal litorale romano

PASTORE AP. MARIO BASILE, INSIEME A CRISTIANI ORTOSSI, CATTOLICI, EVANGELICI, SACERDOTI, PASTORI E POPE PER LA PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI SU OSTIA E LITORALE DI ROMA (foto di Carla dell'Aversana del gruppo Messaggio nella Bottiglia-comm.cultura prefettura di Ostia diocesi di Roma)

27/01/2025 – L’unità tra i cristiani non è un percorso politico, una strategia istituzionale, un programma da attuare, un progetto di gruppi di potere per aggregare, un’ideale astratto, un’ideologia o un valore perbenista e assoluto;

è frutto della vita dello Spirito di Dio (propria, di Lui), un evento soprannaturale a cui possiamo prestarci se lo desideriamo. Lui si mette in moto e ci porta.

Tanti cristiani non operano verso l’unità dei cristiani non perché semplicemente non ci credano razionalmente o perché non sentano l’autorizzazione esplicita o non del proprio sacerdote o pastore, ma perché in fondo non ascoltano lo Spirito di Dio, lo Spirito Santo, che ha certificato muoversi in questa direzione, non seguono Gesù il Cristo di Dio: nulla di nuovo, così infatti già facevano i farisei.

Invece prestandoci all’azione dello Spirito siamo portati, non come automi; Egli ci conduce, filtra attraverso la nostra materialità, passa all’anima e giunge alla nostra ragione e sentimento.

E’ buffo come questa società mondiale creda a cose strane e invisbili più strampalate, a ‘energie’ di tutti i tipi, a nomi sconosciuti, a filosofie lontane dal nostro vissuto normale, e rifiuti quasi a prescindere l’azione dello Spirito di Dio, che è Santo, puro, chiaro e che soprattutto è stato coerente nel Vangelo con la vita di Gesù.

1 momento di repertorio, della preghiera di unità per i cristiani (Ostia) nell’aula consiliare Massimo di Somma X Municipio di Roma (foto di Carla dell’Aversana, gruppo Messaggio nella Bottiglia – comm.cult. pref.XXVI Ostia/diocesi di Roma)

Il pastore cristiano evangelico Mario Basile, che presta il suo servizio presso la chiesa IPL Arca in via Val Lagarina 77 sul litorale romano, ha voluto scriverci un suo studio in occasione della settimana di unità dei cristiani, celebrata su Ostia e Litorale Romano anche con la commissione cultura della prefettura XXVIma di Ostia diocesi di Roma con la quale collabora da tempo e insieme alla quale si è incontrato per la preghiera cristiana per l’unità anche con i sacerdoti, i pope e altri pastori e ovviamente con i fedeli cristiani e laici convenuti.

Potrai trovare le riflessiioni di Pope e Sacerdoti dal nostro Territorio sul tema dell’Unità sul Duilio magazine in uscita in questo mese.

— “Unire le persone non è cosa semplice e spesso ricondurle alla ragione è umanamente impossibile.

Occorre una grazia soprannaturale. Ma veramente abbiamo un Padre celeste che vuole prendersi cura di ognuno di noi e di tutta l’umanità e tramite Cristo Gesù tutti possiamo accedere a Lui.
Commenterò alcuni passaggi della Scrittura a cui possiamo ricorrere per chiedere soccorso a Dio; Dio ci offre tante possibilità per uscire dal baratro in cui a volte la vita ci getta senza nostra colpa. Quando c’è discordia su tutto la Scrittura ci invita a chiedere soccorso direttamente a Dio.
Dice, Ebrei 4,16:” Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno”.
Ora, l’unico trono della grazia è quello del Padre Nostro che è nei cieli: è Lui stesso. Dio è dalla nostra parte, quindi dobbiamo cercare veramente un’unità di fede e anche di percorso, pur da strade diverse, perché in Cristo Gesù siamo stati uniti al Padre e tutti dobbiamo mettere in pratica la Scrittura come modello che Dio propone ai credenti.
L’unico strumento per raggiungere l’unità e aiutarci reciprocamente per trovare le
soluzioni che possono cambiare veramente la vita dei singoli, delle famiglie, della società e anche della politica è il timor di Dio. Sempre dobbiamo partire da Lui.
Non possiamo escluderlo e non possiamo escludere Gesù Cristo che è tramite per una santificazione autentica.
Di solito, quando si parla di trono si pensa a chi governa e giudica, ma poiché il trono Dio è di grazia, possiamo essere soccorsi e ottenere misericordia, perché quando siamo giunti all’estremo limite solo Lui ci può soccorrere, perché Lui ci ha fatti e sa esattamente come siamo.
Ad esempio, il grande re Davide si macchiò di sangue innocente quando fece uccidere il suo generale Uria e la sua vita ne fu distrutta;
Dice Davide nel Salmo 51, 9ss:
“Distogli lo sguardo dai miei peccati e cancella tutte le mie colpe”. -Solo Dio può farlo-  e continua “O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova in me uno spirito stabile, ben saldo“: solo il Padre può dare quel riposo che rende sereni noi e i nostri rapporti. Continua poi: “Non respingermi dalla tua presenza e non togliermi il tuo Santo Spirito”. Quello Spirito che dona la sua grazia, senza la quale nulla possiamo. Prosegue: ”Rendimi la gioia della tua salvezza, della tua presenza, e uno spirito volenteroso mi sostenga.”
Attenzione, quindi: l’unità si stabilisce tra i santi di Dio che conoscono la vera salute della fede, quella salute che proviene solo da colui che è stato trafitto sulla croce per ciascuno di noi.
Perciò Davide prega: “Soccorrimi, aiutami, non togliermi la fede, ho peccato, perdonami”. E’ molto importante pregare per ristabilire nella propria vita il timore di Dio, timore che non è paura ma sapere con chi si ha a che fare, e perché.
Il Salmo 112,7-8 dice che chi vive nel timore di Dio:
“Non temerà cattive notizie perché il suo cuore è saldo, fiducioso nel Signore: il suo cuore è tenace, privo di paura, e alla fine vedrà la rovina dei suoi nemici” e non avranno potere su di lui.
Dice Proverbi 14, 26- 27:
”C’è grande sicurezza nel timore del Signore, Egli sarà un rifugio per i figli di chi lo teme, il timore del Signore è fonte di vita che fa evitare le insidie della morte.”
Ci sono persone che sono vive ma hanno una fede spenta e come dice la Bibbia, è impossibile piacere a Dio se non abbiamo fede, la fede che ci conduce per sentieri forti.
Mosè stava vivendo un periodo difficile con il suo popolo e andò da Dio perché aveva capito che per mantenere la fede, uscire da situazioni difficili e sanare le proprie relazioni solo a Lui, occorre rivolgersi e il Signore;
(Esodo 33,14) gli risponde: “La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo” e Mosè arrivò a chiedergli (33,18) “Ti prego fammi vedere la tua gloria”.
Molti credenti che hanno perso di vista la gloria di Dio, dobbiamo invece tornare a Lui,
pregarlo di visitare la nostra vita, la nostra famiglia, la nostra casa. Solo se il Signore dona al nostro cuore prigioniero pace e serenità interiore potremo essere uniti agli altri perché senza la sua pace siamo impotenti.
Concludo augurando a tutti una coscienza purificata dal sangue prezioso di Gesù versato sulla croce:
una preghiera autentica non è basata sulle parole che diciamo ma sulle realtà di vita in cui chiediamo a Dio d’intervenire.
In 2 Corinti 7,1 leggiamo così: ”Poiché abbiamo queste
promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione carnale e di spirito compiendo la nostra totale santificazione nel timore di Dio”.
Che Dio ci dia la grazia di comprendere che se vogliamo l’unità dei cristiani dobbiamo  mettere Gesù al centro nella santa preghiera quotidiana, aprirci alla verità, perché senza la verità nulla si può.
Che Dio vi benedica grandemente. Pace dal fratello Mario Basile, apostolo del nostro Signore Gesù Cristo.”—
Se vuoi seguire il Pastore in tempo reale puoi trovarlo sui social al seguente indirizzo:
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UN’ULTIMA ‘FATICA’ DEL PASTORE MARIO BASILE, PER TE: “VUOI CAPIRE QUAL’E’ LA CHIAMATA DI DIO PER LA TUA VITA?”
Sdt

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