Fiumicino, allenatori di rugby violenti. A difenderli i genitori degli atleti


17/7/2016 – Si alzano gli scudi in difesa degli allenatori della Fiumicino Rugby alla sbarra per una presunta aggressione avvenuta nei confronti di un atleta durante una trasferta a Iesolo, vicino Venezia. A scendere in campo sono i genitori dei piccoli atleti che hanno voluto dire la loro in una lettera indirizzata al Sindaco di Fiumicino Esterino Montino su una vicenda con ancora tanti punti oscuri, nell’attesa che la magistratura si esprima. «In questa lettera – dicono – parliamo per rispondere al fango gettato sulla società e su dei ragazzi che da anni volontariamente allenano e soprattutto educano i nostri figli. Noi siamo sconcertati per quello che sta accadendo alla nostra società e ai nostri tecnici “educatori” fermo rimanendo che abbiamo piena fiducia verso chi dovrà appurare la verità dei fatti». La vicenda prende il via nel maggio dello scorso anno quando durante una trasferta a Iesolo per alcune gare un ragazzo, figlio di un assessore del Comune di Fiumicino, venne, secondo la denuncia presentata all’epoca dalla famiglia del ragazzo, brutalmente malmenato. Una vera e propria spedizione punitiva quella che avrebbe subito da parte di tre allenatori e che avrebbe coinvolto anche un secondo ragazzo. Una versione che già all’epoca la dirigenza della squadra aveva voluto ridimensionare specificando come la vicenda fosse stata chiarita e che soprattutto il ragazzo vittima del “pestaggio” il giorno successivo avesse giocato senza problemi. Le cose erano però andate avanti e i carabinieri avevano ricevuto la denuncia e aperto un fascicolo d’indagine. Nei mesi successivi però, collegandola a questo episodio, più volte i genitori e la dirigenza della squadra segnalarono l’esclusione, o la penalizzazione, dalle iniziative comunali a cui fino a quel momento la Fiumicino Rugby aveva preso parte senza problemi. «Quello che noi genitori possiamo e vogliamo testimoniare – spiegano ancora – è che gli allenatori che hanno subito la denuncia, li conosciamo da diversi anni; vediamo giorno per giorno il rapporto che hanno instaurato con i nostri figli. Ognuno di loro è riuscito a creare un rapporto speciale con ciascun bambini: li vediamo ridere, giocare, abbracciarsi e questo non succede solo durante l’orario di allenamento. Hanno un rapporto così bello e forte che va anche al di fuori del campo da rugby. In tutti questi anni, non c’è mai stata nessuna occasione in cui l’educatore si è permesso di alzare anche solo un dito nei confronti dei bambini. Di trasferte ne abbiamo fatte tante e tante ne faremo, continuano a mandare i nostri bambini con una società e con dei tecnici di cui ci fidiamo. In ultimo chiediamo e ci aspettiamo che l’Amministrazione comunale nelle sua più alte espressioni istituzionale e politiche mantenga l’imparzialità dovuta. È in gioco la tranquillità delle esperienze di crescita di 150 bambini. Questo si, non è uno scherzo».


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