10/3/2023 – Sono stati rinviati a giudizio T.C. e P.C. i due fratelli di Acilia, accusati di aver ripetutamente violentato nel 2021 una minorenne, affetta da disturbi psichici, fidanzata del cugino dei due.
Gli indagati, all’epoca di 23 e 24 anni, secondo l’accusa della Procura di Roma, sarebbero gli autori materiali della violenza sessuale, e dovranno rispondere oltre dell’accusa di violenza sessuale di gruppo anche di detenzione di materiale pedopornografico. La ragazza aveva scoperto infatti su alcuni gruppi alcuni whatsapp video girati con l’allora fidanzato che sarebbe indagato sempre per la diffusione dei video.
La sua posizione sarebbe al vaglio degli investigatori ma secondo quanto accertato avrebbe assistito almeno in un’occasione alla violenza dei due fratelli sulla ragazzina senza bloccare i cugini.
Secondo quanto raccontato dalla ragazza, il primo episodio sarebbe avvenuto all’interno di un’automobile, dove la vittima, trascinata dal fidanzatino, all’epoca 16enne, sarebbe stata violentata dai due maggiorenni – un pugile e un calciatore – senza che il più piccolo intervenisse in alcun modo ma restasse invece ad assistere agli abusi. Era stato proprio il ragazzino ad attirare la 15enne nella trappola. La giovane era infatti salita in macchina con lui e i due parenti. Uno dei due lo conosceva.
Poi l’inizio dell’incubo con la conversazione che vira su argomenti legati al sesso e poi la proposta prima per scherzo di avere un rapporto di gruppo. La ragazza rifiuta ma lo scherzo si trasforma in violenza e la giovane viene abusata a turno davanti agli occhi del fidanzato. L’incubo non finisce e per una seconda volta i tre si riuniscono a casa del 16enne e sottopongono la 15enne agli abusi.
Solo dopo qualche mese la 15enne trova la forza di chiedere aiuto alla mamma e poi agli agenti di via Zerbi ai quali racconta le violenze subite e che portano alle indagini e ai due arresti.
Ma l’incubo non finisce nonostante la denuncia. A metà 2022, ecco anche sarebbero comparsi su whatsapp le riprese delle violenze forse in una sorta di vendetta per la denuncia effettuata. Riprese finite nel fascicolo della Procura di Roma.