Mario Adinolfi ha incontrato Roma da Ostia per la presentazione del suo ultimo libro “Il Grido degli Ultimi”. Piena la sala dello stabilimento Peppino a Mare, su Lungomare Amerigo Vespucci; tantissimi i partecipanti del Popolo della Famiglia, partito di cui il “Marione nazionale” è leader. Viene a Ostia colpito dai suicidi, dai morti nelle strade, dei crimini, addirittura a poche decine di metri da dove sta parlando, solo qualche giorno fa, un bambino offerto in vendita come giocattolo del sesso. Ma viene a Ostia, per Roma e per l’Italia, anche per rispondere al grido di aiuto di chi sta fallendo e verso i quali la politica distante dalla gente, dalle famiglie, non da risposte ma allontana i temi. Ci parla con amarezza e in alcuni tratti con un groppo in gola che, mentre è lì per incontrare le famiglie del popolo di Roma e di Ostia, che sono in ginocchio, in Parlamento si metteva al centro dell’attenzione di Deputati e Senatori per una giornata intera il tema delle lesbiche, dei gender e transessuali o al Comune di Roma, in quel preciso momento, riunioni fiume sul si o no ad un Museo del fascismo. In tutto questo non solo i partiti di maggioranza coinvolti, ma anche il prestarsi dei centro destra. Se non si rimette al centro la Famiglia naturale, i temi legati al lavoro, i temi legati alla vita vera siamo morti. Per fare questo bisogna scegliere soltanto una politica che porta nel tuo ‘titolo’ appunto Famiglia.
SPOSTARE SULLA REALTA’: DIRIGENTE TECNICO DEI SERVIZI…? MEGLIO DIRETTORE “DELLE FAMIGLIE”
La sala si ammutolisce. Non si ha nemmeno la forza di un applauso quanto meno se non per l’intervento del leader neanche per un saluto al personaggio; sono presenti a titolo personale anche esponenti politici, funzionali amministrativi e la presenza davvero gradita della dottoressa Scarfagna – a titolo personale, presentata ma non rappresentante,nda – Dirigente del Servizi Socio Pedagogici del X Municipio di Roma. La titolare tecnica di Via Passeroni ha espresso grande ammirazione per la passione di Adinolfi sebbene sia attaccato continuamente. Il direttore del quotidiano La Croce le risponde con un sorriso, tra il rassegnato e il consapevole, affermando che è il destino di chi ha non solo la speranza in quello che dice, ma soprattutto la Fede: è il destino di chi Crede. E lui, ci tiene a sottolinearlo, è credente.
Il dialogo tra i due, interessante se si pensa che il leader politico rappresenta un partito che inneggia alla centralità della Famiglia, e chi coordina quei professionisti del pubblico servizio che lavorano sul nostro Territorio nelle Scuole, nei Centri per Minori, Anziani, Disabili, con la fragilità di chi da solo non ce la fa. La chiacchierata però si centra sul lato umano del dirigente, sulla sua preoccupazione per la riapertura dei servizi pubblici, sul peso che grava sulle sue spalle, sull’importanza forse la necessità che cerca nel condividerlo. Ed esprime una sua intima e umana stima verso chi, come Mario, frequenta le comunità parrocchiali, dove in questo periodo di prova, ha visto la “gratuitità” del servizio, il sorriso, l’affetto, non il calcolo di costi-fabbisogni. C’è cittadino e cittadino; c’è chi di una chiede soltanto ad una società di diritto (chi si lamenta sempre perchè vuole di più o diversamente) e chi invece si rimbocca le maniche e si impegna per esserne di aiuto. Sembra di ascoltare quelle parole di quel Presidente USA ‘Cristiano’, rimasto nel cuore di tutti, che ripeteva:“Non chiederti cosa il tuo Paese possa fare per te ma cosa tu possa fare per il tuo Paese”. Era JF Kennedy. Siamo sempre lì.
RIPARTIRE DALL’ESEMPIO PRIMO DI AMORE GRATUITO PER RIMPARARE UNA SOCIETA’ DELLA SPONTANEITA’ E NON DEL CALCOLO: UN BAMBINO NATO E AMATO DA UNA SUA MAMMA E DA UN SUO PAPA’
Forse, nei luoghi del mero lavoro, anche verso quello nei confronti delle persone ci si scorda che anche i tecnici sono persone e non impiegati e funzionari di una macchina che si muove con i soldi. Adinolfi apprezza ed evidenzia questi passaggi fondamentali della Direttrice “alla Famiglia”, ci piace chiamarla, nel X Municipio di Roma; sottolinea i temi della “gratuità” e della “comunità” che si intersecano reciprocamente. Si, perché le parrocchie, le chiese, i centri di culto in genere, questo hanno di straordinario e che fa la differenza: riunire nella quotidianità e nella prossimità persone, famiglie, gratis e questo è impagabile. Per far questo bisogna saper essere e fare famiglia. Non che i servizi pubblici debbano essere gratis per il lavoratore, ironizza, ma è il diverso approccio. Un modus operandi che va considerato nell’individuazione delle persone, dei tecnici, perché assistiamo sempre più ad una società che fa le cose solo per i soldi, per se stessi o per quelli uguali a noi; spezza famiglie, rapporti, relazioni solo per i soldi. E ora vuole procreare con i soldi, vuole non soffrire con i soldi, vuole comprare tutto e tutti.
Questo non deve diventare possibile. Va cambiata una società degenerata in un materialismo sfrenato, in un superficialismo emotivo, in un individualismo apatico, nella “globalizzazione dell’indifferenza (cit. Papa Francesco)“, talvolta propedeuticizzato anche da discipline orientaleggianti che però, fuori dal contesto dove sono nate, qui da noi rischiano di diventare fughe dalla realtà o quanto peggio macchine, anch’esse, di facili guadagni.
E per far questo, vivere quanto più naturalmente, gratuitamente, spontaneamente, sottolinea Mario Adinolfi, bisogna imparare dalla Vita, da dove naturalmente ci ha insegnato l’Amore Gratuito e il Dare gratuito al suo incipit: nella nascita di un figlio accompagnato da una Mamma e da un Papà. Lì dove questo sia impedito o reso problematico non fare “scappare di casa” ma aiutare il ritorno in famiglia e a casa, nelle diverse modalità collegate alle età. Non c’è nulla di più bello e naturale. Per far questo bisogna mettere al centro la Famiglia naturale e la Costituzione Italiana lì dove ci da la possibilità di combattere affinché ad essa, come detta, sia garantita “formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi (art.31)”, come cellula fondamentale dell’intera società.
ADINOLFI AL CARDINALE ZUPPI, L’ALTO PRELATO DELLA COMUNITA’ DI SANT’EDIGIO: PER GLI ULTIMI DELLA TERRA, MA “SUA EMINENZA, NON DIMENTICHIAMOCI DEI PENULTIMI, DELLA GENTE”.
Non c’è in Mario il puntiglio assertivo mostrato di fronte alle TV necessario a difendersi ma soprattutto a difendere un “popolo” che definisce di fatto maggioritario nella sostanza ma che viene puntualmente silenziato da un pericoloso “pensiero unico relativista imperante”, mode globaliste e stili di vita non rappresentativi delle nostre culture; non fa mistero il leader del PdF di far uso dello strumento della provocazione comunicativa, di una certa esagerazione delle espressioni (tal volta anche colorite) al fine di accendere i riflettori su i temi che porta. Bisogna infatti combattere strategicamente una guerra contro un sistema che è quanto più lontano dalla realtà della gente e vuole tenerla lontana. Un modus operandi lontano dalla prossimità e dalla quotidianità, tipico di una classe elittaria e dei suoi aspiranti servi, che vuole mantenere nelle mani di pochi i temi della politica e i conseguenti torna conti di distribuzione del potere ed economico.
Si può, forse si deve ripartire da chi non solo ha Speranza, ma da chi ha Fede, a prescindere dalla religione. E’ certo che non bisogna chiuderci nelle canoniche o dietro alle sette dietro ai muretti delle chiese alimentando i mostri dell’integralismo o del fondamentalismo; rimanere in dialogo con la società, spostarsi nella testimonianza, anche soprattutto politica, all’interno dei luoghi della città. Questo sembra anche essere l’orientamento di Papa Francesco nella sua battaglia eroica per cambiare anche una chiesa “corrotta” dalla logica ellittaria. E particolare e interessante, in questo senso, che Mario, dopo anni di “pellegrinaggio politico” nelle parrocchie oggi abbia scelto un laicissimo stabilimento balneare, ma nello stesso tempo tanta gente di chiesa si sia spostata sul “territorio di tutti” per ascoltarlo. E chi sono questi? Sono i Penultimi. Il termine è nato dal dialogo con il cardinale della comunità di sant’Edigio, Sua Eminenza Zuppi, che, in linea con la mission dell’organizzazione missionaria, si prodiga per gli Ultimi tutti i giorni; “Sua Eminenza non ci dimentichiamo però dei penultimi”, della gente. A Ostia Mario Adinolfi ha voluto riportare l’attenzione di Roma e dell’Italia sui penultimi, su noi che arranchiamo tutti i giorni ma non ci lasciamo andare ma che cerchiamo di trovare gli spazi della condivisione, anche nelle parrocchie e nei centri di culto dove tutti i giorni possiamo passare e trovare qualcuno in maniera gratuita. Perché la differenza la fa la vita normale; come quando, in una stanza del Forlanini Mario nacque, vicino di letto con, il bambino di una famiglia rom e insieme festeggiarono sebbene il papà di Mario, fino a quel giorno di Vita vera, mai aveva potuto vedere “gli zingari”. Ma l’Amore può cambiare e ha cambiato le cose, le vite.