Ostia, referendum, lo strano caso dell’Anco Marzio


18/4/2016 – Procedure ben rodate e illustrate nel dettaglio in 200 pagine. Sono le istruzioni da seguire per l’apertura dei seggi elettorali, paletti e regole da rispettare per proteggere la democrazia fin da una delle sue prime espressioni: la votazione. Tra i regolamenti ad esempio, i componenti del seggio elettorale sono nominati oggettivamente e non sono legati a partiti politici. Questo però sembra verificarsi solo sulla carta. Emblematico è l’episodio avvenuto nella giornata di sabato al liceo Anco Marzio di Ostia. Le istruzioni per l’allestimento della sezione elettorale prevedono che “alle ore 16 del sabato, giorno precedente quello della votazione, il presidente costituisce il seggio chiamando a farne parte il segretario da lui scelto e gli scrutatori, i cui nominativi risultano dall’estratto del verbale di nomina”. Gli imprevisti sono all’ordine del giorno tant’è che per lo stesso presidente di seggio è prevista una tolleranza di 30 minuti. Pari diritti e pari doveri dovrebbero valere anche per gli scrutatori per i quali, in realtà, la tolleranza è a discrezione del presidente che in caso di ritardo o di non presentazione al seggio può decidere la loro sostituzione. A raccontare quanto accaduto è la stessa scrutatrice esclusa per un ritardo di appena 10 minuti. “Nello stesso seggio – spiega – c’era un’amica del presidente del seggio che è stata messa al mio posto senza che avesse la lettera di sostituta scrutatrice. La stessa signora infatti ha raccontato di aver solo segnato il suo nome in un foglietto appeso vicino al citofono della scuola. Le domande sono ovvie. Il Presidente come ha fatto in soli 10 minuti a prendere il materiale, spacchettarlo, verificare l’identità delle persone e trovare la sostituzione che doveva comunque avvenire con persone indicate nelle apposite liste dei sostituti scrutatori e di certo non con persone a piacere. Inoltre tendo a sottolineare che ha palesemente ignorato la disposizione secondo la quale la prima cosa che deve fare è accertarsi dell’identità delle persone presenti: se lo avesse fatto, con l’appello e la firma degli appositi moduli, un’altra ragazza lì presente e nominata regolarmente come scrutatrice, avrebbe potuto spiegare di conoscermi e che quindi poteva chiamarmi per sapere dove mi trovassi prima di passare alla sostituzione. Ho cercato di protestare ma a nulla è valso. Mi chiedo quindi perchè un ruolo importante come quello del presidente del seggio elettorale, che dovrebbe garantire la trasparenza delle operazioni, può avere la libertà di mettere nel seggio una persona a piacere ignorando 200 pagine di istruzioni? Una domanda importante perchè – conclude – se in questo caso si trattava del Referendum, tra poco più di un mese, si terranno le amministrative di Roma quando il rischio di brogli potrebbe essere elevato. Visti soprattutto gli ultimi episodi che hanno interessato proprio il X Municipio con il caso delle schede truccate che hanno visto la condanna del consigliere Antonella Moroso”.

di Fabiana Boiardi


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