“Ostia come Bibbiano”. Tiritto: “Riportiamo a casa la piccola Beatrice”


09/07/2021 – “Oggi Beatrice ha otto anni, ma ne aveva solo cinque quando i suoi genitori vennero considerati ‘non idonei’ a prendersi cura di lei: è stato allora che le istituzioni, senza tener conto delle sue due amorevoli zie – pronte ad accoglierla in casa loro all’istante -, l’hanno rinchiusa in un casa famiglia, privandola della possibilità di crescere con la sua. Tre anni più tardi, nonostante le innumerevoli battaglie legali delle zie e della cugina, Beatrice è ancora lontana dai suoi affetti, ‘ostaggio’ di una burocrazia contorta e incapace di guardare al caso particolare”. A parlare è Maricetta Tirrito, presidente del Laboratorio Una Donna, che nella mattinata di oggi ha organizzato una manifestazione di fronte alla sede del Municipio X, a Ostia. Qui le due zie, la cugina e la mamma di Beatrice si sono incatenate per protestare contro l’ingiustizia che da tre anni sono costrette a subire: non poter crescere la loro bambina.

“Il tutore legale di Beatrice – denuncia Tirrito – non risponde neanche al telefono. Alle zie è concesso di vedere la bambina soltanto una volta a settimana e nient’altro”.

“Da qualche tempo – raccontano le zie e la cugina della bimba – Beatrice è diventata strana, scostante, fredda. Non sappiamo cosa le stia succedendo; cosa le stiano facendo. Nonostante i nostri numerosi tentativi, nessuno ci risponde, nessuno sa darci spiegazioni. Il primo tutore che le era stato assegnato si era praticamente reso irreperibile, e così abbiamo ottenuto di poterlo cambiare. Ma le cose non sono andate meglio: pur avendo avuto due colloqui con lei, chiedendole di garantirci una certa reperibilità, ad oggi non riusciamo più ad avere alcun tipo di contatto. Ci siamo appellati a chiunque: abbiamo tempestato di email sia lei che i Servizi Sociali di Roma, senza ottenere alcuna risposta. Ma noi – sottolineano – non ci fermeremo mai: il benessere e la felicità della nostra bambina sono la priorità numero uno per la nostra famiglia”.

L’evento ha visto la partecipazione di diverse forze politiche, tra cui Mauro Ferri per la Lega, Isabella Brugaletta per Fratelli d’Italia, Antonello Delle Monache per Rinascimento di Vittorio Sgarbi. Dopo numerosi tentativi, una piccola delegazione composta da Maricetta Tirrito, Mauro Ferri e Patrizia, una delle due zie di Beatrice, è stata ricevuta negli uffici del Municipio X dalla presidente Giuliana Di Pillo in persona, dall’assessore e dalla dirigente dei Servizi Sociali.

Al termine dell’incontro, durato più di un’ora, Tirrito ha fatto sapere che le zie sporgeranno nuovamente denuncia nei confronti di un membro dei Servizi Sociali che dovrebbe avere a cuore il benessere di Beatrice e che, invece, continua a tenerla lontana dai suoi familiari, nonostante le reiterate richieste di affidarla alle cure delle zie.

“A fronte della denuncia già fatta ai Servizi Sociali per false dichiarazioni al Pubblico Ministero, per le quali la bambina viene trattenuta nella casa famiglia – spiega Tirrito -, abbiamo chiesto alla Presidenza di intercedere. La cosa più scandalosa – attacca – è quello che ci hanno proposto: ci hanno detto che, se fossimo disposti a ritirare la denuncia, loro, in cambio, presenterebbero delle nuove dichiarazioni al Pubblico Ministero”.

“Noi abbiamo risposto che, di fronte ad un reato, la Pubblica Amministrazione ha il dovere di prenderne atto e procedere ad un’altra denuncia, parallela alla nostra. A questo punto, loro ci hanno detto che preferiscono attendere che il Pubblico Ministero notifichi loro questo provvedimento per poi sospendere la persona in questione, ma in autotutela, perché dicono di credere alle sue dichiarazioni. Ma allora perché volevano che ritirassimo la denuncia per cambiare le dichiarazioni?”.

“Questo pomeriggio – annuncia la presidente del Laboratorio Una Donna – andremo dalla Polizia a denunciare quest’indecente proposta della Pubblica Amministrazione. A Ostia sta succedendo esattamente quello che è successo a Bibbiano, ma noi non ci fermeremo finché Beatrice non sarà a casa con la sua famiglia, e lo faremo nel pieno rispetto della legalità e della verità”.


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