Ostia Antica, il misterioso caso del Parco dei Ravennati


22/8/2016 – “Ancora una volta il bistrattato Parco dei Ravennati ad Ostia Antica, si affaccia alla ribalta, come “oggetto misterioso” dell’abbandono e del degrado diffuso”. A dirlo è Gaetano Di Staso dell’associazione Salviamo Ostia Antica. “Area verde, al centro, ormai da anni, di dispute politiche, tecniche, burocratiche, e cosa ancora più grave, nel mirino di pseudo politici locali, convinti che  l’intera area fosse terra di conquista, ad uso e consumo personale. Al centro di un regolare bando pubblico, dai risvolti poi misteriosi, di interessi politici locali, fortemente ostacolato da parte “personaggi” faziosamente interessati, e da una classe politica, ormai allo sbando, individui convinti di essere i “gestori” di un territorio che loro stessi, e la loro “fame” politica, hanno portato al collasso. Un bando pubblico, regolarmente vinto da privati, – prosegue Di Staso – con l’incarico di gestire un punto verde ristoro, mantenere e manutenere l’intero parco, dove l’interesse verso un rilancio turistico avrebbe portato economia e una parvenza di decenza e di lustro per un quadrante lasciato allo sbando dall’incuria politica locale e lasciato oggi, purtroppo, in mano a bande di poveri personaggi, sbandati senza fissa dimora che li bivaccano durante la notte, lasciando un gioiello che ospita la Rocca di Giulio II, preziosi reperti archeologici, a pochi metri dal Borgo e dagli Scavi Archeologici, all’abbandono e al perdurare di un lento, ma deleterio degradoDa sempre come Associazione “Salviamo Ostia Antica” – conclude Di Staso – denunciamo fortemente, il danno politico locale, inferto ad un territorio ricco di millenni di storia, un territorio che con i suoi preziosi tesori storico-culturali, avrebbe il diritto di essere al centro del mondo, primeggiare con le più importati location archeologiche mondiali, portare benessere rinverdendo l’economia locale, fuori da interessi politici, non essere ancora luogo di passerella per faccendieri e politicanti interessati esclusivamente al proprio ego, ma che sia territorio comune dei suoi cittadini, dei suoi residenti, unici eredi di un assoluto “Bene Comune””


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