DIARIO DI BORDO – Tirrito (Co.Gi), dichiarazioni importanti. Ma allarme clientelismo anche su scuola sport e associazionismo: l’appello

La dott.sa Marcella Tirrito (sulla destra) presidente del Co.Gi.

09/11/2022 – Solo poche ore fa la dottoressa MarcellaTirrito presidente del comitato collaboratori di giustizia (Co.Gi)che vigila in qualità di spontaneo osservatorio della legalità – ha acceso un faro sul mondo del clientelismo e sul voto di scambio sul nostro Territorio. La vicinanza di realtà commerciali e di ristorazione con certi esponenti di partito, con politici di parte (presenti e passati) è a dir poco imbarazzante. In certi casi la ‘collaborazione’ è talmente chiara (benedetti social a volte, ndr) che è comprensibile forse a tutti chi usa chi e come.

Per far soldi il fine non giustifichi più certi mezzi cinici che abusano dei concetti di imprenditoria o di libero mercato.

“Abbiamo fatto un esposto formale alla magistratura – afferma Tirrito – perché deve cadere questo velo di ipocrisia e omertà per il quale nessuno sa mai nulla, nessuno collega le cose. E allora ci abbiamo pensato noi a farlo sapere alla Magistratura, prima di tutto in nome della trasparenza e, se mai ci fossero zone oscure, per dare modo agli investigatori di intervenire. Nell’esposto conclude la responsabile del comitato di giustizia – parliamo, con fatti alla mano, di numerose attività di propaganda, convegni e cene.” 

In un territorio a forte impatto malavitoso e fresco fresco di commissariamento per mafia occorre tenere i riflettori accesi 24 ore su 24 e in questo caso non c’è crisi energetica che debba farli spegnere. Perché, come ci indicava il Giudice Borsellino, la mafia più che organizzazione è una deriva di tipo culturale. 

Per questo l’appello ai media, ma anche ai cittadini di buon senso, coraggiosi e liberi è di evidenziare quella terra di mezzo tra imprenditoria e politica di partito, è importante.

Al connubio d’interesse di parte politica commerciale è bene evidenziare anche le pressioni che una certa politica compie sulla cittadinanza polarizzata in ambito di associazionismo, delle scuole, nello sport, nelle reti cosiddette sociali.

La differenza tra terra di mezzo e corpi intermedi è e deve essere chiara e limpida. I primi sono i clienti di alcuni politici di partiti, i secondi sono realtà serie (volontaristiche o professionali) che non si fanno usare o non usano per convenienza privata personale o lobbistica.

L’antitodo a tutto questo è, come diverse volte abbiamo evidenziato, il riferimento alle Istituzioni a cui le famiglie debbono rivolgersi, a iniziare dalla presenza della scuola come garante dello stato, agli enti locali come nodi della rete pubblica bipartisan.

Questo soprattutto in questi ultime settimane nelle quali la cronaca ci riporta l’esperienza degli scontri “politicizzati” alla Sapienza.

Alle “tribù social”, ai gruppi di pressione orientati, presenti anche nelle aggregazioni interessate, all’interno anche di scuole, di centri sportivi, di realtà artistiche e culturali, si risponda presto con la strutturazione di una società civile locale organizzata per consulte municipali, registri professionali che premino la residenzialità, commissioni politiche su base appunto istituzionale.

Al contrario, se mancano questi strumenti, il rapporto tra realtà cittadine ‘fake’ e comitati cittadini liberi, viene sfalsato. La galassia dei social poi agevola spesso l’organizzazione di aggregazioni popolari con derive populiste e il tam tam di chi vive sul web maschera le relazioni reali; i numeri delle condivisione, dei like, dei contatti ‘virtuali’ si sostituisce a quelle ‘amicizie’ e collaborazioni disinteressate, non superficiali, fondate sulla quotidianità e sulla prossimità, sulla conoscenza approfondita o sulla cooperazione tecnica, che dovrebbero essere alla base di una comunità cittadina ordinata.

La sovraesposizione virtuale di certi politici, di agenzie commerciali o di realtà socio culturali spesso è inversamente proporzionale ad una presenza reale e a una serietà relazionale.

In conclusione oltre al plauso verso la dottoressa Tirrito per il coraggio di mettere al centro dell’attenzione cittadina una dinamica e una zona d’ombra ancora fortemente presente va anche l’appello a vigilare sul mondo della scuola, dello sport, della cultura, con la collaborazione di dirigenti e personale qualificato e di ampia sensibilità istituzionale, verso tutte le realtà che possano girarvi intorno per condizionare e fare pressione verso l’orientamento clientelare e la ricerca di polarizzazione partitica che si nutre di scandali, di scontri, a volte anche con l’uso, compiacente o anche inconsapevole di stampa e media.

Una certa neutralità, equidistanza delle reti sociali, dei comitati vari, delle realtà sociali con taluni esponenti di partito sarà poi osservata e considerata certamente come garanzia di un lavoro fondato sulla serietà, sulla tecnica, sulla qualità piuttosto che su derive degli interessi dei mercati o ultra liberiste.

Infine il messaggio va indirizzato anche a chi ci rappresenta politicamente affinché si mantenga a servizio di tutti i cittadini evitando di orientare, a scopo d’interesse causa-effetto, certe derive populistiche alimentate dalla preoccupazione delle famiglie, dalla paura sociale, dallo scontro culturale.

“Per questo – chiude Tirrito – come Co.G.I.abbiamo sollecitato la magistratura.Per capire se tale atteggiamento di contribuzione economica e strutturale da parte di imprenditori locali e personaggi già noti alle cronache non possa evidenziare un quadro preoccupante nello scambio di favori in funzione elettorale. E se il fenomeno non nasconda più inquietanti connivenze” (fonte Ostia NewsGo 09.11.2022).

Sdt

 


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