L’APPUNTAMENTO – Angelo Picariello, giornalista dell’Avvenire ‘quirinalista’, ha presentato ieri pomeriggio nella Chiesa di San Nicola di Bari il suo ultimo libro “Un’azalea in Via Fani”, edito dalle edizioni San Paolo.L’azalea è il fiore che a distanza di decenni ormai uno degli assassini di Aldo Moro è riuscito a portare, accompagnato dal giornalista, sul luogo del ritrovamento del corpo del leader della DC.

Storie e testimonianze di chi dall’esperienza caritativa (tra le baracche di fortuna costruite tra un arco e l’altro dell’Acquedotto Felice nel quartiere Appio Claudio a Sud-Est di Roma tra il 1936 e il 1973 ), uscendo dalla propria famiglia, dalle organizzazioni cristiane e politiche è passato – per una ricerca di giustizia dell’adesso e subito mossa dalla rabbia, soffiata spesso sui giovani, e causata da una spersonalizzazione identitaria all’interno di un ‘gruppo/massa critica rifugio d’insicurezza‘-  dalla protesta studentesca e giovanile, allo scontro, alla lotta armata, al terrorismo.

Ma anche racconti di riscatto, redenzione, conversione, perché la Vita può ad un tratto farti ‘cadere da cavallo’ e Dio fermarti, darti uno “scappellotto” sulla testa e proporti di essere parte della battaglia giusta per la pacificazione e non del terrore.

L’APPELLO ALLE SCUOLE – Ci appelliamo ai dirigenti delle scuole del territorio affinché questa presentazione di ‘Un’Azalea in Via Fani’ possa essere accolta tra i giovani studenti di tutto l’ambito scolastico X quasi forse per restituire “ai ragazzi” quella libertà che gli era stata sottratta invitandoli a combattere per  una libertà che non era tale indicandogli magari l’orizzonte di una vita più degna di essere vissuta fatta di famiglia e vera familiarità, di relazioni vere, di rapporti significativi tra amici sinceri.

GLI ATTORI – Oltre ad essere un fine intellettuale cattolico di livello nazionale e internazionale Angelo è un padre di famiglia, con sua moglie Irene e i suoi simpaticissimi bambini, abitante del territorio e partecipante alla comunità della chiesa, ricca di gruppi di diverso tipo e storia. All’interno dell’ambito parrocchiale la diversità delle varie realtà possono rappresentare la prima scuola di democrazia partecipativa. Per questo il valore socio pedagogico del percorso di ciascuno a volte consente un apprendimento spesso allo stesso livello di una competenza accademica. E’ bello che in queste storie, questo libro di cui stiamo parlando, abbia fissa l’attenzione sulla ‘famiglia’, alfa e omega di tutto: si perché in fondo tutto è accaduto poichè le persone, che si raccontano, si persero nel mondo uscendo di “casa propria” perdendosi in un bosco di violenza. Bisogna tornare alla propria famiglia se si vuole edificare una società dal cuore dell’uomo. Perché famiglia è amore gratuito e questo è il logos di Dio.

Ha moderato la discussione un’altra firma  autorevole della stampa cristiana, Laura Galimberti giornalista di Roma Sette e una delle colonne portanti della parrocchia dedicata a San Nicola, non solo nella professionalità e serietà ma nell’esempio coerente di vita.

L’incontro è stato introdotto dal Parroco don Roberto Visier che da anni ha orientato il timone della sua esperienza pastorale, insieme ai cittadini della zona, verso la carità e la cultura, ambiti capaci di fare testimonianza concreta del vangelo, di far incontrare, di essere “chiesa in uscita”. Sono intervenuti ‘gli amici ritrovati’ mentre i brani cantati sono stati di Marino Tedeschi.

LA POLITICA – Un’azalea in via Fani richiama ai tragici anni di piombo nel periodo più  critico della nostra repubblica intriso di odio politico ideologico e violenza. In questo tempo la politica pero’ produsse anche quelli che rappresentò l’antitodo al male attraverso una politica di riscatto e riconciliazione. Fu l’esempio luminoso di Aldo Moro, ‘uomo buono’ che seppe essere ‘Ponte’ e ne pago’ il prezzo da martire.

LA TESTIMONIANZA –  E il sangue dei martiri, si sa tra i cristiani, è semenza. Da lì,  nell’ormai lungo corso storico da quegli anni ad oggi, dal dialogo sociale di un ‘compromesso’ l’avvio di un’esperienza diversa di fare politica che oggi si è tramutata in testimonianze anche cristiane: cambiamenti, conversioni, redenzioni. Mossi da uno Spirito di riconciliazione chi aveva preso le armi passando dal dibattito e dal confronto dialettico allo scontro omicida è stato capace anche di riabbracciarsi riscoprendosi fratello.

E’ questo il valore aggiunto della presentazione editoriale del libro di Picariello: la Grazia del Perdono, perdonarsi e perdonare. Ascoltare la voce di chi testimonia di aver parteggiato per la lotta armata di stampo terroristico, ideologico politico,  per poi ‘cadere da cavallo’ e incontrare quel cambiamento che auguriamo a ciascun combattente irriducibile per una giustizia terrena che però sente di non ricevere da questa un appagamento duraturo, ma anzi il peso sempre presente dell’idolo.

IL MESSAGGIO A OSTIA – E’ triplice e quasi perfettamente dialetticamente hegeliano il messaggio importante che questo incontro ha indirizzato verso il nostro territorio:

1- il processo di indipendenza culturale di Ostia, ovvero ancora la conferma ulteriore che in gran parte delle chiese lidensi sono scese in campo, sono diremo ‘chiesa in uscita’, come centri di cultura oltre che di preghiera, e grandi professionalita’ del mondo della cultura cristiano e cattolico, segno che finalmente questo ‘grande gigante’ di storia e coscienza italiana che e’ la chiesa si muove sul nostro territorio da protagonista e verso una rete che si spera al più presto costituirà una vera e propria commissione cultura di prefettura ecclesiale in Ostia.

2 – un modo a venire di fare politica sul territorio lidense ‘buono’, ‘nobile’ che sappia far seguire al confronto duro la riconciliazione,  non degenerando nello scontro o nel gesto violento, piuttosto che nella fake new o negli haters di turno all’interno de social o sull’attacco diretto alla persona di questo o quel politico o alla denigrazione fisica o sociale.

E allora ci vengono in mente i fatti quasi ormai quotidiani sul nostro territorio, che evidentemente sono anche il frutto di un ruolo politico e mediatico non corretto e che da l’esempio malvagio a chi poi si sente legittimato a dar sfogo ai suoi istinti e pulsioni emotive e fisiche: il bullismo reale e virtuale, i cassonetti continuamente bruciati, atti di danneggiamento anche al fine intimidatorio, le scritte che imbrattano i muri dei quartieri, le aggressioni giovanili agli opposti avversari.

3 – l’esperienza di una politica squisitamente cristiana sul territorio municipale che venga da esponenti, perchè no, provenienti dalle stesse chiese, in comunione con il popolo sacerdotale, e verso la società civile e, nei valori universali coerenti al messaggio evangelico, si estenda a tutta la popolazione cittadina secondo il linguaggio della riconciliazione e del compromesso pur mantenendo quelle radici valoriali non negoziabili che ne fanno identità e rispettosa matura diversità.

Sdt – La Ciurma

 


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