Sinistra Civica: “Approvata la mozione che tutela il diritto alla residenza per soggetti fragili anche nel caso di occupazioni”


28/03/2022 – “Nel corso dell’ultimo Consiglio Municipale è stata approvata, all’unanimità dei presenti con la sola eccezione del gruppo del M5S che non ha partecipato alla discussione e al voto, una mozione che ha come obiettivo quello di tutelare il diritto al riconoscimento della residenza per i minori e le persone fragili, anche nel caso di occupazioni, così come previsto dalla normativa nazionale”. Lo dice in una nota Marco Possanzini, Capogruppo Sinistra Civica Ecologista Municipio X – Sinistra Italiana.
“Con la nostra mozione, presentata congiuntamente con Demos Laboratorio Civico X, che ringraziamo, chiediamo essenzialmente che il comma 1 – quater dell’articolo 5 della legge n.80 Renzi/Lupi venga applicato anche nella nostra città visto che il Sindaco Gualtieri ha la facoltà di poter decidere in questa direzione. Siamo assolutamente consapevoli che la norma in oggetto, anche nella parte in cui prevede una clausola di salvaguardia per alcuni soggetti arbitrariamente definiti fragili per poi conservare la propria forza prescrittiva per tutti i cittadini non rientranti nelle fragilità individuate dal legislatore, costituisce una pericolosa deroga ai principi costituzionali. Siamo però altrettanto consapevoli che una proposta di applicazione del comma 1 quater dell’art. 5 della legge n.80 può acquisire una sua utilità nell’ottica di una regolamentazione transitoria in prospettiva del recepimento da parte dell’ANCI, del Parlamento e del Governo, delle istanze di abrogazione dell’articolo 5 del piano Casa Renzi Lupi promosse da numerose associazioni così come da tante organizzazioni laiche e cattoliche. Dal maggio 2014, in Italia, è in vigore una norma che nega la residenza a chi vive in immobili occupati adibiti ad abitazione. Si tratta dell’articolo 5 del Piano Casa Renzi/Lupi. Le drammatiche conseguenze di questa legge si stanno rivelando devastanti per decine di migliaia di persone, soprattutto quelle più fragili, escluse di fatto dalla possibilità di esercitare concretamente diritti sociali, civili e politici costituzionalmente garantiti. Di fatto o di diritto, senza residenza non è possibile lavorare, accedere ai servizi di welfare, fare richiesta di assegnazione di un alloggio popolare, iscriversi ai centri per l’impiego, aprire una partita IVA, rinnovare i documenti, ottenere la cittadinanza italiana, ottenere il permesso di soggiorno e rinnovare quest’ultimo. Senza residenza non è possibile godere a pieno del diritto alla salute in quanto l’iscrizione anagrafica è una condizione necessaria per l’assegnazione di un medico di famiglia o di un pediatra. La residenza, nonostante non sia un requisito formalmente previsto per l’iscrizione ai cicli formativi, sebbene in diversi casi sia di fatto richiesto, costituisce condizione necessaria per l’accesso ad alcuni servizi, quali la mensa e il buono libri. Senza residenza non è possibile effettuare l’iscrizione alla scuola materna né agli asili nido. Nella nostra regione, il Lazio, l’articolo 5 ha rappresentato un ostacolo enorme anche nel percorso legislativo di regolarizzazione degli occupanti senza titolo negli alloggi Ater così come in quelli comunali.   Eppure, secondo i principi generali del nostro ordinamento, la residenza è un diritto soggettivo, come stabilito con chiarezza l’art. 43 del Codice Civile. Come se non bastasse, persino la possibilità di ottenere l’iscrizione anagrafica per le persone ritenute “senza fissa dimora”, Modesta Valenti per essere chiari, è stata minata da ulteriori ostacoli amministrativi e distorsioni burocratiche. Le procedure impiegate per attuare questo percorso di registrazione sono spesso farraginose e vengono interpretate in modo difforme dagli Enti preposti così come da quelli di prossimità. Abbiamo il dovere di combattere le disuguaglianze, dentro e fuori le Istituzioni, perché una società dove il fossato tra ricchi e poveri si fa sempre più profondo ed incolmabile è una società disumana. Ce lo ricorda spesso Papa Francesco e ce lo ha insegnato anche Plutarco il quale affermava che “Uno squilibrio tra ricchi e poveri è la malattia più antica e più fatale di tutte le Repubbliche.” Ed è una malattia che non ammette vaccini.”


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