Addio a Paolo Perelli, attore e regista del territorio

Addio a Paolo Perelli. Attore, regista molto noto nel territorio dove aveva anche aperto una scuola di teatro al quartiere Dragoncello


27/6/2022 –
Hai un sogno nel cassetto?

Poter fare, da regista, un’opera di Shakespeare, un autore che permette all’attore di interpretare qualsiasi testo con qualsiasi cosa, lascia spazio alla fantasia e poi, un musical tratto da “Così parlò Zaratustra”; un grande spettacolo con tanti attori sulla scena. Chissà, cercherò di realizzare questo sogno”.

Così, in una intervista rilasciataci qualche anno fa, Paolo Perelli, scomparso questa mattina ad Ostia.

Attore, regista sempre alla ricerca di emozioni da trasmettere al pubblico. Un vero istrione, un affabulatore. Paolo ha spaziato dal teatro classico al contemporaneo lasciando sempre una impronta ed ha recitato in particolare in tutti i teatri lidensi ed al Nino Manfredi lo ricordiamo ne “La giuria”. Ricordiamo il suo gettarsi in ginocchio al termine del suo monologo. Una interpretazione prorompente, dai toni forti come piaceva a lui.

Ed ancora ne “L’Arte della Commedia” di Eduardo con la sua compagnia “Scenari paralleli”.

Addio a Paolo Perelli. Attore, regista molto noto nel territorio dove aveva anche aperto una scuola di teatro al quartiere Dragoncello

Dei suoi inizi raccontava di aver sempre avuto la passione del teatro e che l’opportunità si presentò all’istituto Tasso quando il regista Ugo Ciarfeo cercava giovani per la sua Compagnia, il Gruppo Theatro Laboratorio.

“Io ero intento a fare un compito in classe – ci disse – e ad un certo punto, per fare presto, scopiazzai da un mio compagno. Mi precipitai nei corridoi per raggiungere Ciarfeo che stava andando via, riuscii a parlargli e gli dissi che volevo fare anche io un provino. Mi mise alla prova, lessi qualcosa in Latino di Luigi Perelli, un cognome soltanto omonimo al mio e alla fine, mi prese nel suo gruppo. Iniziai a frequentare i corsi con grandi sacrifici, attraversando tutta Roma pur di assistere alle prove, tutti i giorni e per molte ore tanto che ero diventato la disperazione dei miei genitori. Mi è servito ascoltare i corsisti più grandi, ho imparato molto da loro. Fare l’attore è una professione oltre che un’Arte”.

Di “Essenza Teatro”, mi parlò con grane entusiasmo incontrandolo alla stazione di Acilia. Era un Centro di “formazione, approfondimento e sperimentazione teatrale e del benessere della persona”.

E proprio perché ricordava i suoi inizi che diede modo a tanti giovani di salire sul palcoscenico. A loro rimproverava di essere troppo frettolosi, di non tener conto della gavetta, di non considerare l’impostazione della voce, delle intonazioni e di confidare nei microfoni.

L’attore – raccontava – deve poter avere l’anima aperta a ricevere gli insegnamenti che gli vengono dati”.

Emanuela Sirchia


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