DIARIO DI BORDO – Acilia e Territorio ‘ricordano’: piazza Segantini, venerdì la storica commemorazione delle foibe


08/02/2023 – Venerdì piazza Segantini di Acilia tornerà ad essere la piazza centrale del Villaggio Giuliano, si incontreranno gli esuli, i figli ed i nipoti, la tanta gente di Acilia con cui hanno condiviso la nascita di quel quartiere di Roma dove è così profonda l’identità in quelle terre, un popolo che ha riedificato la sua casa e che vuole difendere la sua storia.
“La manifestazione avrà inizio alle 11” ricorda Biagio Caputi, presidente di Decimo Solidale che sarà in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e con il comitato promotore provinciale di Roma che cura tutte queste iniziative.

Il “Giorno del Ricordo” è una solennità nazionale istituita nel 2004 e che ogni anno, il 10 febbraio, rinnova la memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani costretti a fuggire dalle loro terre.

E’ una storia drammatica quella degli esuli Giuliano-Dalmati e non solo per il massacro delle foibe, di cui ancora non si conoscono i numeri certi, ma per la volontà di affidare all’oblio, che tutt’Italia ha messo in atto per anni, quasi la voglia di cancellare il ricordo di un’altra verità che non può essere sottaciuta.

Infatti nell’immediato dopoguerra, dopo il trattato di pace di Parigi che sanciva l’appartenenza di buona parte dell’Istria e della Dalmazia alla Jugoslavia, decine di migliaia di persone da un giorno all’altro dovettero lasciare la propria casa, le proprie attività e le proprie terre per imbarcarsi alla volta dell’Italia, dove l’accoglienza fu a volte molto dura.  In quegli anni sulle navi dirette a Trieste, Venezia, Ancona, gli italiani in partenza caricarono i loro beni; qualcuno portò con sé anche i corpi dei defunti, per non lasciarli in una terra non più sentita come “propria”. Fiume, Zara, Pola, divennero città fantasma, per l’esodo massiccio. Su questa dolorosa pagina d’Italia è calato il silenzio per anni, poi, alla fine degli anni Novanta, il ricordo ha finalmente iniziato a prevalere sui silenzi e sulle manovre politiche.


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