DIARIO DI BORDO – Ostia sogna il suo teatro antico


21/09/2022 – Che meraviglia sarebbe vedere il passato riconnettersi con il presente e proiettarsi verso il futuro; sarebbe un forte messaggio di continuità e speranza.

Ostia sogna di calcare ancora le scene del teatro antico romano.

Non soltanto: sarebbe bello e giusto riconoscere ai lidensi la loro eredità potendo vederla riconosciuta ‘abitando il loro patrimonio storico;  poter dare la possibilità, ai residenti, di entrare gratuitamente all’interno della grande bellezza dei suoi luoghi antichi.

Ma il tema è molto più profondo e fortemente politico: prima di essere il palcoscenico per qualche personaggio sulla via del successo (sportivo, artistico, lavorativo etc…) il territorio lidense, Ostia, è ormai una cittadina di abitanti. Al di là dei personaggi bisogna puntare sulle persone.  E il messaggio va oltre Ostia e coinvolge il concetto stesso di cittadina, investendo nella cultura della pedagogia della prossimità, quella ‘nuova Gerusalemme’ a venire, quella città di Dio di memoria agostiniana.

Ma tornando al merito va sottolineata a Ostia una filiera cittadina straordinariamente ricca di associazioni teatrali e artistiche, di comitati, di volontari, ci centri di culto e chiese, non attende altro che quella politica concretamente per i cittadini-abitanti-residenti capace di spalancargli le porte dei loro beni.

Festival, rassegne, convegni, spettacoli, celebrazioni vedrebbero il teatro antico romano di Ostia antica una sede privilegiata dove culminare le loro attività

Famiglie, giovani, fidanzati etc passeggiare per le vestigia di un passato meraviglioso che tutto il mondo guarda. O anche i ragazzi e le ragazze incrociare tra i vicoli immortali altri giovanissimi di altri paesi, continenti, intenti a conoscere la storia.

Fino ad oggi soltanto pochissimi hanno avuto queste possibilità. Il teatro antico romano è a disposizione per le elitè della cultura e dello star system, come è evidenza per tutti. Qualche volta è concesso alle reti istituzionali, ai teatri comunali, alle kermesse con grandi nomi a seguito non poche volte collegati con quei pochissimi del territorio che hanno avuto l’opportunità di una collaborazione ai massimi livelli.

Bisogna imparare e insegnare la condivisione strutturata, espandere la cultura dello ‘spezzare il pane, abbandonare quella della loggia, del circolo ristretto, del cerchio magico, dell’esclusione, della “cosa nostra”.

E’ bene che questa impostazione culturale ‘per pochi’ e al di là del concetto di una pedagogia della prossimità e quotidianità lasci il passo ad una politica socio culturale che faccia partecipi i cittadini concedendogli non solo le possibilità materialmente ed economicamente vantaggiose, ma soprattutto strumenti che facciamo sentir parte, comunità, identità, seppure con l’opportuna responsabilità e vigilanza.

L’attenzione che, la sovraintendenza e le istituzioni in genere, in queste ultime settimane, stanno mostrando verso alcuni ritrovamenti archeologici nelle case private di qualche cittadino, anche residente, ci fa ben sperare in un rinnovato vigore verso l’importanza dei beni archeologici nostrani, appartenenti alla “cosa pubblica”; per questo vedremmo connessa questa sferzata di giustizia, completata dalla salvaguardia dei ruderi ancora esposti nei boschi lidensi alle intemperie e ad ogni pericolo e, come è tema di questo documento giornalistico, all’apertura privilegiata degli ‘scavi’ di Ostia Antica a residenti piuttosto che all’utilizzo del teatro romano per le virtuose realtà cittadine residenziali.

E’ certo che un importante forza politica e culturale sappia trovare la strada al di là e al di qua di quel dedalo burocratico che spesso non agevola le iniziative per la gente e con la gente quando il percorso è spesso nuovo.

Sdt

 


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