Ostia, a Sami Modiano la cittadinanza onoraria di Cesena e la sua testimonianza continua


13/3/2024 – L’emozione nell’ascolto è la stessa. Il racconto no. Ogni volta, attraverso le parole, Sami Modiano rivive quanto hanno visto i suoi occhi, quanto ha sopportato il suo fisico in quei lunghi mesi al campo di sterminio di Birkenau.

L’occasione d’incontro è data dalla cittadinanza onoraria che la città di Cesena ha voluto concedere a Modiano. Un altro riconoscimento che testimonia la sua appartenenza all’intera umanità.

Ad ospitare l’iniziativa, il Teatro del Lido di Ostia alla presenza del sindaco della città romagnola, Enzo Lattuca e degli studenti di tre Istituti superiori: il Liceo Scientifico Righi, il Liceo Monti ed il Linguistico dedicato ad Ilaria Alpi oltre ad alcuni ragazzi del liceo Anco Marzio di Ostia. In rappresentanza del Municipio X, il Presidente Mario Falconi ed alcuni esponenti dell’Amministrazione lidense.

“Siamo onorati – ha affermato il sindaco Lattuca – di averla come concittadino e mi chiedo come possa sopravvivere alla sua esperienza e all’ulteriore pena di doverla raccontare”.

“Per lunghi anni ho tenuto dentro il dolore, ho vissuto la depressione e l’essere chiuso in me stesso – ha esordito Modiano – a convincermi ad aprirmi fu Piero Terracina allora ragazzo come me e rivisto dopo 60 anni. Quando la prima volta mi trovai davanti ai ragazzi delle scuole, davanti alle loro lacrime mi ripromisi di proseguire questo cammino di testimonianza atroce. Ma non sono solo, con me c’è una squadra di persone. Quelle che non ci sono più, come mia sorella e mio padre trucidati a Birkenau e ci siete voi giovani e le vostre famiglie per continuare a ricordare. La memoria va annaffiata giorno per giorno”.

Sami Modiano risponde alle domande degli studenti, si informa sul loro cammino scolastico, sulle loro famiglie alle quali manda il suo abbraccio.. “Io che non ho avuto una famiglia”.

E a chi chiede se ha perdonato risponde: “Non me lo anno chiesto.. Avrei voluto che i responsabili di tanta atrocità fossero giudicati davanti da un tribunale… È straziante ricordare la fabbrica della morte ma lo devo fare. Ad Auschwitz/Birkenau non hanno ucciso solo ebrei come me ma anche omosessuali, Rom, disabili. Cosa ricordo in particolare? La fame, il freddo, il distacco brutale da mio padre e da mia sorella. Negli anni mi sono sentito un privilegiato ma mi sono sentito in colpa per essere sopravvissuto a tanti altri. Mi risuonavano le parole di mio padre che mi diceva di tenere duro”.

Con Ostia Sami ha un rapporto speciale. Dopo la liberazione, nel 1945, lo portarono al Lido in una casa per reduci. Aveva 14 anni. Poi iniziò a lavorare come operaio alla ristrutturazione della caserma della Guardia di Finanza.

Significativo il saluto del Presidente Falconi: “Vorrei che rimanesse per sempre quanto accaduto in quegli anni. Una serie di eventi perpetrati con inaudita scientificità allo scopo di eliminare una intera comunità”.

“Sono cittadino di Ostia ed è qui che ho scelto di vivere” dice con orgoglio poi, chiede ai ragazzi di avvicinarsi per abbracciarli tutti.


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