Incendio Leonardo da Vinci, la Procura sequestra il molo D del Terminal 3


27/5/2015 – La Procura di Civitavecchia ha disposto il sequestro preventivo del molo D del Terminal 3 dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Dopo l’incendio dello scorso 7 maggio che ha colpito il Terminal 3 dello scalo il molo D era stato chiuso e successivamente riaperto il 18 maggio. Il via libera alla riapertura era stato dato “non riscontrando alcun rischio per la salute di lavoratori e passeggeri” al termine di una riunione svolta presso la sede della direzione Sistema Aeroporti Lazio dell’Enac che ha coinvolto tutti gli attori aeroportuali e un rappresentante dell’Asl RmD. Per Aeroporti di Roma il sequestro è “ingiustificato”. Nell’atto del magistrato, notificato alla società in serata, “l’azienda precisa non si fa alcun cenno alla diossina, che, tra l’altro, è stata sempre rilevata al di sotto dei limiti internazionali”. In merito al campionamento di sostanze inquinanti aerodisperse presso l’Aeroporto Leonardo da Vinci da parte di Arpa su richiesta di Asl Roma D, si comunica che “le prime rilevazioni sono state effettuate presso il Terminal 3 ed il Gate C a partire dal 12-5-2015 ed al Terminal 1 quale ‘bianco’ in zona presumibilmente non interessata dagli effetti dell’incendio. Le campionature sono state ritirate in data 14 e 16 maggio da Arpa che ha direttamente effettuato la rilevazione degli inquinanti”. “La valutazione degli inquinanti rilevati, (in particolare diossine e furani) – spiega – e del rischio di esposizione è in corso presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss)a cui la Asl Roma D ha affidato l’incarico a supporto del Dipartimento di Prevenzione. Su tali valutazioni si effettuerà una stima dell’esposizione dei lavoratori nelle aree di rilevazione. In settimana è previsto un incontro Iss e Asl Roma D per il perfezionamento del piano di monitoraggio. Nel contempo proseguono le rilevazioni di Arpa su indicazione del Servizio di Prevenzione e Sicurezza dei Lavoratori (Spresal) della Asl Roma D ai fini del monitoraggio delle stesse aree e su altri punti dell’aeroporto. Proseguono inoltre da parte di Spresalle attività di vigilanza e controllo sulle aziende che operano in ambito aeroportuale. Per quanto riguarda la determinazione della presenza e della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse, il Laboratorio di Igiene Industriale della Asl Roma F di Civitavecchia, competente per la rilevazione, ha comunicato con nota del 22 maggio che i valori ottenuti indicano una situazione di non inquinamento da fibre di amianto”. Intanto anche l’Enac, “in considerazione delle notizie di stampa circolate nella giornata di ieri in merito a presunte sostanze tossiche riscontrate presso l’Aeroporto di Roma Fiumicino – si legge in una nota – aveva provveduto a richiedere nell’immediato alle strutture Sanitarie territoriali un riscontro urgente. In attesa di una risposta da parte delle Autorità Sanitarie a cui l’Enac si è rivolto sia nella giornata di ieri, sia nella mattinata di oggi, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile rendo noto di aver chiesto all’Istituto Superiore di Sanità di svolgere delle rilevazioni presso le aree che erano state interessate dall’incendio accaduto nella notte tra il 6 e il 7 maggio”. L’Enac, pertanto, “in assenza del riscontro richiesto alle Autorità Sanitarie territoriali, informate le Autorità politiche, ha deciso di chiedere all’Istituto Superiore di Sanità di eseguire i rilievi, per conto della società di gestione Aeroporti di Roma – AdR, in modo da poter disporre di un dato certo e ultimativo al fine di individuare eventuali provvedimenti da adottare, qualora risultasse necessario”.


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