MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA – Al Cinema San Timoteo il film “Unplanned”: quello che non ti dicono “dall’inizio alla fine”


08/05/2022 – Cinema San Timoteo, 10 Maggio ore 18 e ore 21 (Via Apelle 1, Casal Palocco), proiezione di “Unplanned”, il film che racconta la storia vera di Abby Johnson esposta nel film di Chuck Konzelman, Cary Solomon con Ashley Bratcher, Robia Scott.

Si spera in questo modo di avviare un dibattito, un confronto, una ricaduta sul territorio e nelle scuole anche grazie ad altri temi sollevati da un cineforum libero, attento e critico.

Pro Vita X Municipio in collaborazione con il Cinema parrocchiale mostrano al Territorio e al mondo cosa accade realmente nelle cliniche dell’aborto, cosa è nascosto dietro lo sventolio degli slogan spesso abusati di “diritti civili”.

E’ questo il tema generale di “Unplanned” che svela la trama mondiale intorno agli affari sull’aborto e sui feti.

La battaglia sta attirando anche l’attenzione della Commissione Cultura della Prefettura di Ostia – Diocesi di Roma.

PER PRENOTARSI CONTATTARE BARBARA E FRANCESCA —> 338.9833156 / 375.5165238

Sdt

http://cineteatrosantimoteo.com/2022/04/unplanned-la-storia-vera-di-abby-johnson/

SINOSSI:

Abby Johnson (Ashley Bratcher) è una giovane ragazza al primo anno di college. Un giorno incappa in uno stand di Planned Parenthood (una delle più grandi catene statunitensi di cliniche abortiste) nel campus e nonostante i suoi valori pro-life, si fa convincere a diventare una volontaria, poiché affascinata dal discorso che le fanno sul voler ridurre il numero di aborti. Una volta laureata, viene assunta come accompagnatrice delle donne che desiderano abortire (per “proteggerle” dai manifestanti pro-life che fuori della clinica cercano di dissuaderle) e nel 2008 diventa responsabile di una clinica a Bryan, in Texas. A settembre dell’anno successivo, un fatto cambia per sempre la sua vita. Un giorno c’è carenza di personale nella struttura in cui lavora, quindi viene chiamata ad assistere il medico durante un aborto di una donna incinta alla tredicesima settimana. Mentre effettua l’ecografia, in modo che il dottore possa muoversi con l’aspiratore all’interno dell’utero, Abby vede chiaramente il bambino, perfettamente formato, che si contorce convulsamente cercando di sfuggire alla cannula che ha il compito di risucchiarlo. Non può fare a meno di pensare a sua figlia e ai due aborti volontari avuti al tempo dell’università, a come si sia illusa e a come sia stata ingannata su ciò che avviene realmente durante questa brusca interruzione della gravidanza. In lacrime, cerca l’aiuto di una volontaria pro-life incontrata anni prima, Marilisa (Emma Roberts), e con cui è rimasta in contatto, che insieme al marito dirige un’associazione a favore della vita. Abby decide di licenziarsi da Planned Parenthood e inizia a lavorare insieme a loro come volontaria.
L’organizzazione abortista la denuncia per aver rivelato informazioni confidenziali sui protocolli interni, ma quest’azione ha un sorprendente effetto boomerang che dà enorme risonanza alla storia di Abby. La notorietà della donna aumenta, anche per il comportamento intimidatorio e scorretto della Planned Parenthood, che tenta di screditare l’ex dipendente e di convincerla a smettere di raccontare della sua esperienza nella clinica.


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