Edificato con le offerte delle famiglie dell’Infernetto “l’oratorio di San Tomasso sta cadendo in rovina“, incustodito e abbandonato dopo la chiusura. Ad accogliere l’appello di mons. Plinio Poncina è stato don Franco de Donno che ha presentato immediatamente un documento all’attenzione della Giunta grillina del X Municipio di Roma e del Consiglio Municipale affinché si conosca, si legge nel documento “a che punto si trova oggi il percorso avviato da vario tempo e quali sono gli orientamenti per l’utilizzo di un capitale sociale di immensa utilità”.
L’interesse è dunque non solo per l’oratorio ma per il complesso ex San Tommaso che potrebbe essere utilizzato come centro aggregazione e tante altre progettualità derivate dai desiderata dei cittadini, dal basso, proprio come questa Giunta dichiarò al momento di essere insediata. In questa direzione la chiesa e la società civile si muovono unite per le famiglie. La priorità della famiglia e della prole, l’idea appunto “prole-taria e di sacra famiglia, viaggiano insieme nelle radici dell’amore più profondo, la cellula fondamentale”, dichiara Di Tomassi dell’associazione pedagogisti ed educatori italiani. “La battaglia si fa uniti, non c’è una separazione o rapporto subordinato di stampo ideologico, semmai l’ideologia, l’una materialista e l’altra gerarchica, si è impadronita successivamente del Bene più grande” .
L’edificio è abbastanza esteso da poter ospitare anche l’Ospedale da Campo per i Giovani dell’educatore professionale don Giovanni Carpentieri.
“Un Bene davvero comune” lo sostiene anche mons. Plinio Poncina che non ha mai dimenticato i suoi fratelli di comunità e amici in genere della zona. Storico sacerdote del nostro Territorio Lidense, parroco indimenticabile all’Infernetto e indimenticato della chiesa Stella Maris di Viale dei Promontori continua a seguire le vicende del X Municipio e continua a pregare, ma ogni tanto anche operando.
La preghiera a volte ha bisogno di gesti e azioni, per questo ha alzato il telefono e ha parlato chiaramente: “quell’oratorio potrebbe essere aperto come scuola o asilo subito e le suore sono già pronte a pulirlo, metterlo a posto e offrirsi per tenere i bambini dell’intero quartiere aiutando le famiglie anche con la Dad etc.”
In attesa che nel faraonico progetto dell’utilizzo dell’ex Caserma della Guardia di Finanza venga attivato il processo di partecipazione locale (‘tutto questo sarà vostro’, ndr) la gente del quartiere ha bisogno di essere aiutata con ciò che c’è nell’immediato e si hanno tanti strumenti che possono essere attivati con facilità. Certamente ci sono risorse pubbliche che non devono poter essere abbandonate e lasciate all’incuria nell’attesa dei tempi dei politicanti e degli equilibri di potere di pochi.
Vedremo ora se il documento di don Franco de Donno sbloccherà qualcosa e le famiglie considereranno l’operato della giunta e dell’amministrazione e i loro comportamenti nel merito di quelle strutture. Certo commuove l’immediata disponibilità di don Franco de Donno verso il quale, ai tempi attivi del sacerdote ‘di strada’, il Parroco Plinio non diede una grande collaborazione a causa dei tanti impegni parrocchiali. “Povero, don Franco“, ci disse quando il futuro consigliere poi fu eletto, “lo abbiamo lasciato tanto solo.” Ma evidentemente il Bene torna al Bene e sia don Franco e don Plinio non hanno dimenticato di essere strumenti al servizio dello stesso Signore che vuole semplicemente aiutare tutti, nessuno escluso, senza logiche di potere e di partito.
sdt – la ciurma