DIARIO DI BORDO – Al sociale la villa neo confiscata ma strutture ancora chiuse: il solito annuncio elettorale?

il bagno della villa confiscata alla criminalità a Infernetto (foto romatoday)

14/09/2022 – Andrà ai progetti di recupero sociale per i minori sottoposti a restrizioni giudiziarie la villa confiscata alla criminalità in in via Braies; questo l’annuncio dell’assessore Zevi, Roma Capitale, rilanciato dall’assessore Lancia, Sociale X Municipio di Roma, entrambi in forze nelle amministrazioni di centro sinistra.

Tuttavia altri annunci simili, in tempi non sospetti, ci indicavano l’utilizzo di altre strutture che ancora non sono state attivate con le rispettive progettazioni socio culturali. Per non dimenticare da un lato il sogno che fu dell’utilizzo di parte degli edifici della caserma guardia di finanza, sempre all’Infernetto, o della decennale questione ex colonia Vittorio Emanuele tirata fuori di solito proprio nei periodi di votazione.

Infernetto e le molteplici realtà coinvolte, entroterra X Municipio di Roma, attendono ancora l’apertura degli ampi spazi dell’ex parrocchia San Tommaso. Per tale utilizzo va sottolineato inoltre che non venne prevista alcuna continuità progettuale alla realtà ecclesiastica che si offriva, volontariamente, per famiglie e bambini con l’impegno pressocché gratuito delle suore.

Sempre sul territorio i cittadini non dimenticano gli annunci per la conversione a struttura per la riabilitazione minori o per un non precisato progetto di Housing (a detta sempre della coppia Zevi/Lancia – la struttura si trova a due passi dal mare, tra la centrale Corso Duca di Genova e il lungomare, a Ostia Nuova, non lontano da via Vincon, via Baffigo, via Ruta,) invece per le realtà della “fu consulta  minorile” (che per l’occasione aveva lavorato mesi ad un progetto inedito, ndr) o come casa delle associazioni (a detta dei 5Stelle), entrambi militanti nell’alleanza di centro sinistra.

Aldilà degli annunci politici, che per il sociale spesso si notano essere adiacenti al periodo elettorale, occorrerebbe ai territori lo strutturarsi delle progettazioni. Per far questo al percorso politico istituzionale serve la conoscenza dei territori, una mappatura di risorse anzitutto professionali e successivamente volontaristiche associative.

Un nuovo corso politico istituzionale che implementi all’interno della piattaforma pubblica, oltre che psicologi e assistenti sociali, anche personale educativo e pedagogico su base residenziale in modo che siano i raccordi per le centinaia di volontari e cittadini collaborativi.

Usare, invece, reti di realtà non chiaramente definite, inserite attorno a progettualità ‘calate dall’alto’, o scelte in ambito socio assistenziale ‘troppo dirette’ o filiere associative troppo privatistiche, tanto da sfiorare il dubbio del ‘clientelare’,  denotano un quadro che andrebbe riformato in profondità, secondo criteri di professionalità in senso territoriale attuando quella pedagogia della prossimità di cui tanto si teorizza, dando seguito alle risorse residenti e rendendo decisamente più trasparente il panorama associativo.

Non sono chiarissimi – sui territori – i criteri di assegnazione (a fronte delle centinaia di realtà residenziali, ndr), da parte di Regione Lazio, degli unici locali nei quali le progettualità siano di fatto partite (i campetti dei condomini e il centro aggregazione culturale in zona via casana) con protagonisti Asilo Savoia e alcune realtà associative di rete.

Invece per fare completa trasparenza occorrerebbe avere un registro socio pedagogico; in questo modo i cittadini saprebbero che eventuali progettualità provenienti dall’intuito politico avrebbero a garanzia dell’attuazione l’attenzione di chi opera tutti i giorni nelle realtà territoriali con sensibilità professionale e con impegno trasversale alle realtà di partecipazione politica senza quindi correre il rischio della propaganda di questo o quel partito, dell’uso e dell’abuso delle problematiche minorili e sociali in genere per fini secondari quando non addirittura strumentali ai fini di potere o di tornaconto meramente economico.

Sarà compito di una politica nuova, che dovrà venire, liberare, con chiare regole, il sociale e soprattutto l’ambito minorile dall’abuso di rimanere in un ignobile commercio di risorse direttamente proporzionali ai risultati delle turnate elettorali, utile contenitore di voti, fatto di annunci e senza alcuna memoria territoriale.

Senza una maggiore regolamentazione anche lo sviluppo socio aggregativo del territorio, anche fatto di comitati vari di quartiere e relazioni con associazioni, cittadini e professionisti, rischierebbe di degenerare in un contenitore di consensi a seguito di questo e quel politico che voglia fare facili risultati affiancandosi per la sua visibilità riducendo le istituzioni alla superficialità e al populismo di fatto.

Sdt

 


LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here