DIARIO DI BORDO – Il saluto di don Gianrico “dono di carità”, da domani Vescovo di Civitavecchia e Tarquinia. Succede ad interim mons. Paolo Ricciardi


Ostia e il settore Roma Sud della diocesi di Roma salutano Gianrico Vescovo Ruzza in partenza per Civitavecchia dove “prenderà possesso” della diocesi Civitavecchia Tarquinia. Gli succederà, ad interim, il Vescovo Paolo Ricciardi, già vescovo che aiuta Papa Francesco per i malati nella pastorale sanitaria.

Un prezioso dono di un anno, lo definiscono i confratelli sacerdoti, un esempio di Pastore che ha rafforzato lo spirito di Carità (in perfetta continuità dopo la forte missione dell’attuale Arcivescovo di Siena Paolo Lojudice che ha orientato il timone della chiesa locale virando con decisione verso gli ultimi e il servizio. Il frutto della Provvidenza, soprattutto nel tempo della sofferenza per il Covid. Poi gli donano un Pastorale e una Mitra a racchiudere queste parole in un segno e un simbolo.

“Don” Gianrico trattiene a stento le lacrime che chiama ironicamente “pericolose” in questo momento di contagio. E, rafforzato dalle parole della Sacra Scrittura che ci aiutano come uomini in questi momenti importanti di passaggio, ci rivolge le ultime commosse parole dall’altare a noi e a lui.

Ci raccomanda di non perdere mai lo stile di Gesù, del servizio, di parlare il linguaggio dell’umiltà a dilatare sempre il cuore. E’ eccezionale, per la loro portanza, ascoltare queste parole proprio da un vescovo che, solo pochi anni fa, ricopriva incarichi a contatto con i più alti prelati nel vicariato o nelle stanze cosiddette dei bottoni, come anche il parlamento italiano. E’ unica la sua visuale che spazia dagli uomini più potenti ai più apparentemente fragili in questo mondo. Per questo le sue parole oggi acquistano uno spessore decisivo, per Ostia, per Roma per la Chiesa universale.

Il vero Re, don Gianrico lo esplode nell’omelia, è un sovrano che viene a cavallo di un asino. Possiamo innamorarci di Gesù? Si, nella sua sobrietà e della sua tenerezza: questo è lo stile del Cristiano vero. Lo è sempre stato. E nel passato abbiamo sbagliato. San Giovanni Paolo II ha chiesto perdono per questo. Abbiamo bisogno sempre di dialogare, della compassione, di caricarci la fatica degli altri. Del resto questo anno ce lo ha insegnato bene. Il servizio come Vescovo in questo territorio è stato un tempo breve – poco più di un anno, n.d.a. – ma è bastato per innamorarsi di noi, una parte della città che ha delle potenzialità rare. La collaborazione tra sacerdoti, laici, tanti carismi non sono affatto scontati. C’è una fratellanza, uno “sguardo” attento. Il lavoro con i prefetti è stato di grande sintonia.

Adesso don Gianrico Vescovo incontrerà Civitavecchia e Tarquinia, realtà più piccole ma forse più intense. Qui porterà la nostra vitalità.

Ci raccomanda poi di essere chiesa con questa “cifra”: la discrezione, la partecipazione, la compassione, “miti come Gesù” anche se è una “proposta scandalosa”. Il mondo infatti continua a ragionare, nonostante tutto, nonostante anche il Covid, secondo le logiche di risultato, di fruttato, di successo: questa logica ci tiene prigionieri. E allora il messaggio di Gesù per il mondo diventa scandaloso: Lui sceglie l’umiltà, lo stile della svestizione. Dio ama l’uomo in modo immenso. Il mondo vive di paura, di precarietà. Dio aiuterà sempre l’uomo, questo noi cristiani dobbiamo dirlo alle persone.

In ultimo don Gianrico Ruzza parla della sua nuova sede episcopale, della lettura che lo attenderà e che forse crea un messaggio come “ponte” tra queste due città. Infatti la riflessione è sul fatto che poche persone in realtà fanno cose importanti, cose potenti, ma invece tantissime fanno parole e solo parole. La nostra differenza è mostrare che non abbiamo, non avremo paura a scegliere quello che il mondo considera stolto, debole, ignobile, disprezzato. Dio ha scelto queste persone per confondere i cosiddetti potenti.

Così con queste parole infine monsignor Gianrico Ruzza neo Vescovo di Civitavecchia e Tarquinia ci saluta, dandoci appuntamento il 25 Luglio alle 18 presso il Forte di Michelangelo, di liberarci e liberare, attraverso questa scelta, dall’oppressione della colpa e di partecipare fin da subito a questa gioia della vita eterna.

[Associazione La Ciurma – SDT]


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