Caro Presidente Draghi, in merito alla vertenza Alitalia, dobbiamo essere ben consapevoli che il nostro Paese non può permettersi di rinunciare ad essere parte attiva nel mercato mondiale del trasporto aereo, un mercato che comprende asset importanti come quello del turismo e del trasporto merci, in un periodo in cui l’E-commerce è in piena espansione.
Con la chiusura della Compagnia perdiamo l’assistenza a terra di persone e velivoli, la formazione dei piloti, degli assistenti di volo e dei tecnici aeronautici. Con la chiusura della Compagnia si esce da un mercato dove oggi lavorano decine di migliaia di lavoratori, considerato anche l’indotto, e il cui fatturato contribuisce in modo considerevole all’economia del nostro territorio. Vogliamo veramente fare in modo che questo fatturato venga trasferito all’estero, mentre nel nostro Paese spendiamo capitali in assistenzialismo?
Caro Presidente, in un momento di crisi mondiale, dove tutti noi aspettiamo con ansia la fine della pandemia per poter parlare di crescita economica, possiamo permetterci di uscire in modo definitivo dal mercato del trasporto aereo e far perdere così all’Italia una grande opportunità di sviluppo?
E’ bene ricordare che l’Alitalia si trova in queste condizioni, non a causa di un mercato carente di opportunità, bensì per colpa dei numerosi governi che si sono succeduti negli anni e per indicazioni molto discutibili da parte dell’Unione Europea. In altri casi, quando bisogna prendere decisioni su importanti vettori europei, dalla UE vengono fornite soluzioni totalmente diverse da quelle pensate per la nostra compagnia. Due pesi e due misure che non lasciano più dubbi sull’iniquità di trattamento.
Noi siamo per un’Unione Europea equa, che supporti sempre i Paesi membri nel loro sviluppo economico. Se esistono regole discutibili e decisioni inique, la politica ha il dovere di effettuare le necessarie modifiche.
Caro Presidente Draghi, per questi motivi chiediamo un suo urgente intervento presso l’UE, mirato alla protezione del futuro del nostro Trasporto Aereo, senza però dimenticare l’anomala situazione dei vettori Low Cost. Solo in Italia a questi ultimi è permesso di atterrare nel proprio Hub Intercontinentale: un altro grande errore politico che ha contribuito al fallimento di Alitalia ed a cui dobbiamo trovare al più presto una soluzione.
La politica deve porre rimedio a decenni di errori effettuati dai vari governi che si sono succeduti e che hanno causato la fine, non solo di una compagnia come Alitalia, ma di tutto il grande polo aeronautico che era presente nel nostro paese.
Caro Presidente Draghi agisca in modo che il suo governo, a differenza di tanti altri, venga ricordato per aver risollevato il Trasporto Aereo Italiano e dato finalmente il via ad investimenti mirati allo sviluppo e alla realizzazione di un nuovo e competitivo Polo Aeronautico Italiano.
Democrazia Solidale Fiumicino