LA PSICOLOGA – Una coppia tra ieri e oggi


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18/4/2016 – Vivere insieme per 36 anni dopo aver attraversato esperienze, novità, paure, rischi, eventi più o meno lieti: Sergio e Chiara, 57 anni lui, 56 lei. Due figli, uno di 34 e l’altra di 32.
La storia di Sergio e Chiara è dolce, tenera, piena di un profondo affetto. Si conoscono alle superiori; compagni di classe, lui ripetente di un anno. Sono entrambi figli di famiglie unite, semplici, di lavoratori senza tanti grilli per la testa. Anche i due ragazzi sono semplici ma Chiara ha sempre avuto tanti progetti, tanta voglia di emergere, di poter diventare una giornalista famosa, scrivere delle donne non libere dai vincoli di una cultura maschilista, raccontare delle possibilità che ognuno può avere al di là del sesso e della religione. Sergio di progetti ne aveva, voleva un lavoro d’ufficio, una moglie e almeno quattro figli, così come avevano fatto i suoi genitori che al mondo ne avevano messi sette.
Quei tre anni passati insieme all’Istituto Magistrale sono stati belli, allegri, spensierati, ma determinanti per le loro vite. Chiara a 18 anni decide di abortire. Quell’anno avrebbe dovuto sostenere gli esami di maturità, e poi l’università, e poi i corsi di specializzazione e poi, e poi… Sergio avrebbe voluto quel figlio ma la determinazione di Chiara lo convince facilmente che va bene così. Però le chiede di sposarlo presto, vuole costruirsi una famiglia, la vuole per sé. Si sposano dopo nemmeno due anni; lui aveva trovato appena dopo il diploma, attraverso un suo zio materno, un lavoro in un ufficio pubblico. Lei era al secondo anno di università, ma era difficile continuare perché i suoi genitori non la potevano aiutare economicamente, ma neanche il marito poteva farlo con lo stipendio che aveva. E poi Sergio non era mai stato d’accordo in merito alle velleità della moglie. Sentiva che i progetti di Chiara sarebbero potuti essere rischiosi per i suoi personali obiettivi.
In realtà la loro vita andrà esattamente come lui voleva. Chiara non potendo più continuare gli studi e non avendo il supporto del marito nell’idea di cercarsi un lavoro, pensa bene che il significato della sua vita potrebbe essere avere un figlio. Ne vengono due ad una distanza di nemmeno due anni. Sergio inizia lentamente a fare carriera, riprende gli studi facendo dei corsi che gli permettono di andare su di grado. Chiara si dedica fortemente ai piccoli, alle difficoltà che le danno, soprattutto la seconda che presenta una serie di allergie che le procurano asma e bronchiti forti. Gli anni passano, pieni, intensi. Chiara e Sergio continuano a volersi profondamente bene, la loro amicizia e il loro essere in intesa su molte delle decisioni da prendere crescono sempre più. Non c’è una grande intesa sessuale ma pensano che la forza del loro rapporto in tutto il resto possa essere sufficiente per accontentarsi e per sentirsi fortunati rispetto agli altri loro amici.
Tutto però si modifica quando il figlio si sposa e va vivere lontano e la figlia decide di fare la giornalista nel sud dell’Africa. Chiara in tutti quegli anni aveva messo da parte dentro di sé quelli che erano stati i suoi sogni; aveva vissuto proprio quella vita che inizialmente non le sembrava poterle appartenere vista la sua voglia di conoscere, sperimentare, viaggiare. Non avere più i figli con sé per Chiara rappresenta non capire più quali siano veramente le sue prospettive. Rimanere da sola con Sergio la porta ad accorgersi quanto nel tempo ha ceduto a tutto ciò che lui sin da sempre ha voluto da lei: la moglie e la madre di famiglia. Proprio quello stereotipo di donna che sin da bambina aveva disapprovato. Aveva cresciuto i suoi figli cercando di far loro capire che avrebbero dovuto seguire in primo luogo le proprie propensioni, qualunque fossero state. E lei? Ma si era mai veramente innamorata? Come donna cosa le aveva dato Sergio? E fondamentalmente nella sua vita quanto spazio le aveva lasciato e quanto lui se n’era preso per capire veramente come lei è? Sergio e i suoi amici. Sergio e il suo lavoro. Sergio e la morte dei suoi genitori. Sergio e la sua pigrizia. Sergio e i suoi tanti no alla voglia di lei di viaggiare, di partire. Ora che sono soli Chiara più volte ha chiesto di allontanarsi da quella casa, di fare qualcosa insieme senza avere figli o genitori da portare con sé. Sergio non vuole, Sergio ama stanziare, riposarsi in quella casa, leggere il suo giornale.
Sergio ha sempre cercato di tenere a freno la moglie, si è sempre sentito in pericolo con Chiara, non glielo ha mai dimostrato ma ha sempre provato un certo senso di inferiorità. Chiara è intelligente, Chiara è brava in tutto ciò che fa, Chiara è sensibile, Chiara scrive, ascolta musica e sa tutto di alcuni autori tedeschi della seconda guerra mondiale. Chiara sognava e lui temeva i suoi sogni. Sergio adesso sa che, senza i loro figli, le cose potrebbero non essere più taciute, che i desideri potrebbero riemergere. D’altro canto Chiara è ancora giovane; creativa com’è potrebbe arrivare a tutto.
In realtà quello che succede è che Chiara entra in una profonda depressione, si chiude in quelle quattro mura, si isola da tutto ciò che sempre le è appartenuto in attesa del momento in cui avrebbe potuto sviluppare le sue idee. Tutto in lei viene messo a tacere attraverso il buio della stanza da pranzo. Tutto chiuso, fermo, immobile. Finalmente i due si avvicinano veramente, stanno insieme in quella quotidianità fatta di sofferenza. Lui è attento, presente, accudente. Ascolta i silenzi di Chiara, è attento alle parole della moglie. Diventa i suoi occhi sul mondo, Chiara attraverso di lui sa cosa avviene fuori. Sergio diventa il giornalista di Chiara.
Cosa è accaduto veramente? Perché Chiara entra in questa forte depressione? Il sintomo di Chiara è solo da attribuire a questa donna o potrebbe avere anche un significato relazionale?
Sicuramente il malessere di Chiara appartiene a lei profondamente e alle paure di affrontare tutto ciò che ha sempre desiderato senza sapere da dove iniziare. Una cosa è progettare, un’altra è dare corpo al tutto. Quindi il sintomo in questo caso è sicuramente rassicurante rispetto al dover prendere in mano i sogni di una Chiara adolescente. Ma è un sintomo rassicurante anche per la coppia in quanto in questo modo non viene presa alcuna decisione in merito al rapporto coniugale, si rispetta il clichè del loro matrimonio con lui forte e lei prima occupata dal crescere i figli, ora dal sopravvivere alla depressione. In questo modo non ci si può fare molte domande sul rapporto di coppia. E’ prioritario stare bene e far stare bene Chiara.
La terapia ha avuto un’alternanza tra gli spazi individuali e quelli di coppia. Difatti il lavoro ha sicuramente riguardato il rassicurare Chiara che avrebbe potuto riprendersi in mano la sua vita e i suoi progetti, ritarandoli per quelle che erano state le sue esperienze di vita e per le possibilità che ancora poteva ricercarsi all’esterno. Ma ha riguardato anche il rassicurare la coppia che non ha bisogno della malattia di uno dei due per rimanere unita, altrimenti il rischio sarebbe potuto essere che se il malato del momento sta meglio l’altro si ammala.
Dopo alcuni anni la terapeuta è stata chiamata da Sergio che ha voluto metterla al corrente di come nel tempo le loro vite si siano separate. Nessuno dei due ha un compagno fisso. Lui è andato in pensione ed è rimasto in quella casa occupandosi dei nipotini e di quello che mai aveva detto a nessuno essere un suo grande amore, il modellismo di auto d’epoca, cosa che aveva sempre tenuto riposta nel posto più nascosto di sé perché ritenuta poco pratica e inconcludente. Chiara è andata a vivere poco lontano da lui, collabora con una rivista del quartiere occupandosi di una rubrica sulle donne nelle diverse culture; coccola i nipoti e traduce in inglese alcuni brani che scrive la figlia. Sergio: “Penso che siamo due ultrasessantenni sereni”.

Dottoressa Stefania Martina – psicologa, psicoterapeuta


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