Il Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi approda il 15 luglio sulla spiaggia di Ostia per uno spettacolo-evento


03/07/2020 – A seguito dell’acclamato spettacolo teatrale “Medea”, presentato e allestito in molti Paesi del mondo (Italia, Bruxelles, Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti, Sud Africa), Dario D’Ambrosi e gli attori diversamente abili del Teatro Patologico portano in scena, sulla spiaggia di Ostia, un nuovo dramma liberamente tratto dal grande poema classico dell’Odissea, frutto della penna del poeta Omero. Lo spettacolo, unico e straordinario, si terrà il 15 luglio alle 20 sulla spiaggia adiacente al Porto Turistico, sul Lungomare Duca degli Abruzzi, all’altezza del civico 72.

“Ulisse e il suo viaggio” vuole affrontare, come in molti spettacoli precedenti del Teatro Patologico, il problema della follia ma non solo. Sono molti gli argomenti suggeriti dal testo dell’Odissea e tutti molto vivi e sentiti, anche ai giorni nostri, come l’emarginazione, l’esclusione, l’integrazione e soprattutto la voglia di potere e di sopraffazione. L’Odissea di Omero è il terzo passo della Compagnia Stabile del Teatro Patologico. I ragazzi diversamente abili, che da anni calcano i palcoscenici di tutto il mondo, sono alle prese con un progetto pensato e voluto dal fondatore e anima del Teatro Patologico, Dario D’Ambrosi che ha adattato il testo classico per creare un percorso emozionale che parla della follia che provoca la guerra, affidandolo alla regia di Franscesco Giuffrè.

Siamo tutti Ulisse, tutti noi affrontiamo la nostra Odissea personale e ognuno di noi ha la nostra Itaca. Simboli e metafore della vita entrate ormai nel linguaggio comune. Ulisse è un guerriero, un soldato, ha distrutto un regno, ha ucciso e si porta dietro questo enorme fardello. Come liberarsi di questi mostri? Dei mostri generati dalla guerra? ITACA! Tornare a Itaca significa molte cose, significa tornare nel luogo dell’anima, nel luogo dove si è sé stessi, dove si può finalmente riposare, espiare i peccati e forse trovare la serenità. il viaggio però non è semplice, il viaggio è la metafora della vita e della morte. Ulisse, durante il suo viaggio, che altro non è che il viaggio della vita, affronterà terribile mostri, tentazioni, sarà sul punto di arrendersi per lasciare tutto e di risollevarsi…”per nascere un uomo deve prima morire” dirà Ulisse poco prima di trovare la pace e sfuggire alla mostruosità della guerra, ma si può mai veramente sfuggire a tale mostruosità? In scena 21 ragazzi con patologie psichiche che attraverso il teatro trovano il modo per incanalare le loro emozioni, per vivere e far vivere personaggi e storie che emozionano puntualmente lo spettatore. Il viaggio di Ulisse insomma, ma anche il viaggio di persone straordinarie che con la loro grande forza di volontà urlano il loro esserci attraverso le voci e le parole che solo il teatro può offrire.


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