Con il Cea alla scoperta di Castelfusano e di Garbatella


26/8/2015 – Dopo la pausa estiva riprende l’attività del Cea. Due gli appuntamenti in programma per questo fine settimana. Sabato con appuntamento alle 21 nei pressi della sede, in via del Martin Pescatore (a fianco del bar “La Casina del Bosco”), il Dott. Simone Ceccobelli condurrà nella suggestiva esplorazione della Pineta di Castelfusano di notte. Contributo a copertura delle spese € 5, gratuita under 18. Domenica invece a cura dell’Associazione Culturale Cyberia, con appuntamento alle 18 alla stazione Metro B Garbatella, l’Architetto Fabrizio Madonna vi porterà alla scoperta di uno dei più suggestivi quartieri di Roma, la Garbatella. Contributo a copertura delle spese € 5 + € 2 per auricolari. Under 18 solo euro 2 per auricolari. 

La prenotazione per tutte le visite  è obbligatoria al n. 06 50917817 (lun.-merc.- ven. e sabato ore 9.30-12.30)  oppure ai cellulari: 347 8238652  o 327 4564966.

 

Sabato 29 agosto 2015
Castelfusano di notte 

Esplorazione notturna della Pineta
Appuntamento: ore 21 presso la sede CEA Via del martin Pescatore 66, Castelfusano. Contributo a copertura delle spese € 5, gratuita under 18.

Si parte dalla sede del CEA. L’itinerario ci permetterà di esplorare la pineta in attento ascolto dei richiami notturni degli uccelli, condotti da una guida esperta, assaporeremo la magia del bosco di notte. Duemila anni fa la linea di costa era molto arretrata, all’altezza di Ostia Antica circa, e dietro una fascia di dune si trovavano estese lagune oggi prosciugate. Il fiume Tevere ha nel tempo portato grandi quantità di limo e di sabbia, che si sono accumulati in cordoni paralleli al mare, portando alla creazione dell’attuale linea di costa. Infatti, percorrendo un qualsiasi sentiero in direzione perpendicolare alla costa, si possono notare rilievi corrispondenti agli antichi cordoni dunali. La vegetazione è caratterizzata dagli arbusti tipici della macchia mediterranea: lentisco, fillirea, mirto, erica, ginepro, smilax, corbezzolo e leccio, che poi diventa albero mentre il pino domestico è di impianto artificiale. Le ghiandaie e i picchi popolano la pineta, i loro richiami facilmente si possono ascoltare e con un po’ di fortuna e attenzione si possono anche vedere. 

Domenica 30 agosto 2015

Garbatella
Appuntamento: 18 stazione Metro B Garbatella. Contributo a copertura delle spese € 5 + euro 2 per auricolare, under 18 € 2 per auricolare.

Il quartiere fu fondato negli anni venti sui colli che dominano la basilica di San Paolo. L’origine del nome è tuttora oggetto di discussione: secondo un aneddoto molto diffuso, il quartiere prenderebbe il nome dall’appellativo dato alla proprietaria di un’osteria che si trovava sullo sperone roccioso sovrastante proprio la basilica di San Paolo lungo la via delle Sette Chiese, via che collega la basilica Paolina alla basilica di San Sebastiano fuori le mura meta di pellegrinaggi sin dal XVI sec.. Una seconda ipotesi vuole invece che derivi dall’amenità del luogo, mentre un’ultima interpretazione, con qualche fondamento scientifico, fa riferimento al tipo di coltivazione della vite detto “a barbata” o “a garbata” nella quale le viti vengono appoggiate ad alberi di acero od olmo, in uso nei terreni detti “Tenuta dei 12 cancelli” (comprendenti l’attuale via delle Sette Chiese),  posseduti nel XIX secolo da monsignor Alessandro Nicolai, ministro dell’agricoltura di papa Gregorio XVI.La Garbatella è tradizionalmente suddivisa in lotti, occupati da costruzioni che circondano cortili e giardini che, soprattutto in passato, erano punti di ritrovo per la popolazione: lavatoi e stenditoi, botteghe e cantine, sedie e muretti. L’assetto architettonico della zona è un compromesso tra l’estetica e la pratica: le abitazioni sono collocate, almeno nel nucleo storico, in villini o palazzine di tre piani al massimo, con grande cura per i dettagli e per la diversificazione degli stili.L’architettura del quartiere fu inizialmente improntata al modello inglese delle città giardino (Garden Cities) ben collegate e vicine alla città, abitate da operai e comprendenti significativi spazi verdi coltivabili, tali da fornire ai lavoratori residenti una preziosa, e ulteriore, fonte di sussistenza: l’orto.Lo stile architettonico dei primi lotti fu denominato Barocchetto dai suoi creatori Gustavo Giovannoni e Innocenzo Sabbatini, coadiuvati successivamente da Costantino Costantini, Massimo Piacentini, Mario De Renzi, e Nori; simili al barocco sono le modanature di sapore medievale, le figure di animali riscontrabili nei fregi, l’utilizzo estensivo di decorazioni d’ispirazione floreale e botanica, restando però queste nell’ambito dell’edilizia popolare e, dunque, povera: al posto di marmi pregiati, stucchi e calce bianca.


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