DIARIO DI BORDO – Nuova Ostia, una riflessione sull’insegnante aggredita a scuola: le due velocità di un municipio “giungla-paese dei balocchi” è pericolosa

immagine di repertorio

08/05/2024 – Urla, calci e pugni contro un’insegnante della scuola pubblica: è accaduto pochi giorni fa a Ostia, zona via dell’Idroscalo.

A stento i collaboratori scolastici sono riusciti a interporsi. Oltre al fatto di cronaca, trattato anche a livello nazionale, si è riflettuto nel merito? Perché non lo si fa, ma si rimanda all’informazione contrapponendo mafia e stato/scuola?

Perché forse le riflessioni metterebbero in discussione un sistema, non globale: locale e forse nazionale.

L’episodio, che poteva avere anche più tragiche conseguenze, è avvenuto di fronte al personale dell’istituto, sotto gli sguardi di famiglie e bambini, ma quello che appare chiaro è che l’evento non è che la punta di un iceberg di una riflessione di fronte alla quale non è possibile fuggire aldilà del bene/stato o del male/mafia” e punto a capo.

Quelle che deve far riflettere, e agire anche al massimo livello, è che, a poco tempo dalla visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in queste zone, che si è complimentato – a buona ragione s’intende – con l’organizzazione di privato sociale, centro socio pedagogico “Punto Luce” targato “Save the Children / Bulgari” (e che utilizza gli spazi dell’ex scuola ‘media’ pubblica, chiusa, ndr),

i due fatti “estremi”, siano avvenuti nell’area di un paio di chilometri:

il plauso del Presidente da un lato e vicino, dall’altro, sia un omicidio/femminicidio (omicidio in Via Fasan, cft) e quello che poteva rappresentarne un altro, questa volta nei confronti di un servitore dello Stato, un’insegnante.

Si perché il rischio di un territorio schizofrenico tra ‘giungla’ e ‘paese dei balocchi’, è destinato ad ampliarsi se si fa più grande la distanza tra cruda realtà quotidiana e fiction cinematografiche, tra cortei e carovane roboanti, di qualche ora, contro la mafia e vissuto giornaliero tra buche e crateri, incuria e spazzatura, tra servizi sui media dominanti e neanche una conseguenza pratica operativa, tra il brend dell’impresa multinazionale e l’effettiva ricaduta lavorativa, tra residenti preoccupati e risposte dal mondo della fantasia, tra kermesse sul waterfront della capitale e di spettacolarità virtuale.

E’ la fuga dalla realtà e questa forbice allarga la scissione patologica.

Una deriva protezionista da parte delle famiglie e delle realtà aggregative è sempre più in atto come conseguenza di tutto ciò; del resto come dar torto a chi cerca di curare i propri figli e quindi trovare degli spazi di serenità e trincerarsi dietro a questi? Ma ciò provoca l’esclusione di chi non ha nessuno dietro a protezione (e meno male che nei media, nei club, nelle agende setting, nei circoli non si parla altro che di ‘inclusione!) e la conseguente ghettizzazione con successiva frustrazione e rabbia sociale.

Il cane si morde la coda.

E non funziona – e anzi è pericoloso – calare dall’alto realtà, seppure altamente accreditate, in zone dove le professionalità e le competenze non abbiano avviato un iter di ‘inculturazione’. Del resto anche un’azione totalmente dal basso, cooperativistica, che chiude un occhio sulle competenze per accreditare la territorialità, di stampo più direttamente sinistroide, venne già provata in queste zone: superata.

Insomma: la visita del Presidente Mattarella (straordinaria s’intende, ma è questo il punto: abbiamo bisogno di ‘ordinarietà’) se forse avrebbe voluto dare all’azione su un territorio un’ulteriore benedizione né da invece un’unzione estrema – dopo i fatti di oggi – se non la recita di un de profundis.

Quello che appare mancante è un approccio nuovo: un sistema di competenze professionali che tenga conto della residenzialità e su cui si incardini una rete efficace ed efficiente nella galassia del volontariato.

Ma il nuovo rischierebbe forse di investire sulle competenze e sugli abitanti togliendo spazio di manovra al clientelismo dei serbatoi di voti. E anche la logica esclusiva dei comitati di quartiere, seppure alternativa per la partecipazione, lì dove non vi siano competenze e professionalità accreditate dal pubblico servizio, rischierebbe di non essere la via corretta e anzi sfociare nel populismo di facciata.

E allora la questione seguente è: esiste il nuovo? Se i politici della maggioranza non hanno altro che proporre allora dove sono i politici di opposizione che potrebbero, nella dialettica politica, suggerire l’alternativa? Siamo sicuri questa alternativa non sia soltanto l’altra faccia della stessa medaglia? Perché non si pongono interrogazioni? Non si fanno emendamenti e le realtà sono sempre le stesse?

A questo punto è utile sottolineare alcuni nuovi dispositivi da mettere in campo, alcuni già proposti, senza seguito, altri da improntare ex novo:

  • rafforzamento dell’osservatorio multidisciplinare alla legalità: rete interscolastica, servizi sociali, asl, magistratura, terzo settore, istituzioni enti;
  • potenziamento delle unità di strada degli educatori/operatori sociali e dei punteggi relativi ai progetti che attivino questi strumenti;
  • ufficio della pace e del dialogo: rete tra i centri di culto;
  • costruzione e attivazione della nuova parrocchia san Vincenzo in zona Nuova Ostia;
  • registro degli operatori socio pedagogici locali con conseguente accreditamento del punteggio nelle progettualità e nelle realtà dove operino;
  • permesso, da parte dei dirigenti scolastici e presidi, dell’utilizzo di parte delle ‘ore di programmazione didattica’ da parte degli insegnanti a ‘uscite e visite’ ai minori e alle famiglie (o alla relazione con i minori sulla strada o nei luoghi sportivi e culturali che essi frequentano)  e l’utilizzo dei fondi d’istituto per una progettazione inter scolastica di  unità di strada educativa scolastica;
  • riforma dei servizi sociali e del terzo settore in chiave socio pedagogica: individuazione di educatori e operatori sociali direttamente accreditati dalla piattaforma pubblica e di volontari locali residenti formati dall’istituzione locale competente.

Sdt

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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