LA PSICOLOGA – L’io, il noi e l’estate


18/7/2015 – Vittoria e Lucia sono amiche da circa 8 anni, da quando i loro figli frequentavano la stessa classe alle elementari. Durante l’anno spesso si incontrano, organizzano cene coinvolgendo anche i loro rispettivi compagni, Sergio e Lucio. Non hanno però mai pensato ad una vacanza insieme per difficoltà legate alle ferie che mai avevano coinciso per i quattro. Lo scorso anno decidono di farlo. La decisione è soprattutto delle due amiche. Gli uomini si erano frequentati spesso ma mai piaciuti sino in fondo, sarà per le evidenti differenze nel carattere, uno molto sicuro di sé quasi a sfiorare l’egocentrismo, l’altro molto più riservato, con un lavoro semplice di cui è stato sempre molto soddisfatto, proiettato piuttosto sui suoi molteplici interessi che spesso condivide con Vittoria. Scelgono di prendere in affitto una casa non molto grande, con spazi esterni però ampi e comodi. Sono soddisfatte perché i due ragazzi, sempre amici ma oramai abbastanza lontani anche per le scelte scolastiche che avevano fatto, sono entusiasti di partire insieme. Ad uno dei due però viene permesso di portare la ragazza, Giulia, con cui da qualche mese ha avviato un bel rapporto, di grande affetto e tenerezza. Stare insieme per quasi due settimane, condividendo spazi, decisioni e le tante difficoltà nate tra i ragazzi anche per la presenza di Giulia, il dover essere sempre quelle trainanti e coinvolgenti e il non riuscire ad esserlo sino in fondo, fa crollare sia Vittoria che Lucia. Iniziano reciprocamente a concentrarsi sugli aspetti dell’altra ritenuti sgradevoli attivando un forte malessere all’interno dell’intero gruppo al punto che Vittoria e Sergio decidono di partire qualche giorno prima. Lucia e Lucio arrivano in terapia in autunno. Avevano sempre vissuto vite differenti, lei dedita prevalentemente alla casa e alla gestione dei genitori anziani, lui proiettato a fare una carriera puntata ad elevarsi socialmente ed economicamente rispetto alle sue origini semplici e a suo dire troppo umili. Entrambi però uniti dall’idea che la famiglia debba essere un valore da rispettare. Per Lucio quella esperienza estiva è stata illuminante delle fragilità della moglie che in parte conosceva ma che non aveva mai sperimentato così prepotentemente. Lucia negli ultimi mesi si è appoggiata molto a lui, o meglio si sarebbe voluta appoggiare a lui ma non ha trovato grande presenza emotiva in Lucio che, dal suo canto, ha espresso presto fastidio per questa forma richiedente e coinvolgente che lo tira dentro ad una realtà di cui non si è mai dovuto occupare……..

Veniamo a noi…
Chi scrive ama particolarmente l’estate, con i suoi colori, odori e suoni.
L’estate è un pullulare di vita. Le persone si incontrano, parlano, si scambiano sguardi, complicità; i corpi sono nudi, visibili; il sole tocca la pelle, la arde e la rende arrendevole, morbida, luminosa. Tutto fa pensare che è necessario cogliere l’occasione dei pochi mesi per godere di libertà e desideri, di colori ed emozioni vibranti. L’estate del divertimento, della vacanza, della passione e… perché no? Anche dei colpi di testa.
Ma allora, perché l’estate è foriera spesso di notizie allarmanti, di suicidi, di separazioni, di forti depressioni, dell’espressione dell’aggressività e della rabbia e di un grande senso di solitudine? La risposta è chiara a tutti: perché, durante il periodo estivo, vengono meno i punti di riferimento, gli orari, i rapporti e le relazioni usuali ma rassicuranti. Chiude il negozio di fiducia, i parenti partono, la collega va in vacanza, l’amico o l’amica in villeggiatura, la farmacia è quella di turno, in tv ci sono solo repliche.
Tutto ciò che in apertura chi scrive ha descritto come meraviglioso, distensivo e vitale può, come tutte le più splendide medaglie, mostrare un retro fatto di solitudine, di mancata partenza, di caldo allarmante e prepotente, di pensieri che trovano più spazio nella testa per trasformarsi in ansia, paura, senso di instabilità. Tutto si amplifica e nello stesso tempo si confonde in domande, tante domande. Perché non sono come gli altri? Perché non sono felice? Tutti lo sono, io no. Perché tutti sono belli, sereni, soddisfatti e io sto qui a non sapere cosa fare, con chi uscire, a chiedermi se vale la pena stare a guardare in finestra la vita che passa e di cui solo gli altri ne godono?

L’estate, come d’altronde tutte le festività in cui ci si aspetta di provare felicità, serenità e prossimità agli altri, può quindi essere, usando una metafora, come l’altoparlante di desideri ed emozioni, per alcuni finalmente espressi, per altri addirittura fonte di oppressione e di amplificazione del senso di inadeguatezza.

In estate particolarmente, poi, si suol dire che le coppie “scoppiano” in quanto la coppia va in vacanza letteralmente o solo metaforicamente. In estate tutto è meno accettabile, più in evidenza. Quelle pecche del proprio marito o moglie che, durante il corso dell’anno, sono tollerabili nel ristretto spazio della quotidianità e del minimo incontro tra persone, in estate diventano spade che penetrano i nostri sensi e ci rendono inaccettabile tutto del partner. I dissapori e le differenze si amplificano. La voglia di specchiarsi nello sguardo di altri e il desiderio di cercare quello che da tempo non si ha o si pensa di non avere, diventano bisogni pressanti. Il partner non solo non è più come prima ma nel tempo ha sviluppato aspetti di sé in piena idiosincrasia con tutto ciò che ci si aspettava da lui o da lei. La voglia di vivere dell’uno, di fare esperienza nuove, di provare emozioni, di socializzare e di avere riscontri piacevoli all’esterno della coppia, possono diventare aspetti intollerabili per l’altro.

Quello che è accaduto alle due amiche, ed in particolare a Lucio e Lucia, è che la scorsa estate hanno “osato” troppo. Hanno chiesto a se stessi e agli altri di traslare la solita quotidianità in un momento di convivenza stretto e pieno di aspettative, fatto però di un viversi comunque sotto una forma diversa, quella dell’attesa libertà e leggerezza estiva quasi con una valenza terapeutica. Forse anche nella speranza di recuperare le distanze emotive che nel resto dell’anno ci si convince di accettare ma che sino in fondo sono la zavorra dei sentimenti e dei desideri.

Dottoressa Stefania Martina – psicologa, psicoterapeuta

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